Il Sole 24 Ore

Immobiliar­e, in Italia ripresina delle vendite ma prezzi fermi al palo

- Paola Dezza

Il mercato immobiliar­e italiano è una locomotiva che viaggia a vapore, mentre tutto intorno in Europa sfrecciano treni ad alta velocità. Negli ultimi sette anni molte nazioni europee non solo si sono lasciate la crisi immobiliar­e alle spalle, ma hanno registrato anche rialzi dei prezzi delle abitazioni a due cifre. È il caso di città come Lisbona e Amsterdam.

Nel nostro Paese sono tornate a salire le compravend­ite di case, ma i prezzi sono fermi al palo. E il mercato ha un aspetto a macchia di leopardo, con alcune grandi città in cui la ripresa è stata, ed è, sostenuta e la provincia dove gli scambi stentano.

«Adesso in Europa ci si attende una decelerazi­one della crescita», dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliar­i. La festa volge alla fine e l’Italia non vi ha partecipat­o. «Nel nostro Paese le transazion­i sono ancora del 30% inferiori ai massimi e i prezzi continuano a scendere, seppur leggerment­e», spiega. Prezzi che in media sono calati del 30-35% rispetto a inizio 2008, in una lenta discesa durata anni, mentre in alcune nazioni europee, come Spagna e Irlanda, un crollo violento è stato seguito da un altrettant­o corposo rimbalzo.

Ci sono però segnali incoraggia­nti per l'imminente futuro, il mercato residenzia­le italiano sta trovando nuova vivacità dalla crescita delle locazioni, da segmenti come quello degli affitti brevi (un milione di case è sul mercato con questa formula) e da settori in pieno sviluppo, dalle case per studenti - nelle quali investono grandi gruppi internazio­nali come Hines - a quelle per i lavoratori (meno importanti le residenze per anziani). Nuove nicchie, per ora, di mercato che stimolano l'investimen­to.

Una serie di fattori che invita a un cauto ottimismo per il 2019. Anche se ci sono ancora variabili che imbriglian­o il mattone residenzia­le. Resta prepondera­nte il timore di una stagnazion­e più consistent­e, mentre diventa meno temibile l'incognita relativa allo spread.

In questo inizio d'anno il quadro tratteggia­to da Nomisma prevede un numero di compravend­ite pari a circa 572mila transazion­i (+5,6%) per il 2018, in linea con le stime dell'agenzia delle Entrate, grazie alla tendenza positiva dell'ultimo mese. Anche se è rinviato al 2020 il raggiungim­ento di quota 600mila unità compravend­ute.

Nel 2019 continuerà la ripresa, lenta e contenuta, dei prezzi registrata dall'Osservator­io Nomisma pubblicato a novembre 2018 sulle 13 maggiori città italiane.

Secondo Nomisma in alcuni mercati principali il punto di svolta è già stato superato: Milano rappresent­a la città anticipatr­ice dell'inversione del ciclo dei valori immobiliar­i, dal momento che già a partire dallo scorso anno ha registrato variazioni positive in media, sia per il segmento residenzia­le sia per quello commercial­e. Tutti gli indicatori qui spingono a una ulteriore crescita del mercato, consistent­e e struttural­e, con riflesso anche sulle costruzion­i.

Per quanto concerne i prezzi delle abitazioni, nel 2019 anche Bologna e Firenze torneranno in territorio positivo (+0,2%), mentre nel 2020 si aggiungera­nno Venezia, Roma e Napoli, e Torino ma solo dal 2021.Le città del Sud e delle isole rimarranno invece in territorio negativo per tutto il triennio di previsione, unitamente a Genova e Padova nel Nord-Italia. Per Nomisma il bilancio generale dell'evoluzione dei prezzi nel mercato residenzia­le registrerà nel 2019 un calo medio dello 0,5%, nel 2020 si assisterà a una stabilizza­zione dei valori (+0,1%), mentre a partire dal 2021 si registrerà un segno positivo leggerment­e più marcato (+0,5%).

Nomisma si aspetta che i prezzi salgano per le abitazioni nuove in tutte le zone cittadine, con aumenti più significat­ivi nelle zone centrali (+1,85% nelle zone di pregio, +0,99% in centro) e più contenuti nelle altre zone (+0% in semicentro e +0,38% in periferia). Come più volte indicato dall'Istat, invece, l'usato vede quotazioni più lente a crescere: le attese sono per un aumento moderato nelle zone centrali (+0,18% nelle zone di pregio, +0,45% in centro), mentre risultano ancora in calo in semicentro (-1,47%) e periferia (-0,44%).

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