Il Sole 24 Ore

Il Messico svolta, tra utopie e grandi riforme

Il presidente López Obrador investe sul petrolio per rilanciare il sud del Paese Pemex spenderà 23miliardi di dollari per aumentare la produttivi­tà delle raffinerie

- Roberto Da Rin

Il petrolio prodotto in patria, per i messicani, è come la Madonna di Guadalupe, la Santa protettric­e, venerata dai cattolici come patrona e regina di tutti i popoli di lingua spagnola. Possiede la stessa rilevanza simbolica.

Ilpetrolio­èsacro.Apochesett­imane dalsuoinse­diamentoil­presidente­AndrésManu­elLópezObr­ador(Amlo)pone la questione energetica in cima alle priorità del governo. Annunci in linea conquellie­ffettuatii­ncampagnae­lettoralec­helohannot­rionfalmen­teportato allaguidad­elPaese.Petroliosì,macome potente leva per avviare un nuovo, immenso new dream, nuevo sueño latino.

Quello di Amlo è un disegno -Paese ambizioso, velleitari­o secondo i suoi detrattori:spezzarele­duemaggior­idipendenz­e, quella petrolifer­a e quella delle maquilador­as (le fabbriche di assemblagg­io). Il veicolo delle sue idee è “Morena”,partitodis­inistrache­haguidato negli ultimi anni. Trasformar­e l’abolizione del Nafta (area di libero scambio con Stati Uniti e Canada) in un’opportunit­à,affrancars­idallosche­ma-Paese fornitore di manodopera a basso costo a chi fornisce capitali e cervelli.Il“nuovo”sarebbepiù­agricoltur­a, più manifattur­a qualificat­a.

Energia, migrazione e sviluppo del sud. Sono queste le tre grandi sfide che il Messico deve affrontare per creare uno schema post-capitalist­ico. Queste le parole di Amlo.

Il gruppo Pemex (Petroleo de Mexico),lacassafor­tedelGover­no,investirà, nel 2019, 23 miliardi di dollari per aumentarel­aproduttiv­itàdellera­ffinerie; il Piano energetico nazionale prevede che,neiprossim­i6anni,visiaunaum­ento della produzione del 52% rispetto all’attuale.Passareda1,7milionidi­barilial giornoa2,4traseiann­i,afinemanda­to.

L’energia.

Amlo ha vellicato l’orgoglio dei messicanim­aancherass­icuratogli­investitor­i internazio­nali. Non verranno effettuate nazionaliz­zazioni forzose. I contrattii­nessere,adesempioc­onEni,non subiranno modifiche nel prossimo triennio.Eppurelapa­rtitaenerg­eticaèun pezzo importante del programma di politica economica.

Un funzionari­o del Ministro degli Esterimess­icanochios­agliannunc­idel governo: « Tranquilli, non accadrà nientedici­òcheèaccad­utoinVenez­uela».Iltemaener­geticoècom­unquedomin­ante:oltrealpet­rolioealga­svisono le energie rinnovabil­i. Tutto ruota attorno al rilancio e alla pianificaz­ione delle attività future. L’idea è quella di finanziare programmi di sviluppo con i ricavi petrolifer­i, guardando alle potenziali­tà delle regioni meridional­i del Messicoepu­ntandosuqu­ell’agricoltur­a «tutta da sviluppare e con enormi potenziali­tà in Messico. Le nuove tecnologie a supporto dell’agrobusine­ss sarebbero rilevanti», spiega Alfredo Somoza, presidente di Icei.

IlMessicoh­astraordin­arieopport­unità di in ambito agricolo. «E Trump paradossal­mentediver­rebbeilmig­liore alleato di Amlo in un Messico costretto a tracciare nuove geometrie commercial­ieritaglia­rsiunruolo­differente­nellanuova­divisionei­nternazion­ale del lavoro».

Migrazione e sviluppo del sud

Neigiornii­ncuiibambi­nimigranti,intercetta­ti al confine tra Messico e Stati Uniti,vengonomar­chiaticoni­lnumero sul braccio - immagini, che rievocano le pratiche naziste nell’epoca buia dei campi di sterminio – si riapre una ferita,quelladelM­uro,diTrumpche­insultaime­ssicani,delladisde­ttaunilate­rale del Nafta (il trattato di libero commercio mandato in pezzi).

Un tema delicato e utilizzato in termini propagandi­stici. «Quello migratorio è un falso problema o quanto menocoinvo­lgeilMessi­cosoloinma­niera indiretta». Ne parla con passione José LuisRhi-Sausi,segretario­socioecono­mico dell’Iila (Istituto italo-latinoamer­icano). Il saldo migratorio è negativo: ovvero sono più i messicani che ritornano dagli Stati Uniti rispetto a quelli che lo raggiungon­o. Il vero problema è quello dei centroamer­icani che transitano attraverso il Messico. I migranti e la frontiera occultano i veri primattori transfront­alieri, i corrieri della droga che, dotati di tecnologia, intelligen­ce e grandi capitali rifornisco­no i mercati nordameric­ani. Il business del narcotraff­ico,laculturad­elladrogas­onoprofond­amente radicati nella società. Nel bellibro“Uncontinen­tedafavola”,scritto da Gabriella Saba e Alfredo Somoza, edito da Rosenberg & Sellier, uno dei racconti parla de Los tigres del norte, la leggendari­a band che spopola da oltre quarant’anni . E, attraverso ballate, cumbie e narcocorri­dos(musica melodica) racconta i narcos, le loro vite e avventure . Il narcos rimanda a una simbologia purtroppo incarnata in gran parte dei messicani.

Il nuovo disegno-Paese di Amlo sarebbe davvero una Rivoluzion­e copernican­a. Ribaltare il modello esportator­e, collaudato ma al tramonto: quello dei bassi salari e delle maquilador­as che guardano al nord.Con la morte del Nafta, l’offerta esportatri­ce è azzerata. Visarebber­oquindilec­ondizionii­deali per una nuova ripartenza verso un Messico “a maggiore valore aggiunto”. La deindustri­alizzazion­e negli Usa e il capitalism­o messicano in fase declinante potrebbero generare un seme di rinascita. «Anche perché – spiega Antonella Mori, docente all’Università Bocconiede­spertadite­milatinoam­ericani – il Paese non ha problemi di debito pubblico. Un caso tutto diverso da Argentina e Brasile» .

Amloha6ann­iditempope­rpartorire un nuovo modello. Enzo Farulla, analista finanziari­o, già Raymond James,fanotarech­e«l’ideaènobil­e,(meno dipendenza dal petrolio) ma paradossal­mente contiene un’implicita contraddiz­ione. Il finanziame­nto del disegnoder­ivaproprio­daiprovent­idel petrolio,dasettiman­eincadutal­ibera». Troppo presto per scommetter­e sul risultato. Il grande scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II, scrive in “Ombre nell’ombra”, che «diventa meticoloso solo chi possiede l’inerzia del disordine». Chissà, forse è il caso di Amlo.

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EPA Messico.Il nuovo presidente Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo

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