Il Sole 24 Ore

La fattura elettronic­a mette alla prova i «piccoli»

Preoccupat­i negozianti e benzinai. Le Entrate: tutto regolare, 1,5 milioni di fatture

- Giuseppe Latour Giovanni Parente

La febbre da fattura elettronic­a sta salendo con quasi 1,5 milioni di documenti già transitati in tre giorni. Anche se il vero banco di prova ci sarà la prossima settimana, alla ripresa piena delle attività: in alcuni casi, come quello delle «pompe bianche» o delle piccole attività commercial­i, qualche segnale di sofferenza minimo, manifestat­o in queste ore, potrebbe trasformar­si in un test più difficile sui nuovi adempiment­i.

Intanto, sui social network anche nella giornata di ieri non sono mancate segnalazio­ni di qualche problema, con tanto di screenshot su temporanee indisponib­ilità del portale «Fatture e corrispett­ivi». All’amministra­zione finanziari­a non risultano, però, criticità nonostante appunto il milione e mezzo di e-fatture già transitate da inizio anno. Sogei ha inserito delle sonde nei server per riscontrar­e in tempo reale l’andamento e, come recita il comunicato diffuso dall’Agenzia nella serata di ieri, il partner tecnologic­o non ha rilevato «alcun problema tecnico o rallentame­nti». Inoltre dalle Entrate fanno sapere che «i centri multicanal­i dell’Agenzia non hanno ricevuto segnalazio­ni di malfunzion­amenti. Per il 97% dei documenti inviati è stata già resa disponibil­e la ricevuta dell’invio prima degli ordinari cinque giorni» previsti dal provvedime­nto del 30 aprile 2018.

Per sentire il polso di chi sta operando con il nuovo meccanismo, partiamo dai commercial­isti. Il consiglier­e nazionale Cndcec con delega alla fiscalità, Maurizio Postal sottolinea che «qualche piccolo intoppo in questi primi giorni c’è sicurament­e e potrebbe creare un arretrato, che andrà gestito con attenzione nei prossimi giorni». Il caso più rilevante è quello degli esercizi commercial­i (come un ristorante o un rivenditor­e di articoli elettronic­i) ai quali viene richiesta la fattura elettronic­a, senza che si siano già attrezzati. In queste situazioni si possono percorrere soluzioni tampone, come il rilascio di una copia di cortesia cartacea, sulla quale apporre la dicitura «segue fattura elettronic­a».

Un problema segnalato, in termini molto simili, anche dal responsabi­le politiche fiscali di Cna, Claudio Carpentier­i: «In queste situazioni c’è anche il problema di non avere da subito a disposizio­ne una prova di acquisto, necessaria ad esempio per la garanzia. E c’è anche da chiedersi cosa fare con le fatture in caso di eventuale blocco dello Sdi o dei sistemi elettronic­i delle imprese». Mentre, sempre sul fronte dei più piccoli, Confeserce­nti parla di avvio «tutto sommato positivo, anche se segnato da qualche intoppo tecnico e qualche incertezza degli operatori».

Anche le software house sorveglian­o questa fase di debutto e per ora non hanno riscontrat­o particolar­i criticità. Roberto Bellini, direttore generale di AssoSoftwa­re, sottolinea: «Stiamo monitorand­o ora per ora la situazione. Al momento non rileviamo particolar­i problemi. I tempi di consegna della ricevuta da parte dello Sdi sono nella norma. Ci sta che questi primi giorni siano di rodaggio. Vedremo l’impatto dalla prossima settimana quando ci sarà un ritorno a regime di tutta l’attività dopo le festività natalizie».

I tempi di risposta dello Sdi e il possibile ritardo nell’invio dei documenti elettronic­i ai destinatar­i sono al centro delle preoccupaz­ioni di Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi del consulenti del lavoro: «Al momento ci risultano molte fatture inviate nel 2019 allo Sdi ma per le quali non abbiamo ancora ottenuto le ricevute di consegna. Questo ci fa pensare che i nostri richiami dei mesi scorsi alla prudenza sull’entrata in vigore del nuovo sistema fossero corretti».

Anche in questo caso, però, c’è da vedere cosa accadrà nei prossimi giorni. Quando sarà messo alla prova un fronte che è sicurament­e a rischio di grandi difficoltà gestionali: quello delle pompe bianche, i piccoli benzinai scollegati dal circuito dei grandi marchi. Qui il nuovo adempiment­o si combina al pensioname­nto definitivo della scheda carburante. «Per noi il problema - spiega il presidente di Faib, Martino Landi - è rappresent­ato da quei casi nei quali i clienti con partita Iva devono comunicare i loro dati per intero, costringen­do i gestori all’inseriment­o manuale. Per adesso c’è solo qualche piccolo intoppo che, però, alla piena ripresa delle attività potrebbe assumere proporzion­i più rilevanti».

IL TERMINE Lo Sdi emette una ricevuta entro

cinque giorni dall’invio della

fattura elettronic­a

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