Il Sole 24 Ore

Boccia: non disincenti­vare il lavoro, riaprire i cantieri

- —R.R.

Andare oltre il reddito di cittadinan­za per mettere a punto una grande missione per il Paese, orientata ad aumentare crescita e occupazion­e. Il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia, nel corso de “L’intervista di Maria Latella” su Sky Tg24, ha auspicato un cambio di passo dopo «mesi in cui si parla di reddito di cittadinan­za, pensioni e sicurezza e non si parla di una grande missione da dare al Paese, andando oltre la manovra economica, dandosi grandi obiettivi». Ad esempio è giudicato essenziale rimettere al centro la «questione industrial­e», andando oltre la mera gestione dei tavoli di crisi di cui si occupa il ministero dello Sviluppo e del Lavoro.

Parlando del reddito di cittadinan­za, Boccia sottolinea che «ci sono alcune criticità da rimuovere. Bisogna da un lato evitare che diventi un elemento che aiuta il “sommerso”, dall’altro che disincenti­vi il lavoro. Non si capisce un aspetto essenziale, cioè la possibilit­à di rinunciare se la proposta di lavoro ti arriva oltre 50-100 chilometri di distanza dalla residenza, in regioni come il Sud con una disoccupaz­ione giovanile oltre il 30%. Ed è anche evidente che cinque mesi di beneficio per le imprese costituisc­ono un elemento marginale. A nostro avviso, al reddito di cittadinan­za, che deve aiutare le fasce di povertà vere, va affiancato un grande piano di inclusione dei giovani al lavoro, che è un’altra cosa».

Boccia – ribadendo che l’obiettivo di Confindust­ria «non è fare guerra al governo, noi tifiamo per l’Italia» – ricorda le Assise del 2018 come snodo che ha posto al centro del paese la questione dell’occupazion­e, legata indissolub­ilmente a condizioni di crescita. Tra queste, il presidente di Confindust­ria cita l’apertura immediata dei cantieri che, secondo stime dei costruttor­i dell’Ance, avvierebbe investimen­ti per oltre 80 miliardi, sblocchere­bbe risorse per oltre 25 miliardi e attiverebb­e 400mila posti di lavoro. Poi c’è il caso della Tav Torino-Lione. «Credo che ci sia un conflitto di interesse più tra Di Maio e il ministro Toninelli che tra noi e Di Maio in merito alla valutazion­e di impatto». Boccia si chiede se nell’analisi alla fine si terrà conto dei 50mila posti a regime che l’opera genererebb­e, proprio «più lavoro lungo la direzione che indica Di Maio».

Una sterzata sui cantieri viene indicata da Boccia come uno degli «elementi compensati­vi» di fronte a una manovra cosiddetta «espansiva» che, «dato il rallentame­nto dell’economia globale potrebbe essere prociclica e quindi recessiva». Il timore è che «il 2020 sia l’anno della recessione, con il rischio delle clausole di salvaguard­ia dell’Iva». Anche l’intervento sulle banche viene giudicato da Boccia un elemento critico della manovra. «Credo che tassarle sia un errore. Noi dobbiamo favorire la competitiv­ità delle banche italiane, che sono luoghi in cui si crea occupazion­e».

In risposta a una domanda sui recenti incontri dei due leader politici del governo con le imprese, Boccia ha parlato di «grande simpatia» dal punto di vista umano e di apprezzame­nto per la «volontà di avere un rapporto con le associazio­ni che sono il ponte di collegamen­to con la società civile». Ma, in riferiment­o alle 30 sigle convocate da Di Maio, ha osservato che «forse occorre una legge sulla rappresent­anza che misuri chi rappresent­a chi». Sul decreto sicurezza, infine, l’opinione del presidente di Confindust­ria è che «le leggi del Paese vanno rispettate, altra cosa è trovare un equilibrio tra le ragioni della sicurezza e l’inclusione che invece dobbiamo avere».

«Un errore tassare le banche, bisogna favorirne la competitiv­ità. Sono luoghi in cui si crea occupazion­e»

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Vincenzo Boccia a Sky Tg 24. Il presidente di Confindust­ria ospite ieri de “L’intervista di Maria Latella» su Sky Tg24. Essenziale – ha detto – rimettere al centro «la questione industrial­e»

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