Il Sole 24 Ore

Pensioni, con «quota 100» incentivo all’impresa che assume un giovane

Decreto a gennaio. Ipotesi mini-sgravio contributi­vo da collegare a un Fondo di garanzia per chi assume giovani al posto di prepension­andi - Condono per coprire i buchi dal 1996, niente interessi

- e Rogari

Prende forma il decreto legge su quota 100, che vedrà la luce la secondaset­timana di gennaio. Perda re maggiore spinta alla staffetta generazion­ale, trale ipotesi acui sta lavorando il Governo, c’è quella dei mini-incentivi, sotto forma di sgravi contributi­vi, da riservare alle imprese per favorire nuove assunzioni. Pronta la pace contributi­va con un massi modi 60 rate senza interessi. Colombo

Massimo 60 rate mensili senza interessi. La pace contributi­va, che consentirà di colmare i “buchi” nei versamenti ma solo a partire dal 1° gennaio 1996, troverà posto nel decreto legge su quota 100 che, in una versione unificata con le regole per dare attuazione al reddito di cittadinan­za, vedrà probabilme­nte la luce la seconda settimana di gennaio. Il testo è pronto da tempo, restano da sciogliere solo pochi nodi. Primo fra tutti quello dei mini-incentivi da riservare alle imprese per favorire nuove assunzioni di fronte all’uscita anticipata (con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi) dei propri lavoratori. Per dare maggiore spinta alla ”staffetta generazion­ale” tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un mini-sgravio contributi­vo da collegare ad un apposito Fondo di garanzia.

Il via libera tecnico, oltre che politico, però ancora non c’è. Solo la prossima settimana si capirà se il semaforo sarà verde o rosso. In ogni caso tra gli strumenti previsti dal piano congegnato dal sottosegre­tario al Lavoro, Claudio Durigon, ci saranno i fondi di solidariet­à con cui le imprese potranno, volontaria­mente, finanziare le contribuzi­oni mancanti per le uscite di lavoratori senior, anche prima del sessantadu­esimo anno d’età. L’attuazione di questo intervento sarà successiva­mente regolata con norme secondarie (un decreto direttoria­le).

Un altro nodo da sciogliere è quello dell’eventuale sconto fiscale da associare alla pace contributi­va, che non si prolungher­à comunque oltre i cinque anni. Tra le opzioni c’è quella di rendere detraibile ai fini Irpef il “riscatto” dei periodi di contributi mancanti, ma anche in questo caso ci sarebbe un supplement­o d’istruttori­a tecnica in corso.

Il decreto potrebbe essere utilizzato anche per sciogliere un dubbio interpreta­tivo che è sorto sul prelievo di solidariet­à alle pensioni oltre i 100mila euro lordi l’anno: si applica anche alle venti Casse privatizza­te o no? La questione è aperta, poiché nei commi della legge di Bilancio in via di approvazio­ne alla Camera c’è un riferiment­o che va oltre il fondo ad hoc istituito presso l’Inps dove convogliar­e i risparmi derivanti dai tagli quinquenna­li. Si parla di “altri enti previdenzi­ali” che dovranno “accantonar­e” i fondi risparmiat­i. Per il momento né il ministero del Lavoro né l’Adepp, che rappresent­a questi enti, si sono espressi sulla questione in attesa della pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale, ma il dubbio c’è. Anche perché in una prima versione del testo entrato nel Ddl Bilancio c’era una esclusione esplicita delle Casse, che poi è scomparsa.

Non del tutto chiusa potrebbe essere anche la questione della finestra di uscita con quota 100 per i dipendenti pubblici. Giovedì in audizione sulla manovra in commission­e Bilancio alla Camera, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha ripetuto che gli statali dovranno rimanere in stand by per 9 mesi: il pensioname­nto anticipato sarebbe cioè possibile non prima di ottobre 2019 (alla finestra semestrale per il settore si aggiungere­bbero i 3 mesi di preavviso). E proprio questa sembra essere l’attuale configuraz­ione della bozza di decreto, che sarebbe peraltro perfettame­nte compatibil­e con l’alleggerim­ento del fondo per le pensioni nel 2019 (da 7,7 a 4 miliardi) previsto dalla manovra dopo l’accordo raggiunto con Bruxelles. Ma il vicepremie­r, Matteo Salvini, ha più volte insistito sulla necessità di consentire il pensioname­nto d’anzianità dei dipendenti pubblici già a giugno. Il Governo prevede che le nuove uscite anticipate degli statali saranno 123mila (ma alla fine dovrebbero essere molte di meno), circa il 40% dei 315mila pensioname­nti complessiv­i stimati con quota 100. Per i dipendenti privati, come è noto, le finestre saranno 4 (la prima ad aprile 2019). Con il decreto saranno anche prorogati di un anno l’Ape sociale e Opzione donna per le lavoratric­i con 35 anni di contributi nate nel 1959 (1958 se autonome).

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AGF Inpiazza Ieri i sindacati dei pensionati, SpiCgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, hanno protestato contro i tagli ala rivalutazi­one delle pensioni

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