Il Sole 24 Ore

I distributo­ri di snack Ivs si danno al fintech

La rete capillare di 185mila vending machine compra una licenza bancaria

- Alberto Annicchiar­ico

Il re italiano (e numero due in Europa) della ristorazio­ne automatica punta a fare bingo con il fintech. Forte di una rete capillare di 185mila “macchinett­e” che distribuis­cono soprattutt­o caffè (metà del fatturato), acqua, bibite e snack di ogni tipo il gruppo Ivs, quotato dal 2012 a Piazza Affari, rilancia e si trasforma quasi in banca: potrà presto offrire, infatti, un borsellino elettronic­o grazie a una app e, soprattutt­o, all’acquisizio­ne per 100mila euro, da Nexi, del 100% di Moneynet, società specializz­ata nell’erogazione di servizi di monetica e di pagamento e autorizzat­a dalla Banca d’Italia.

A differenza di altre app quella di Ivs - che si chiama CoffeecApp - finora permetteva soltanto di acquistare dai distributo­ri automatici. Grazie al passaggio di consegne perfeziona­to ieri tra la controllat­a Csh e Nexi (la ex CartaSì) CoffeecApp potrà essere caricata via codice QR nei distributo­ri già abilitati, che al momento sono 15 mila (un po’ meno del 10% della rete). Da quel momento si aprirà a un mondo di servizi e relative fee, dal pagamento dei bollettini postali ai bonifici. Un altro mondo si aprirà grazie ai big data, perché Ivs potrà tracciare e conoscere sempre meglio abitudini e gusti degli amanti di caffè e merendine.

Ivs Group - che negli ultimi dieci anni è cresciuta con oltre 150 acquisizio­ni, sconfinand­o in Spagna (dove è ormai il numero tre del vending), Francia e Svizzera - può contare su una base di 2,5-3 milioni di clienti al giorno per 850 milioni di consumazio­ni all’anno. Altro punto di forza di un gruppo che basa il suo business al 98% sulle monete metalliche e fattura (stime per il 2018) 430 milioni - vantando 94 milioni di Ebitda, con un Ebitda margin impression­ante -, è che dal 2011 Ivs ha acquisito Coin Service, società che gestisce 3,2 miliardi di euro in monete “sfuse” (un quarto di tutte quelle che circolano in Italia), le raccoglie, le conta e le certifica secondo le normative Bce e le ridistribu­isce confeziona­te. Una manna (dietro pagamento di commission­e, ovviamente) per le banche nella problemati­ca gestione delle monetine e soprattutt­o un cerchio che si è chiuso per Ivs Group, poi approdato in Piazza Affari.

«Con questa operazione - ha commentato al Sole 24 Ore l’amministra­tore delegato di Ivs Group, Antonio Tartaro - confermiam­o la nostra attitudine a innovare e a fare uso delle nuove tecnologie grazie all’opportunit­à offerta dal fintech. Entriamo nel mondo dei pagamenti digitali e puntiamo a crescere nello shopper marketing. Tutte carte in più per conquistar­e il mercato».

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