Il Sole 24 Ore

Mutui casa, nel 2019 nessuna scossa sui tassi

Entro fine 2019 sarà pronto il nuovo indice che regola 2.900 miliardi di asset: in caso di mancata rilevazion­e entra in gioco un altro meccanismo di calcolo. Per i clienti previste correzioni di qualche centesimo ai tassi

- Cellino, Lops, Dezza

Il 2019 sarà l'anno in cui la riforma dei tassi del mercato interbanca­rio vedrà il traguardo: l’arrivo di Ester al posto di Eoniae, soprattutt­o, il cambio del calcolo dell’Euribor, cui sono legati i mutui a tasso variabile, la maggioranz­a dei finanziame­nti casa nel nostro Paese. Per i clienti attese correzioni di qualche centesimo ai tassi applicati. Economia e inflazione in frenata rimandano al 2020 i rialzi dei tassi Bce. L’unica alea dai ritocchi applicati dalle banche per il rincaro della raccolta.

Ester, il sostituto di Eonia non oltre ottobre e il nuovo Euribor «ibrido» entro fine anno. Se tutto procede come stabilito dal ruolino di marcia, e come al momento gli eventi lasciano presagire, il 2019 sarà l’anno in cui la grande riforma dei tassi del mercato interbanca­rio vedrà l’atteso traguardo. Non si tratta di una questione puramente tecnica, perché come è noto ai diversi parametri Euribor sono legati i mutui a tasso variabile, che rappresent­ano pur sempre la maggioranz­a dei finanziame­nti casa in circolazio­ne nel nostro Paese. Fare chiarezza su quanto accadrà nei mesi a venire e sulle possibili conseguenz­e per il pubblico è quindi più che mai opportuno, anche se non è immediato perché la materia è complessa anche per gli addetti ai lavori.

L’Euribor «ibrido»

Parlando dell’Euribor, sulla cui riforma sta lavorando a spron battuto l’European money market institute (Emmi) insieme alle 20 banche che attualment­e compongono il panel di rilevazion­e, si sa che il tasso rilevato con una nuova metodologi­a dovrebbe appunto vedere la luce prima del 2020. Questo perché la European Benchmark regulation (Bmr) ha dato due anni di tempo a partire dal primo gennaio 2018 per adeguare ai principi internazio­nali gli indici di mercato e la metodologi­a con cui vengono calcolati, nel tentativo di metterli al riparo dagli scandali finanziari che nel recente passato hanno coinvolto molti dei tassi «ibor». Il condiziona­le in questo caso resta tuttavia d’obbligo, perché non è un mistero che molti istituti di credito, pur continuand­o a impegnarsi per rispettare le scadenze e garantire il passaggio di consegne, vedrebbero di buon occhio una dilazione dei tempi di applicazio­ne della direttiva.

È anche ormai noto che l’Euribor riformato sarà ibrido, verrà cioè determinat­o quando possibile sulla base degli effettivi scambi di mercato sulle diverse scadenze e, in assenza di transazion­i, sulle stime del costo della raccolta effettuata dalle banche del panel. Cambia dunque la metodologi­a attraverso la quale i valori vengono determinat­i, ma non la natura del tasso stesso: cosa che dovrebbe (anche qui il beneficio del dubbio resta al momento necessario) semplifica­re la questione sotto gli aspetti legali, senza cioè obbligare le banche a rivedere e aggiornare tutti i contratti attualment­e in vigore.

Il doppio ruolo di Ester

Qualcosa però potrebbe cambiare per i nuovi mutui, anzi in parte avrebbe dovuto già cambiare lo scorso anno, perché in base alla direttiva le banche dovrebbero già indicare negli stessi contratti anche il «sostituto» dell’Euribor in caso di mancata rilevazion­e di questo. Ed è qui che la questione si intreccia a doppio filo con Ester, l’Euro short-term rate, altro tasso protagonis­ta della rivoluzion­e del 2019 che la Bce pubblicher­à non oltre ottobre e che non solo dovrà prendere il posto di Eonia (Euro overnight index average, il tasso utilizzato in particolar­e per operazioni in derivati sui mercati all’ingrosso che non rispetta più i dettami della Bmr), ma che è stato designato per diventare il risk-free rate dell’Eurozona e per funzionare come paracadute nel caso appunto il calcolo di Euribor non dovesse essere rilevato.

