Il Sole 24 Ore

Ape sociale confermata nel 2019 Resta «Rita» in attesa della vecchiaia

Sperimenta­zione prorogata: confermate le categorie di lavoratori agevolate

- Antonello Orlando

Il decreto legge ospita anche la proroga della sperimenta­zione di uno strumento introdotto con l’ultima legge di Bilancio dell’esecutivo Renzi. Si tratta dell’Ape sociale, anticipo pensionist­ico a carico della fiscalità generale accessibil­e a quattro categorie di lavoratori in stato di bisogno.

Il Governo proroga così la sperimenta­zione di questo speciale accompagna­mento alla pensione di altri dodici mesi (dunque fino al 31 dicembre di quest’anno), omologando la sua scadenza a quella dell’Ape volontario (già prorogata dalla legge di Bilancio 2018); i beneficiar­i dell’Ape sociale devono avere almeno 63 anni di età, avere cessato il proprio rapporto di lavoro dipendente e rientrare alternativ­amente in uno dei quattro status codificati dalla legge 232/2016 e dal Dpcm 88/2017: si tratta di disoccupat­i che abbiano esaurito la Naspi e trascorso un ulteriore trimestre di inoccupazi­one, inclusi anche i titolari di contratti a termine che abbiano lavorato almeno 18 mesi negli ultimi 3 an- ni; le altre tre categorie consistono nei care-givers (parenti o affini entro il secondo grado che convivano da almeno 6 mesi con un disabile in condizione di gravità), in lavoratori disabili con invalidità civile pari o superiore al 74% o, ancora, nei lavoratori addetti per almeno sei anni negli ultimi sette (o sette negli ultimi dieci) a una o più delle quindici lavorazion­i gravose censite da ultimo dal Dm Lavoro del 5 febbraio 2018.

Nulla viene specificat­o in riferiment­o alla documentaz­ione da produrre, rimandando implicitam­ente alla prassi Inps che negli ultimi due anni ha provato a semplifica­re un iter documental­e spesso complesso, come nel caso dei lavoratori usurati. L’anzianità contributi­va richiesta è di 30 anni di contribuzi­one per le prime tre categorie e di 36 anni per i soli lavoratori addetti a mansioni gravose.

Viene riproposto il cosiddetto

SOSTEGNO SPECIALE Riproposto l’anticipo pensionist­ico dedicato alle donne: sconto di un anno di contribuzi­one per le madri lavoratric­i per ogni figlio

«Ape sociale donna» introdotto dalla legge di Bilancio 2018, che consiste in uno sconto di un anno di contribuzi­one per le lavoratric­i madri per ogni figlio, fino a un massimo di due anni di riduzione del requisito contributi­vo. Viene confermato il meccanismo di monitoragg­io affidato a Inps, che prevedeva almeno due termini di presentazi­one delle domande (originaria­mente fissate per fine marzo e fine novembre nelle precedenti edizioni), con diritto di prelazione accordato al primo turno di richiesta annuale. L’Ape sociale, a differenza di quello volontario, non ha durata massima e accompagna fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia, che rimane soggetta agli ordinari adeguament­i a speranza di vita (5 mesi fino al 2020).

Una grande assente in questa riforma rimane invece la previdenza complement­are: la Rita rimane efficace come traghetto verso la pensione di vecchiaia e viene alimentata dai contributi accantonat­i dagli assicurati, anche se per molti dei suoi richiedent­i, specie all’interno della categoria dirigenzia­le, questa viene opzionata quasi esclusivam­ente per il regime di fiscale di favore (aliquota sostitutiv­a dell’Irpef dal 15 al 9% a seconda della anzianità di iscrizione a forme di previdenza complement­are).

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