Damiani al delisting, la famiglia lancia l’Opa
L’offerta è fatta attraverso la holding lussemburghese Leading Jewels Il prezzo dell’operazione è di 0,855 euro, ma il titolo ha chiuso oltre questa soglia
Un titolo in sofferenza a Piazza Affari (-22% nel 2018) e dati di bilancio in peggioramento nel primo semestre dell’anno fiscale (-4,5% i ricavi e peggioramento del rosso a 5,9 milioni). La fotografia del gruppo Damiani in questo finale di 2018 non è certo incoraggiante. Senza contare, poi, che il flottante in Borsa è ridotto e gli scambi non particolarmente vivaci sul titolo. Un quadro che deve aver convinto la famiglia Damiani a uscire dalla Borsa per poter mettere mano al gruppo e risollevarlo anche attraverso operazioni straordinarie. In questa direzione si potrebbe leggere anche la nomina ad amministratore delegato di Jérôme Favier, dal 1994 nel gruppo svizzero Richemont prima in Cartier e poi in Jaeger-LeCoultre. Un passaggio alla managerializzazione del gruppo, che potrebbe essere propedeutico a future operazioni straordinarie con altri gruppi industriali o per aprire il capitale a eventuali fondi di private equity.
Quale che siano le ragioni, che hanno portato la famiglia alla decisione, il risultato è un’Opa sulla società quotata da parte della holding lussemburghese, Leading Jewels. Obiettivo il delisting da Piazza Affari. Il mercato ha subito reagito, ieri, portando il titolo oltre il prezzo dell’offerta. Le azioni hanno chiuso l’ultima seduta di contrattazioni con un balzo del 5,65% a 0,86 euro. contro gli 0,855 euro dell’Opa.
Nel dettaglio, l’offerta ha come oggetto il 16,74% circa del capitale sociale dell’azienda di gioielli, considerando che il 58,83% circa del capitale è già controllato da Leading Jewels e che i fratelli Guido, Giorgio e Silvia Damiani detengono tutti assieme il 17,70% circa del capitale. In più la società ha in pancia azioni proprie pari al 6,73% circa del capitale sociale. Il prezzo offerto, come si diceva, è di 0,855 euro per ogni titolo, «corrispettivo – sottolinea la nota al mercato - che incorpora un premio del 5,04% circa rispetto al prezzo ufficiale unitario di chiusura delle azioni ordinarie il 27 dicembre 2018». In caso di totale adesione all’offerta, quindi, il controvalore massimo complessivo dell’operazione sarà di 11,8 milioni.
Ma qual è la catena di controllo della holding lussemburghese? Il 60,8% del capitale di Leading Jewels è infatti detenuto dalla società anonima lussemburghese, D Holding; il 19,98% da Guido Damiani; il 9,6% da Giorgio Damiani e un altro 9,6% da Silvia Damiani. Inoltre il capitale della stessa D Holding a sua volta è controllato per il 51% da Guido Damiani, per il 24,49% da Giorgio Damiani e per il 24,49% da Silvia Damiani. I tre fratelli Damiani, inoltre, nel 2007 hanno sottoscritto un patto parasociale avente ad oggetto le partecipazioni in D Holding e Leading Jewels.
Guardando invece a valle alla quota in Damiani già detenuta da Leading Jewels, si somma il 17,7% del capitale suddiviso fra: Guido (6,11%), Giorgio (6,11%) e Silvia (5,3%). A queste vanno aggiunte anche le azioni pari allo 0,15% del capitale che fanno capo a Gabriella Damiani e lo 0,03% che sono detenute da Sparkling, società interamente controllata da Guido Damiani.
L’offerta è subordinata al raggiungimento, a fine periodo, di una partecipazione complessiva almeno del 95% per procedere, poi, al delisting della società. C’è naturalmente la possibilità che venga prorogato il periodo di adesione all’offerta, che non è ancora stato comunicato perché verrà comunque stabilito da Borsa Italiana. L’obiettivo della holding lussemburghese, secondo quanto si legge nella nota diffusa ieri, è quello di «assicurare la stabilità dell’assetto azionario e la continuità manageriale necessarie per potere cogliere eventuali future opportunità di sviluppo e di crescita in Italia e all'estero, nonché un'indirizzo strategico volto alla valorizzazione del business nel medio-lungo periodo». La nota del gruppo parla inoltre dell’opportunità di «realizzare operazioni straordinarie quali, in via meramente esemplificativa, cessioni, fusioni, scissioni, riguardanti l’emittente o alcuni suoi cespiti o rami d'azienda o aumenti di capitale la cui esecuzione potrebbe avere effetti diluitivi».
Un futuro tutto da costruire per Damiani nel 2019 post delisting.