Il Sole 24 Ore

La spending tradita: spesa +51 miliardi in tre anni

Risparmi fermi a 1,4 miliardi La spesa corrente accelera per quota 100 e «reddito» Corsa contro il tempo per riscrivere le regole sui Pir ed evitare un buco di 4 mesi

- Rogari, Colombo, Mobili, Orlando

Del maxi-piano di revisione della spesa pubblica da 30-40 miliardi indicato nei programmi elettorali di M5S e Centrodest­ra, la legge di bilancio non ha percorso neanche il primo miglio. Anzi: nei prossimi 3 anni la spesa crescerà di 51 miliardi, nonostante la potatura di 11,2 miliardi operata nel passaggio al Senato che ha rivisto saldi e impianto contabile della legge di bilancio. La causa è soprattutt­o la spesa corrente: 40,9 miliardi di nuove uscite fino al 2021, finalizzat­e in buona parte a spingere «quota 100» e reddito di cittadinan­za. Un fiume arginato in minima parte da una spending review “diretta” da 1,4 miliardi, tra tagli ai ministeri e micro-interventi.

Intanto è corsa contro il tempo per riscrivere le nuove regole della manovra sui Piani individual­i di risparmio: mettere a regime la normativa, tra vincoli Ue agli aiuti di stato e i 4 mesi per il varo del decreto attuativo non sarà banale, e il periodo di incertezza potrebbe scoraggiar­e nuovi flussi in attesa delle regole definitive.

Dentro la manovra.

Oltre 51 miliardi nei prossimi tre anni. A produrre questa impennata della spesa è la manovra 2019, nonostante la significat­iva potatura di 11,2 miliardi (si partiva da 65,3 miliardi) operata nel passaggio al Senato con il maxi-emendament­o che ha rivisto i saldi e l’impianto contabile della legge di bilancio dopo l’intesa raggiunta con Bruxelles. E a sgorgare dai rubinetti è soprattutt­o la spesa corrente con ben 40,9 miliardi di nuove uscite fino al 2021, di cui 9,7 miliardi nel 2019, alimentata prevalente­mente dal flusso che dovrà spingere, con il decreto legge in arrivo, quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinan­za. Un fiume arginato solo in piccola parte da una spending review “diretta” da non più di 1,4 miliardi, tra tagli ai ministeri e micro-interventi, solo temporanea­mente rafforzata da rimodulazi­one di trasferime­nti (come quelli alle Fs) da un triennio all’altro o da ridimensio­namenti in extremis di fondi, come quello da 800 milioni per lo “Sviluppo e coesione”. Anche se il capitolo “uscite” dovrà fare i conti con l’ipoteca, sotto forma di congelamen­to di 2 miliardi di capitoli di spese dei ministeri, almeno fino al prossimo giugno, inserita nelle more dell’accordo siglato con la Ue per evitare la procedura d’infrazione.

Almeno sulla carta non mancherà insomma il lavoro al nuovo team “mani di forbice” annunciato nei giorni scorsi dal vicepremie­r, Luigi di Maio, per tagliare sprechi e spese inutili. Anche perché rispetto al maxi-piano di revisione della spesa da 30-40 miliardi indicato nei programmi elettorali del M5S e del Centrodest­ra, di cui faceva parte la Lega, la legge di bilancio non sembra aver percorso neppure il primo miglio.

Dal dossier del Servizio Bilancio di Camera e Senato sull’ultima versione della manovra approvata emergono per la spesa incrementi netti per circa 7,6 miliardi nel 2019, dovuti a un aumento di 9,7 miliardi della parte corrente e da una riduzione per circa 2 miliardi delle uscite in conto capitale, che dovrebbero concorrere a spingere gli investimen­ti. Nel 2020 si sale a 22,7 miliardi (+16,5 miliardi di spesa corrente e +6,2 miliardi di parte capitale) e nel 2021 a 21 miliardi, di cui 13,9 miliardi riguardano la parte corrente e 7,1 miliardi la spesa in conto capitale.

Sul lato delle entrate la legge di Bilancio produce complessiv­amente una riduzione netta del gettito per circa 3,9 miliardi nel 2019 ed incrementi netti per 8,2 miliardi nel 2020 e 11,8 miliardi nel 2022, «in massima parte imputabili - si legge nel dossier dei tecnici di Camera e Senato - alle variazioni delle entrate tributarie».

Ad accendere i riflettori sulla mini-spending review è una altro dossier del Servizio Studi dei due rami del Parlamento con cui vengono riepilogat­i gli interventi di contenimen­to delle uscite, al netto della partita di giro sul Fondo povertà, che risulta tagliato per 2,2 miliardi nel 2019 (altrettant­i nel 2020 e 2021) ma solo per convogliar­e le risorse destinate al Rei (Reddito d’inclusione) a parziale copertura del reddito di cittadinan­za. Il vero taglio in chiave “spending” è fin dal varo della manovra quello sui ministeri: 658 milioni nel 2019, di cui 435 milioni di parte corrente e 223 milioni in conto capitale. A questa stretta si aggiunge quella, nell’ambito delle risorse del ministero dell’Interno, derivante dalla riorganizz­azione dei centri per l’immigrazio­ne: 400 milioni il prossimo anno, 550 milioni nel 2020 e 650 milioni dal 2021.

C’è poi un piccolo elenco di micro-tagli: dai contributi alle spese dell’Onu (-35,4 milioni nel 2019), alla riduzione delle spese per la Difesa (60 milioni l’anno) fino alla diversa contabiliz­zazione in bilancio delle risorse per le istituzion­i scolastich­e rimaste inutilizza­te (22,5 milioni). E ancora: la ridetermin­azione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro (56,5 milioni di risparmio l’anno nel triennio 2019-2021), l’abrogazion­e del Fondo per le cattedre universita­rie del merito “Giulio Natta” (22 milioni di risparmio nel 2019 e 70 milioni in ognuno degli anni 2020 e 2021), la riduzione del Fondo da destinare alla contrattaz­ione collettiva relativa al contratto Fit di formazione iniziale, tirocinio e inseriment­o (20,8 milioni l'anno fino al 2020 e 45,6 milioni nel 2021). Tutta da “cifrare” la stretta ai vitalizi dei Governator­i e di assessori e consiglier­i regionali.

‘‘

LUIGI DI MAIO —17 SETTEMBRE 2018

Deve essere una manovra che vede il governo con in mano un paio di forbici che inizi a a tagliare tutto ciò che non serve

 ?? EPA ?? ‘‘MATTEO SALVINI —1 OTTOBRE 2018Il vicepremie­r e ministro dell’Interno: «Ci sono nel comparto pubblico alcuni sprechi che vanno tagliati»
EPA ‘‘MATTEO SALVINI —1 OTTOBRE 2018Il vicepremie­r e ministro dell’Interno: «Ci sono nel comparto pubblico alcuni sprechi che vanno tagliati»
 ?? IMAGOECONO­MICA ??
IMAGOECONO­MICA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy