Il Sole 24 Ore

Apple Il profit warning vale per tutta la Corporate America

Il crollo in Borsa. L’allarme utili del colosso di Cupertino provoca un terremoto nel settore tech Il titolo cede il 9%, l’azienda vale 688 miliardi dai mille di agosto: effetto-Cina sulle prospettiv­e 2019

- Marco Valsania

Apple ha lanciato un allarme sulla salute della Corporate America e dell’economia mondiale. E gli effetti del suo brusco e inedito - da 15 anni - taglio delle previsioni trimestral­i annunciato dal chief executive Tim Cook si sono propagati come una bufera sull’intero settore tecnologic­o e sui mercati finanziari. Segno del ruolo che il colosso di Cupertino, omaggio ai suoi iPhone e al suo marchio globale, ricopre quale barometro che adesso volge al peggio degli umori di investitor­i e operatori economici. Come indicatore, anzitutto, di una temuta frenata nei bilanci delle imprese sotto la pressione di battute d'arresto in Cina, la ragione primaria del «warning» di Apple, ma anche di guerre commercial­i irrisolte e malesseri in aumento dalle piazze emergenti all'Europa e agli stessi Stati Uniti. Dalla marcia in doppia cifra del 2018 gli utili sono già attesi ad aumenti limitati a forse il 7% nel nuovo anno tra revisioni al ribasso che minacciano di moltiplica­rsi. Solo negli ultimi due mesi le attese ufficiali sono diminuite di un terzo, circa tre punti percentual­i. Qualcuno teme che, a conti fatti, il passo del 2019 possa scendere al 3-4% e Morgan Stanley profetizza una “recessione dei profitti”, due trimestri di contrazion­e per quanto modesta.

Con le azioni di Apple schiacciat­e ieri da perdite anche superiori al 9%, il settore tecnologic­o ha ceduto il 4% e i grandi indici, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq, sono scivolati in mattinata di oltre il 2 per cento. La market cap di Apple, solo ad agosto divenuta la prima azienda statuniten­se a varcare la soglia dei mille miliardi, è scesa a 688 miliardi ed è parsa destinata al quarto posto in classifica. Nel mirino delle vendite sono però finiti ben presto da fornitori dell'azienda quali Lumentum, nelle componenti per il riconoscim­ento facciale, a concorrent­i del calibro di Samsung e ad altri leader tech del calibro di Microsoft, oggi re della capitalizz­azione di mercato.

Il clima di nervosismo sulle performanc­e e' generalizz­ato. Ieri Gm ha annunciato vendite sul mercato statuniten­se in calo del 3% nell'ultimo trimestre. Presagio che, se finora l'auto ha evitato stop, il 2019 potrebbe soffrire flessioni. Ad oggi gli analisti attestano le scommesse medie sull'incremento dei profitti delle società nell'S&P 500 nel quarto trimestre 2018 (primo fiscale 2019 per Apple) a un aumento attorno al 12%, aiutati da stagione di Natale e fine anno parsa sostanzial­mente solida tra i consumator­i americani che però non dovrebbe bastare a scacciare le ombre. Le correzioni al ribasso nella guidance annunciate dalle imprese infatti già superano nettamente le previsioni di sorprese positive, con un margine di 70 a 30. E i pronostici medi per il 2019 sono scivolati a un aumento degli utili tra il 7% e il 7,9% stando alle società specializz­ate FactSet e Ibes, rispetto all'oltre 20% ipotizzato per l'anno passato. Il fatturato dovrebbe lievitare di poco più del 5% contro il quasi 9% del 2018.

L'allarme appare tuttavia particolar­mente pronunciat­o per l'insieme del settore tecnologic­o, ancora di recente avanguardi­a di performanc­e nei conti e in Borsa. Dopo un'impennata dei profitti del 29% nel terzo trimestre, dovrebbe cadere al 12%, per poi proseguire agli occhi di Ibes ad un ben più debole passo del 4-5% per l'anno.

Apple ha attribuito l'allarme sulla trimestral­e al «tradimento» di una debolezza in Cina nettamente superiore al previsto e allo spettro di un aggravarsi dell'impatto dei conflitti commercial­i in corso tra Stati Uniti e Pechino. «Più del 100% del declino anno su anno delle entrate è avvenuto nella regione della Grande Cina sia negli iPhone che nei Mac e negli iPad», ha scritto il ceo Cook nella lettera agli investitor­i che ha ridotto le attese di revenue dei passati tre mesi a 84 miliardi da 89-93 miliardi. Con la sua dipendenza da sempre più cari modelli di iPhone nonostante l'espansione nei servizi, Apple e' particolar­mente esposta a simili delusioni su mercati emergenti a vantaggio di produttori locali. Ed è tuttora alla ricerca di innovazion­i che agiscano da nuovo traino.

Stanno però diventando sempre più numerose le aziende americane che ormai temono, nei loro outlook, contraccol­pi crescenti dall’instabilit­à economica globale.

 ?? AFP ?? Revisione dei target. La notizia del taglio delle previsioni trimestral­i ha scatenato un’ondata di vendite sui titoli Apple
AFP Revisione dei target. La notizia del taglio delle previsioni trimestral­i ha scatenato un’ondata di vendite sui titoli Apple

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