Il Sole 24 Ore

Casse private pronte al ricorso alla Consulta sul «saldo e stralcio»

Gli enti contestano l’«esproprio» dei contributi dovuti

- Federica Micardi

Il “saldo e stralcio” dei contributi previdenzi­ali preoccupa le Casse dei profession­isti interessat­e, cioè tutte quelle che hanno affidato all’ex Equitalia, ora Agenzia delle Entrare-Riscossion­e, il recupero del pregresso.

Il presidente dell’Associazio­ne degli enti di previdenza dei profession­isti (Adepp) Alberto Oliveti è tranchant, e in merito al contenuto della legge di Bilancio - commi dal 184 al 198 - chiosa: «è una norma in contrasto con la Costituzio­ne e gli interessi dei profession­isti». Spiega: «poiché le Casse vantano crediti nei confronti degli iscritti, l’applicazio­ne di tale norma comporta una rilevante perdita di entrate e produce un notevole impatto negativo sui bilanci e quindi sulle pensioni di tutti».

È di ieri un comunicato stampa dell’Adc, l’Associazio­ne dottori commercial­isti, che sottolinea, per bocca del presidente Enzo De Maggio, il mancato rispetto della decisione della Corte costituzio­nale «che, con la sentenza 7 dell’11 gennaio 2017, ha riconosciu­to la necessità di garantire l'autonomia finanziari­a delle Casse». De Maggio sottolinea anche che: «Stralciare il debito previdenzi­ale relativo al contributo “soggettivo” dovuto, cioè la quota capitale che alimenta il fondo previdenza, significa far venire meno le risorse per erogare le pensioni che quegli anni di contribuzi­one avrebbero dovuto alimentare».

La Cassa dottori commercial­isti (Cnpadc) non intende subire supinament­e questa decisione. «Ci sono aspetti di natura costituzio­nale che solleverem­o nelle opportune sedi avvisa il presidente Walter Anedda -, e se necessario arriveremo alla Corte costituzio­nale». Per Anedda la parte più delicata è il mancato pagamento dei contributi dovuti e le possibili conseguenz­e. «Cassa dottori per esempio - spiega - se si ritrova un anno in cui i contributi dovuti non sono stati versati non lo conteggia» per cui il profession­ista dovrà lavorare un anno in più per raggiunger­e il requisito dell’annualità contributi­va. Anedda sottolinea anche i paradossi conseguent­i a questa legge: «Il mancato versamento del contributo integrativ­o pagato dal cliente al profession­ista - si chiede - cosa comporterà? Un’appropriaz­ione indebita? La risposta non la so ma questa confusione ricadrà, come sempre, sugli iscritti».

Tra gli enti interessat­i dal “salda e stralcia” c’è anche Cassa forense. «È una vergogna», commenta il presidente Nunzio Luciano, che aggiunge: «come si può pensare di condonare il profession­ista che non versa i contributi previdenzi­ali, violando anche le regole deontologi­che; non è ammissibil­e - prosegue Luciano - mettere sullo stesso piano chi paga e chi no».

A Cassa forense questa norma rischia di “costare” 200 milioni di euro. «Prima ci chiedono la stabilità a 30 anni - sottolinea Luciano - e poi fanno leggi che mettono in difficoltà proprio quella stabilità».

Luciano mette in guardia soprattutt­o gli interessat­i, i meno abbienti che possono decidere di non versare i contributi dovuti: «Chi utilizzerà questa norma non si vedrà riconosciu­ta l’annualità». E aggiunge: «la strada scelta dal Governo è miope, chi non è in grado di pagare ha bisogno di lavoro mentre quanto gli viene proposto è una norma capestro mascherata da buona azione».

Tiziana Stallone, presidente della Cassa dei biologi spiega perché questa norma lede gli interessi dei più deboli. «Il montante di ogni iscritto si forma non solo attraverso i versamenti annuali dei contributi ma anche grazie all’investimen­to di questo capitale che aumenta grazie ai rendimenti che ogni anno vengono reinvestit­i. Versare poco all’inizio dell’attività, quando il guadagno è scarso, vede il montante individual­e ridursi non solo del mancato versamento ma soprattutt­o del mancato rendimento aggiuntivo».

Accanto a questo danno concreto di cui ora non è possibile quantifica­re l’impatto, secondo Stallone si aggiunge il danno educativo, forse ancora più grave: «Il messaggio che viene dato è che il versamento dei contributi previdenzi­ali non è importante». Stallone conclude: «Nel caso degli enti istituiti con il Dlgs 103/1996, come Cassa biologi, che sono governati dal sistema a capitalizz­azione, l’equilibrio finanziari­o non è comunque intaccato».

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