Henkel e Rota group alleati negli impianti ad alta tecnologia
Il progetto prevede lo sviluppo di trattamenti di protezione del magnesio
Uno degli ostacoli alla lavorazione del magnesio su larga scala è, da sempre, la difficoltà dei trattamenti industriali per evitare corrosioni e instabilità.
La soluzione, ora, la propone Rota Group, una piccola impresa di Pozzo d’Adda – provincia di Milano – 60 dipendenti e 7 milioni di fatturato – nata da un laboratorio di lavorazioni galvaniche opera oggi, conto terzi, nella filiera dell’alluminio, soprattutto destinata al design e all’arredo.
«I trattamenti di protezione del magnesio fino ad ora sperimentati – ha spiegato Antonio Rota, presidente di Rota Group – hanno costi elevati, alto dispendio energetico e performance basse. Anche nelle grandi imprese, questi trattamenti sono ancora svolti quasi solo in modalità “artigianale”. Il nostro progetto nasce in collaborazione con Henkel, abbiamo investito 10 milioni di euro in 4 anni in ricerca e messo a punto un processo di elettro ce ramificazione di leghe di alluminio e magnesio che - già testato in laboratorio – è ora pronto per passare alla produzione industriale. In pratica, abbiamo messo appunto un impianto che consente di rendere industriale il processo di protezione del magnesio. Oltre ai settori dei trasporti e delle infrastrutture – ha concluso Rota – il sistema “PowerCoat” si è qualificato per i requisiti automobilistici anticorrosione di alto livello e sono in corso test per l'utilizzo in linea di produzione di accessori e bodyparts».
Ma le applicazioni del magnesio sono ben più ampie. Dai componenti per aeromobili, motori, automotive alle biciclette, dagli utensili alle attrezzature per la movimentazione dei material. Da pc, tv e cellulari alle applicazioni biomediche.
Il progetto – presentato a ottobre agli investitori internazionali della Fiera dell’Alluminio di Dusseldorf – prevede la costruzione di un primo impianto “pilota” sempre a Pozzo d’Adda.
Un investimento tra 5 e 7 milioni di euro per circa 4mila metri quadrati. La posa della prima pietra è prevista a metà del 2019. L’impianto dovrebbe essere operativo nel 2020.
«Pensiamo – ha aggiunto il direttore generale, Gianluca Frigerio – che l’impianto possa essere replicabile in aree geografiche a basso costo del Kwh (per esempio, regione del Golfo e l’Est europa) attraverso 5 o 6 siti produttivi nei prossimi 5 anni, per un totale complessivo di investimenti di 30-35 milioni».
L’impianto pilota avrà un consumo energetico in fase di picco di soli 3 megawatt, potendo produrre circa 500mila mq/ anno di materia trattata, a costi comparabili con quelli attuali del mercato dell'ossidazione dura, con un processo a zero emissioni inquinanti.
La tutela dell’impianto sarà affidata a un patto di riservatezza industriale tra Rota Group ed Henkel.