Vetrine virtuali invase dai falsi: Nfc, algoritmi e A.I. come armi di difesa
Le strategie del brand di parka di lusso Mr&Mrs Italy
Notorietà immediata, amplificata, planetaria. Ma anche veicolo di contraffazione e annebbiamento dell’immagine di un marchio. Internet, i social network, l’e-commerce sono armi a doppio taglio e la lotta ai falsi resta una priorità per tutti i brand, del lusso e non solo. Esemplare il caso di Mr&Mrs Italy, marchio di parka in materiali pregiati e interamente creati Italia in laboratori artigianali: con il successo (in soli cinque anni il fatturato è passato da 1,5 milioni a a quasi 58 nel 2017, con l’obiettivo di arrivare a 100 milioni entro il 2020 ) è arrivata la contraffazione, specie sul web. L’azienda ha reagito, come spiega Frediano Sebastiani, amministratore delegato di Mr&Mrs Italy: «A partire dalla collezione autunno-inverno 2018-2019, tutti i nostri prodotti sono dotati di tag che sfruttano la tecnologia Nfc (Near field communication, ndr). Grazie a pochi e semplici passaggi, il cliente può leggere il tag, ottenendo un riscontro immediato sulla autenticità del prodotto, nonché acquisire informazioni sul capo acquistato e sul brand grazie a una canale di interazione privilegiato con Mr&Mrs Italy».
L’investimento nei tag Nfc e nei sistemi di comunicazione e ascolto dei clienti tramite internet (e non solo) è stato deciso anche grazie al monitoraggio dei falsi sul web, affidato a una società specializzata. «Abbiamo chiesto alla britannica Incopro di monitorare il nostro brand dal punto di vista della contraffazione – aggiunge Sebastiani –. I dati e le analisi sono stati sorprendenti: eravamo a conoscenza del dilagare di falsi, ma non ci eravamo resi conto della quantità di prodotti Mr&Mrs Italy venduti su internet, specie su siti cinesi, e non facilmente identificabili, da parte dei clienti finali, come copie. A volte ben fatte, ma certo diverse per qualità dall’originale». Incopro ha scovato 3mila siti che vendevano parka Mr&Mrs Italy, per un totale di 12mila pagine di prodotti falsi. «Gli strumenti per far chiudere i siti ci sono e li usiamo, ma ne spuntano sempre di nuovi – conclude Sebastiani –. È una guerra forse senza fine, è necessario però combatterla».