Pensioni, nel decreto rinnovo per Ape social e opzione donna
Di Maio: «Il reddito anche ai lungo-soggiornanti che hanno contribuito al Paese»
Al conto alla rovescia per il decreto d’inizio anno che farà partire la sperimentazione di “quota 100”, il nuovo Reddito e la “pensione di cittadinanza” partecipano anche le lavoratrici che puntano su “opzione donna”, i precoci in attesa della prima finestra utile per il ritiro e i candidati all’Ape sociale. Per non parlare di tutti i lavoratori che in questi primissimi giorni dell’anno maturano i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi se donne) per il pensionamento anticipato. Tutti casi in cui i termini sono scaduti con il vecchio anno e ora dovranno essere riaperti.
L’impegno del governo è noto e dovrebbe essere confermato la prossima settimana con il varo del decreto. Insiemecon“quota100”,ovverolapossibilità di pensionamento anticipato nel triennio 2019-2021 con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi, ci saranno pure le proroghe di “opzione donna” e Ape sociale. Almeno per un altro anno. Nel primo caso viene riconosciuta la possibilità di anticipo alle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 (1958 per le autonome) con versamenti pari o superiori a 35 anni. Una “quota 95”cheporteràconséilricalcolocontributivo dell’assegno. Nel secondo caso, perexlavoratoriincondizionididisagio con 63 anni e 30 di contributi (36 se impegnati in mansioni gravose) si riapriranno invece i termini per la richiesta dell’anticipopensionisticonononeroso della durata massima di 43 mesi.
Il decreto dovrà fissare le nuove decorrenze, visto che non lo si è fatto con la legge di Bilancio. E dovrà anche sterilizzare ex post gli adeguamenti di 5 mesi alla speranza di vita per i requisiti di anticipo, confermando appunto i 42 anni e 10 mesi (41 + 10 per lavoratrici) e i 41 anni secchi per i precoci, ovvero i lavoratori con almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni che rientrino in specifiche condizioni di difficoltà. Si tratta di interventi minimi, su scadenze molto strette e che riguardano misure finanziate anche con parte dei fondi non utilizzati nel 2018 (è il caso dell’Ape sociale). Ma che, appunto, dovranno essere confermate con il decreto.
Iltestoèancorainfasediperfezionamento tecnico e dovrebbe arrivare in pre-consiglio martedì, per essere poi varato entro la settimana. Sarà un decretounico,perlepensionieilredditodi cittadinanza,cheinnescaunaspesaaggiuntiva di 8,8 miliardi nel 2019 (4,9 per il Reddito di cittadinanza e 3,9 per le pensioni), nuove uscite correnti che nel triennio dovrebbero salire in termini cumulati a 37,9 miliardi (16,9 per il redditodicittadinanzae20,9perfinanziare le prime modifiche alla legge Fornero).
Ieri il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, è tornato a dare rassicurazioni sui tempi: «La pensione minima a 780 euro, come le pensioni di invalidità a 780partirannotrafebbraioemarzo»ha affermato.Sitrattadelleduemisureche accompagnano il reddito di cittadinanza su cui, finora, non sono stati anticipati dettagli sui requisiti di riconoscimento. Dettagli fondamentali per capire la platea di riferimento, visto che nel 2018 risultavano in pagamento 2,8 milionidipensioni(1,2milionilereversibilità,183milaleinvalidità)conunimportomensileloroinferioreai500euro.Sul reddito di cittadinanza, invece, Di Maio haaffermatoche«l’obiettivoèdarloagli italiani e ai lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostroPaese.Nonstiamodunqueparlando dei 5 anni che ci sono nella bozza del decreto, che va cambiato».
Tornando a “quota 100” la sperimentazione triennale sarà accompagnata, nello schema messo a punto dal sottosegretarioalLavoro,ClaudioDurigon, da un’operazione di “pace contributiva” di durata perlomeno analoga per consentire il riscatto di periodi di mancati versamenti successivi al 1° gennaio1996,finoaunmassimodicinque anni. Tra le opzioni in campo c’è quelladiriconoscereunapercentualedi detraibilitàperillavoratoreodideducibilitàperildatoredilavorochedecidadi versareilriscatto.Fontivicinealdossier pensioni confermano, infine, l’ipotesi di intervenire via decreto anche sulle governancediInpseInailperreitrodurreiconsiglidiamministrazionecancellati nel 2010 con il dl 78. Per il passaggio ai nuovi assetti di vertice (non è noto se i Cda saranno di sei membri più il presidente oppure più snelli, e lo stesso vale per la composizione dei nuovi Consigli di indirizzo e vigilanza dove siedono i rappresentanti delle parti sociali) potrebbe anche scattare il commissariamento dei due istituti.