Pronte altre 106 pagelle fiscali
Con il Dm firmato ieri da Tria arrivano a 175 gli «Isa»: aboliti gli studi di settore
Con la fine dell’anno arriva al traguardo un altro cambiamento epocale per il Fisco italiano. Alle porte non c’è solo il debutto della fattura elettronica obbligatoria tra privati che scatterà dal 1° gennaio, ma anche l’addio definitivo agli studi di settore che hanno chiuso la loro esperienza con l’ultima tornata dichiarativa. Per circa 4 milioni di partite Iva (professionisti, imprese, società), infatti, dal 2019 debutteranno le pagelle fiscali che ribaltano il funzionamento dei vecchi studi e saranno finalizzate alla ricerca della compliance. Il quadro si è completato ieri con la firma del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sul decreto che dà il via libera a 106 nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale (gli «Isa»). Indici che si sommano ai 69 già varati nel marzo scorso per arrivare così a toccare complessivamente quota 175.
In pratica, come riporta anche la nota ufficiale diramata dal Mef, «il nuovo sistema introduce una scala di valori con cui l’agenzia delle Entrate potrà verificare normalità e coerenza della gestione aziendale e professionale dei contribuenti definendone il grado di affidabilità con un voto da 1 a 10: tanto più alto il punteggio raccolto, tanto più elevato il premio riconosciuto al soggetto virtuoso che potrà, con un 10, ritrovarsi anche esonerato dagli accertamenti sintetici».
Il meccanismo delle pagelle consente di valutare un livello di affidabilità fiscale su un arco temporale di otto anni.
Proprio nell’ottica di favorire l’adeguamento spontaneo, il cassetto fiscale dei contribuenti interessati metterà a disposizione un rapporto di affidabilità personale (Rap). Ci saranno poi anche il rapporto di affidabilità di settore (Ras) che consente di individuare la fedeltà fiscale media del settore di appartenenza nel periodo “osservato” e il rapporto annotazioni (Ran), che analizza tutte le note trasmesse dai soggetti interessati.