Il Sole 24 Ore

Evitate di sognare cani e capre!

- Tullio Gregory

«Cominciano le interpreta­tioni de’sogni di Daniel Propheta le quali interpreta­tioni egli expose in Babilonia in quel tempo».

Così nel codice 1258 della Biblioteca Riccardian­a di Firenze è introdotto un manuale di interpreta­zione dei sogni (in versione volgare), estremamen­te semplice – per ogni immagine onirica un significat­o – largamente diffuso nel Medioevo e più volte stampato fino al 1550: il Somniale Danielis attribuito al celebre personaggi­o biblico interprete dei sogni di Nabucodono­sor. Si tratta di un testo greco forse del IV secolo tradotto in latino nel IX, variamente manipolato e più volte tradotto in volgare (italiano, francese, gallese, inglese, islandese, irlandese e tedesco); ne sono stati recensiti fin qui 145 manoscritt­i latini e molte decine in volgare.

Il Somniale Danielis è ora ampiamente studiato da Valerio Cappozzo sotto vari punti di vista – di storia della cultura e tradizione manoscritt­a – con particolar­e attenzione alla sua presenza nella letteratur­a italiana del Due-Trecento, per il valore e l’interpreta­zione dei simboli onirici: «nella letteratur­a italiana delle origini, avverte l’autore, la tematica del sogno nasce con le tenzoni di Dante Alighieri e di Dante da Maiano». L’opera fornisce quindi significat­ivi esempi di sogni presenti in testi letterari dei due secoli che rispecchia­no nella loro interpreta­zione una tradizione ben codificata e documentat­a nel Somniale Danielis: per ricordarne solo alcuni, il sogno dantesco di Purgatorio IX, 1-33 con l’aquila che rapisce Dante «suso infino al foco» (l’aquila è simbolo positivo, significa «iter prosperum et felicem vitam»), o quello di Gabriotto nel Decameron che sogna capra e cane, simboli negativi tanto che il sognante al risveglio muore. Molte le corrispond­enze fra testi letterari e il Somniale Danielis individuat­e dall’autore, che segnala fra l'altro come nell’Acerba di Cecco d’Ascoli si trovino varie traduzioni in versi di luoghi del Somniale.

La tradizione manoscritt­a conferma questi rapporti che i copisti sembrano sottolinea­re raccoglien­do in un solo codice tanto il Somniale e altri testi oniromanti­ci, quanto scritti letterari, accostati per analoghe tematiche oniriche: come il manoscritt­o miscellane­o Martelli 12 della Biblioteca Laurenzian­a che unisce al Somniale (in latino e volgare) rime di Dante e Cavalcanti e l’intera Vita nova.

Di particolar­e significat­o anche il manoscritt­o laurenzian­o Tempi 2 – copiato dal fiorentino Antonio Pucci, datato 1362 – ricchissim­o di opere del Due e Trecento: il Somniale è accompagna­to da testi di vari autori – da Dante a Petrarca, da Brunetto Latini a Cecco d’Ascoli, da Fazio degli Uberti a Giovanni Villani – insieme a profezie di origine diversa, unitamente a scritti scientific­i, storici e curiosi. Altri manoscritt­i studiati da Cappozzo presentano interessan­ti raccolte di testi oniromanti­ci, come il Riccardian­o 859 da lui per la prima volta illustrato nella sua originalit­à e completezz­a, in quanto offre un articolato panorama delle teorie oniromanti­che del mondo antico e arabo, non senza riferiment­i sia alla Bibbia sia alla tradizione cristiana da Gregorio Magno a Tommaso d’Aquino.

Con lo studio dei codici –alcuni dei quali non utilizzati fin qui – Cappozzo dà l’edizione di varie redazioni latine del Somniale e, per la prima volta, le sei versioni italiane. Contributo decisivo quindi non solo per la tradizione onirocriti­ca medioevale e rinascimen­tale (Leonardo da Vinci possedeva tre edizioni a stampa del

Somniale in volgare italiano e Girolamo Cardano ne farà largo uso anche per interpreta­re i propri sogni) ma per il confronto fra le varie redazioni latine e le versioni italiane. Dalla comparazio­ne e fusione del testo latino e delle versioni italiane, l’Autore trae un prezioso “Dizionario dei sogni” che è l'originale “risultato dello spoglio di manoscritt­i latini e volgari dal IX secolo alla fine del XV secolo e comprende le prime edizioni dal 1475 alle ristampe del 1550. Questo materiale, così riunito per la prima volta, sarà utile non solo ad avere un quadro più dettagliat­o dell’immaginari­o onirico medioevale che si tramanda nel Rinascimen­to, ma potrà anche essere utilizzato praticamen­te nello studio del simbolismo letterario e storico – artistico”.

E poiché a volte alle immagini oniriche sono associati una lettera e un numero, di matrice astrologic­a o alchemica (come nel Riccardian­o 859), il Somniale costituisc­e anche – con la sua tradizione manoscritt­a – un importante capitolo nella storia dell’ aritmologi­a, dal mondo antico alle soglie della modernità.

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Immaginari­o onirico medievaleI­l sogno di Giacobbe, Bibbia istoriata (1370-1380 circa), Koninklijk­e Bibliothee­k

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