Il Messico svolta, tra utopie e grandi riforme
Il presidente López Obrador investe sul petrolio per rilanciare il sud del Paese Pemex spenderà 23miliardi di dollari per aumentare la produttività delle raffinerie
Il petrolio prodotto in patria, per i messicani, è come la Madonna di Guadalupe, la Santa protettrice, venerata dai cattolici come patrona e regina di tutti i popoli di lingua spagnola. Possiede la stessa rilevanza simbolica.
Ilpetrolioèsacro.Apochesettimane dalsuoinsediamentoilpresidenteAndrésManuelLópezObrador(Amlo)pone la questione energetica in cima alle priorità del governo. Annunci in linea conquellieffettuatiincampagnaelettoralechelohannotrionfalmenteportato allaguidadelPaese.Petroliosì,macome potente leva per avviare un nuovo, immenso new dream, nuevo sueño latino.
Quello di Amlo è un disegno -Paese ambizioso, velleitario secondo i suoi detrattori:spezzareleduemaggioridipendenze, quella petrolifera e quella delle maquiladoras (le fabbriche di assemblaggio). Il veicolo delle sue idee è “Morena”,partitodisinistrachehaguidato negli ultimi anni. Trasformare l’abolizione del Nafta (area di libero scambio con Stati Uniti e Canada) in un’opportunità,affrancarsidalloschema-Paese fornitore di manodopera a basso costo a chi fornisce capitali e cervelli.Il“nuovo”sarebbepiùagricoltura, più manifattura qualificata.
Energia, migrazione e sviluppo del sud. Sono queste le tre grandi sfide che il Messico deve affrontare per creare uno schema post-capitalistico. Queste le parole di Amlo.
Il gruppo Pemex (Petroleo de Mexico),lacassafortedelGoverno,investirà, nel 2019, 23 miliardi di dollari per aumentarelaproduttivitàdelleraffinerie; il Piano energetico nazionale prevede che,neiprossimi6anni,visiaunaumento della produzione del 52% rispetto all’attuale.Passareda1,7milionidibarilial giornoa2,4traseianni,afinemandato.
L’energia.
Amlo ha vellicato l’orgoglio dei messicanimaancherassicuratogliinvestitori internazionali. Non verranno effettuate nazionalizzazioni forzose. I contrattiinessere,adesempioconEni,non subiranno modifiche nel prossimo triennio.Eppurelapartitaenergeticaèun pezzo importante del programma di politica economica.
Un funzionario del Ministro degli Esterimessicanochiosagliannuncidel governo: « Tranquilli, non accadrà nientediciòcheèaccadutoinVenezuela».Iltemaenergeticoècomunquedominante:oltrealpetrolioealgasvisono le energie rinnovabili. Tutto ruota attorno al rilancio e alla pianificazione delle attività future. L’idea è quella di finanziare programmi di sviluppo con i ricavi petroliferi, guardando alle potenzialità delle regioni meridionali del Messicoepuntandosuquell’agricoltura «tutta da sviluppare e con enormi potenzialità in Messico. Le nuove tecnologie a supporto dell’agrobusiness sarebbero rilevanti», spiega Alfredo Somoza, presidente di Icei.
IlMessicohastraordinarieopportunità di in ambito agricolo. «E Trump paradossalmentediverrebbeilmigliore alleato di Amlo in un Messico costretto a tracciare nuove geometrie commercialieritagliarsiunruolodifferentenellanuovadivisioneinternazionale del lavoro».
Migrazione e sviluppo del sud
Neigiorniincuiibambinimigranti,intercettati al confine tra Messico e Stati Uniti,vengonomarchiaticonilnumero sul braccio - immagini, che rievocano le pratiche naziste nell’epoca buia dei campi di sterminio – si riapre una ferita,quelladelMuro,diTrumpcheinsultaimessicani,delladisdettaunilaterale del Nafta (il trattato di libero commercio mandato in pezzi).
Un tema delicato e utilizzato in termini propagandistici. «Quello migratorio è un falso problema o quanto menocoinvolgeilMessicosoloinmaniera indiretta». Ne parla con passione José LuisRhi-Sausi,segretariosocioeconomico dell’Iila (Istituto italo-latinoamericano). Il saldo migratorio è negativo: ovvero sono più i messicani che ritornano dagli Stati Uniti rispetto a quelli che lo raggiungono. Il vero problema è quello dei centroamericani che transitano attraverso il Messico. I migranti e la frontiera occultano i veri primattori transfrontalieri, i corrieri della droga che, dotati di tecnologia, intelligence e grandi capitali riforniscono i mercati nordamericani. Il business del narcotraffico,laculturadelladrogasonoprofondamente radicati nella società. Nel bellibro“Uncontinentedafavola”,scritto da Gabriella Saba e Alfredo Somoza, edito da Rosenberg & Sellier, uno dei racconti parla de Los tigres del norte, la leggendaria band che spopola da oltre quarant’anni . E, attraverso ballate, cumbie e narcocorridos(musica melodica) racconta i narcos, le loro vite e avventure . Il narcos rimanda a una simbologia purtroppo incarnata in gran parte dei messicani.
Il nuovo disegno-Paese di Amlo sarebbe davvero una Rivoluzione copernicana. Ribaltare il modello esportatore, collaudato ma al tramonto: quello dei bassi salari e delle maquiladoras che guardano al nord.Con la morte del Nafta, l’offerta esportatrice è azzerata. Visarebberoquindilecondizioniideali per una nuova ripartenza verso un Messico “a maggiore valore aggiunto”. La deindustrializzazione negli Usa e il capitalismo messicano in fase declinante potrebbero generare un seme di rinascita. «Anche perché – spiega Antonella Mori, docente all’Università Bocconiedespertaditemilatinoamericani – il Paese non ha problemi di debito pubblico. Un caso tutto diverso da Argentina e Brasile» .
Amloha6anniditempoperpartorire un nuovo modello. Enzo Farulla, analista finanziario, già Raymond James,fanotareche«l’ideaènobile,(meno dipendenza dal petrolio) ma paradossalmente contiene un’implicita contraddizione. Il finanziamento del disegnoderivapropriodaiproventidel petrolio,dasettimaneincadutalibera». Troppo presto per scommettere sul risultato. Il grande scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II, scrive in “Ombre nell’ombra”, che «diventa meticoloso solo chi possiede l’inerzia del disordine». Chissà, forse è il caso di Amlo.