Per rendere Ester funzionale a questo ulteriore scopo e per garantire un passaggio di consegne più agevole possibile con il predecesso­reEoni a,ilgr up podi lavoro sulris k-free rate, coordinato da rappresent­anti dell’industria bancaria e all’interno del quale la Bce riveste il ruolo di segretaria­to, è pienamente all’ opera e il 20 dicembre ha lanciato due consultazi­oni pubbliche fra operatori di mercato, associazio­ni di categoria e istituzion­i, che dovranno inviare le proprie osservazio­ni entro il primo febbraio. Le questioni in ballo sono principalm­ente tecniche, visto che è necessario costruire una struttura a termine (una settimana, uno, tre, sei e 12 mesi) per un tasso che di base è overnight e occorre definire in parallelo le modalità più opportune perla gestione della transizion­e da Eoni a ad Ester. Ma rischia di essere anche di sostanza perché, come è apparso evidente dalle simulazion­i effettuate fino a oggi, i valo ridi Ester risultano inferiori( in media circa 8 punti base, cioè centesimi) rispetto a quelli di Eoni a el afa sedi transizion­e si presenta tutt’ altro che banale, se non opportunam­ente gestita.

Una manciata di centesimi

A una questione dicentesi mi, ma in questo caso per fortuna appenauna manciata, si riduce anche la differenza fra il« vecchio» E uri bo re il nuovo tasso che sta mettendo a punto E mmi. Oltre alle principali indicazion­i sulla metodologi­a da adottare, un documento messo in consultazi­oneil 17 ottobre 2018( e sul quale le banche egli altri attori sul mercato si sono pronunciat­i inviandoi propri contributi entro la fine di novembre) conteneva infatti anche gli esiti di una fa sedi simulazion­eche ha portato a circoscriv­ere fra -1 e -5 punti base a seconda delle scadenze lo scarto rispetto ai valori rilevati con la metodologi­a attuale. Non abbastanza quindi permettere in allarme i mutuatari che controllan­o ogni mese l’Euribor, considerat­o poi che i valori sarebbero leggerment­e inferiori, anche se occorreràv­edere cosa succederà all’ atto pratico, magari in un periodo di maggior tensione sui tassi rispetto a quello attuale.

Un pizzico di chiarezza in più su come il nuovo Euribor sarà recepito anche dagli addetti ai lavori potremmo averla già nelle prossime settimane, quando verranno pubblicate le reazioni alla consultazi­one. Forte degli esiti delle simulazion­i, Emmi sta attivament­e lavorando per chiedere nei prossimi mesi il riconoscim­ento del proprio ruolo di amministra­tore del

benchmark riformato alla Fsma (l’au

torità di controllo belga, dalla quale è regolato) sulla base dei principi BmrIosco, necessaria perché il parametro possa essere operativo anche per nuovi contratti non oltre il 1° gennaio 2020. In ballo, secondo le stime Bce, restano prestiti per un valore di 2.900 miliardi di euro e strumenti di debito per ulteriori 360 miliardi suddivisi fra titoli di Stato, obbligazio­ni bancarie e aziendali. Non proprio spiccioli.

Le banche vedrebbero di buon occhio una dilazione dei tempi di applicazio­ne della nuova direttiva

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LENAIN HERVÉ / AFP La tenuta del mattone.Il nuovo anno non lascia prevedere shock nel mercato dei prestiti per la casa
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(*) Dato relativo al 2016. Fonte: European Mortgage Federation, Bce, Banche centrali nazionali

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