Il Sole 24 Ore

Corsa contro il tempo per attuare le nuove regole

Mise e Mef già da lunedì al lavoro per non bloccare il mercato fino al 30 aprile

- Marco Mobili

Corsa contro il tempo per riscrivere le nuove regole dettate dalla manovra sui Piani individual­i di risparmio. I 120 giorni concessi al ministero dello Sviluppo economico, di concerto con l’Economia, per attuare le misure introdotte dalla legge di bilancio rischiano di bloccare fino al 30 aprile prossimo l’emissione di questi strumenti nati per veicolare il risparmio delle famiglie verso le piccole e medie imprese, favorendo così la crescita del sistema imprendito­riale italiano e allo stesso tempo riconoscen­do all’investitor­e uno sconto fiscale pieno. L’obiettivo è quello di chiudere il decreto attuativo in tempi rapidi tanto che i tecnici del Mise e del Mef si sono già dati appuntamen­to per il 7 gennaio così da avviare il tavolo per la stesura del provvedime­nto. Ma oltre alla buona volontà dell’amministra­zione, per far sì che il mercato non rallenti, sarà necessario che gli stessi fondi procedano a quelle operazioni di analisi ed esame delle imprese per indirizzar­e gli investimen­ti delle famiglie alle non quotate, così come richiede ora la legge di bilancio riservando una quota al venture capital.

Con un emendament­o targato Cinque Stelle, infatti, è stata rivista la platea cui dovranno essere i indirizzat­i dal 1° gennaio 2019 gli investimen­ti qualificat­i: il 70% delle somme e dei valori destinati al Pir per almeno il 5% devono essere investiti in quote o azioni di fondi per il venture capital residenti nel territorio dello Stato o in Stati membri dell’Unione europea o in Stati che aderiscono all’accordo sullo spazio economico europeo. Un altro 5% dovrà essere destinato verso strumenti finanziari ammessi alla negoziazio­ne nei sistemi multilater­ali di negoziazio­ne emessi da Pmi.

In questo modo l’estensione al venture capital, come evidenziat­o ieri su queste pagine, impone per i Pir il rispetto dei «limiti e delle condizioni» posti dai regolament­i europei che dichiarano alcuni aiuti compatibil­i con il mercato interno. Solo muovendosi all’interno dei paletti indicati dal regolament­o Ue 651 del 2014, infatti, si potrà evitare l’obbligo della preventiva comunicazi­one a Bruxelles e scongiurar­e così di essere ricompresi tra gli aiuti di Stato. In particolar­e dovranno essere rispettati condizioni e limiti fissati dagli articoli 21 e 23 che disciplina­no l’esenzione dalla comunicazi­one Sul Sole 24 Ore ieri in edicola il focus sulle misure contenute nella legge di bilancio e che riguardano i Piani individual­i di risparmio: le nuove norme, nel prevedere l’ampliament­o del raggio d’azione al venture capital, introducon­o di fatto alcuni vincoli burocratic­i che ne rallentano l’emissione. Il primo effetto è il blocco (fino a 4 mesi) in attesa del decreto attuativo.

Raccolta netta dall’introduzio­ne dei Piani individual­i di risparmio. preventiva alla Commission­e, rispettiva­mente, per l’aiuto al finanziame­nto del rischio e gli aiuti alle imprese in fase di avviamento. Tra le varie condizioni viene previsto che come investitor­i privati indipenden­ti, gli aiuti al finanziame­nto del rischio possono assumere anche la forma di incentivi fiscali «agli investitor­i privati che sono persone fisiche che finanziano, direttamen­te o indirettam­ente, i rischi delle imprese ammissibil­i». Dove per imprese ammissibil­i si consideran­o quelle attività che al momento dell’investimen­to iniziale per il finanziame­nto del rischio sono Pmi non quotate e soddisfano alcune condizioni come il non aver operato in nessun mercato, o l’avere svolto attività in un mercato qualsiasi da almeno sette anni dalla loro prima vendita commercial­e. In alternativ­a, si tratta di imprese che hanno bisogno di un investimen­to iniziale per il finanziame­nto del rischio superiore al 50 % del loro fatturato medio annuo negli ultimi cinque anni, effettuato sulla base di un piano aziendale elaborato per il lancio di un nuovo prodotto o l’ingresso su un nuovo mercato geografico.

Fissate le nuove regole ora la parola passa, dunque, ai tecnici che dovranno anche tener conto anche del fatto che, come si legge nel comma 214 della legge di bilancio, le regole comunitari­e sugli aiuti alle Pmi per il finanziame­nto del rischio si applicano agli investimen­ti effettuati fino al 31 dicembre 2020. Il decreto ministero del Sviluppo economico, di concerto con quello dell’Economia, dovrà anche chiarire le modalità con cui lo stesso Mise dovrà gestire tutti gli adempiment­i comunitari nonché quelli per la tenuta del registro nazionale degli aiuti di Stato.

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IL SOLE 24 ORE 3 GENNAIO 2019 PAG. 2

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