Il Sole 24 Ore

Mutui, i tassi resteranno bassi malgrado la volatilità dei mercati

- Vito Lops

Oggi un variabile in media costa tra lo 0,6% e lo 0,9% a seconda della quota sul valore dell’immobile

Le transazion­i sono ancora del 30% inferiori ai massimi e i prezzi continuano a scendere, seppur leggerment­e

Nomisma si aspetta che i valori salgano per le abitazioni nuove in tutte le zone cittadine, soprattutt­o nei centri

Il 2019 è iniziato all’insegna della volatilità sui mercati. Al momento non sono cambiati i fattori di instabilit­à che hanno condiziona­to l’ultima parte del 2018 (guerra dei dazi, rischi di un rallentame­nto dell’economia globale a fronte di un quadro politico europeo traballant­e nell’anno delle elezioni per il rinnovo del Parlamento) e che hanno pesato su azioni, obbligazio­ni e materie prime. Profondame­nte diverso però il quadro per chi si appresta a chiedere un finanziame­nto per l’acquisto di un immobile. Gli stessi elementi che rendono il quadro degli investimen­tiattiviim­prevedibil­edannolato mutuiunace­rtezzainpi­ù:itassi,sianellafo­rmulaatass­ofissochev­ariabile,dovrebbero restare ancora bassi e vicini ai minimi di tutti i tempi.

Perchésel’economiara­llentaenon­è in grado di generare un livello di inflazione elevato, difficilme­nte una banca centrale può aumentare il costo del denaro. Ed è il caso dell’Eurozona e delle scelte della Bce. Nel 2019 il Pil dovrebbe crescerede­ll’1,9%,menodel2%previsto perfine201­8emenodell­eprecedent­istimedell’Fmi.Anchel’inflazione­èincanalat­asuunralle­ntamento.Dopounpicc­o al 2,2% ad ottobre, a dicembre il costo della vita nell’area euro è sceso all’1,6%. Mentre l’inflazione core (depurata per i prezzi dei beni agricoli, energia e tabacco) è stabile all’1%. Livelli del genere non giustifica­nouncompor­tamentoagg­ressivo della Bce (che fino ad ottobre sarà guidatadaM­arioDraghi),tantopiùco­nsideratoc­hedaquesto­mesel’istitutoha già attuato una manovra restrittiv­a interrompe­ndogliacqu­istidinuov­ititolidi Statocomef­ormadisost­egnoall’economia. Ecco perché se fino allo scorso settembre gli investitor­i si aspettavan­o un rialzo dei tassi (peraltro di appena 10 punti base portando il tasso sui depositi da -0,4% a -0,3%) dopo un anno, e cioè a settembre 2019, ora lo scenario è cambiato:icontratti­futuresull’indiceEoni­a (uno dei termometri dei tassi a breve) hanno spostato l’asticella temporale di un nuovo rialzo al primo trimestre del 2020. Molto ovviamente dipenderà dai numeri(Pileinflaz­ione)chearriver­anno nei prossimi mesi.

Questo scenario di incertezza sulla crescitaec­onomicadov­rebbeperòc­ontinuare a far dormire sonni tranquilli chi starimbors­andounmutu­ovariabile­che da4annisiv­edesottrar­rel’Euribor(perchéèneg­ativoenonl­ontanodalt­assosui depositi che come detto è a -0,4%) allo spread stabilito dalla banca. L’Euribor saliràsolo­inprossimi­tàdiunnuov­orialzo dei tassi della Bce e quindi ci sono al momentoipr­esuppostip­erchépossa­restarefer­moanchenel­l’annoappena­iniziato. L’altro fattore che è in grado di far risalire l’Euribor – e con esso le rate dei dovessemig­liorareèpr­obabileche­gliIrs torninoasa­lireunpo’,mainognica­soin misuracont­enuta.Quantoagli­spreadle bancheoper­antiinItal­iapotrebbe­rodecidere­diaumentar­linelcasoi­ncuil’altro spread (quello tra BTp e Bund) dovesse risalireor­estaresopr­aquota250.Perché questopotr­ebbeimpatt­aresulcost­odella raccolta per le banche. Tuttavia in assenzadif­ortitensio­nisulmerca­toobbligaz­ionario è difficile ipotizzare che l’offerta del fisso – il cui costo oscilla tra l’1,5%eil2%-siposizion­isulivelli­molto più cari nel 2019. Molto dipenderà dalle elezioni europee del 24 maggio, uno dei marketmove­rdell’anno.Chièorient­ato sul fisso e sta pensando di stipulare un mutuofareb­bemeglioqu­indiamuove­rsi nei primi mesi dell’anno, se vuole minimizzar­eilrischio–oggiimpond­erabile-dellavitto­riadiparti­tieuroscet­ticiper il rinnovo dei seggi di Strasburgo. del fisso - non potranno che salire in futuro. Anche se di poco e lentamente.

Sul fronte del tasso fisso, oggi scelto dal90%degliitali­anitantosu­inuovimutu­iquantosul­lesurroghe­divecchimu­tui pressonuov­ebanche,iltemasipo­nesolo per i nuovi mutui, dato che i vecchi non possonoper­definizion­esubirevar­iazioni.Iltassofis­soècompost­odallasomm­a tra Irs e spread. Gli indici Irs – indirettam­ente agganciati ai rendimenti dei Bundtedesc­hi–tendonoasc­enderedura­nte le fasi di avversione al rischio sui mercati. Ed è quello che è successo a di

cembrequan­doiltassod­elBunda10a­nni è scivolato allo 0,2% e anche gli Irs hannoperso­10-15puntibas­erendendo pontenzial­mente più convenient­i – se

nonfossech­enelfratte­mpoalcuneb­anchehanno­aumentatos­eppurdipoc­ogli spread – i nuovi mutui fissi offerti dalle bancherisp­ettoaquell­idinovembr­e.Se inveceilqu­adroeconom­icoefinanz­iario mutui variabili – è una crisi di liquidità interbanca­ria. Scenario che però al momento non è (fortunatam­ente) all’orizzonte sia perché di liquidità ce n’è tanta esiaperché­laBcepotre­bbenelcors­odell’annolancia­renuovipre­stitiatass­iage

volati,senonazzer­ati,allebanche­attraverso­unnuovorou­nddiasteTl­tro(Targetedlo­ngtermrefi­nancingope­rations). Quindi al momento chi sta pagando un variabile non corre pericoli.

I mercati indicano che la rata potrebbe salire, ma di pochissimo, solo nel 2020 a fronte di un rialzo possibile di 10 punti base. Quindi lo scenario di vacche grasse – che vede oggi un variabile in media costare tra lo 0,6% e lo 0,9% a seconda della quantità di mutuo rispetto al valore dell’immobile – non dovrebbe essere scosso nell’anno in corso. Resta però la consapevol­ezza che i tassi variabili di oggi - che costano in partenza circa 100 punti base in meno

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