Tesla investe 5 miliardi per produrre veicoli elettrici a Shanghai
È la prima grande azienda occidentale a investire direttamente in Cina Investimento totale da cinque miliardi di dollari Musk debutta fuori dagli Usa
Nel giorno in cui a Pechino sono ripresi i negoziati tra Cina e Stati Uniti sulla war trade un altro segnale distensivo nei rapporti tra i due paesi è arrivato da Tesla. Elon Musk ieri ha posato la prima pietra per la costruzione del suo stabilimento in Cina, ribattezzato nello stile dell’inventore «Gigafactory», il primo fuori dagli Usa per il costruttore californiano.
Tesla è la prima grande azienda occidentale che investe direttamente in Cina, grazie alle nuove normative che non impongono più alle aziende straniere di automotive l’obbligo di joint venture con partner locali, come è stato finora per tutti i car maker globali, da General Motors a Toyota. Nuove regole che sono parte degli sforzi delle autorità cinesi per aprire il mercato dell’auto, nonostante i problemi della guerra commerciale. Il mercato cinese dell’auto è il primo per vendite in termini generali ed è il primo per i veicoli elettrificati in particolare – oltre un milione di auto a pila vendute le scorso anno. La Cina si prepara a dominare anche il comparto produttivo globale nei prossimi anni con l’elettrificazione del settore delle quattro ruote.
Per la costruzione dell’impianto di Tesla sono previsti investimenti per circa 5 miliardi di dollari. La fabbrica sorgerà nell’area industriale di Lingang, municipalità di Shanghai. A regime dovrebbe arrivare a produrre 500mila auto elettriche l'anno. «L’obiettivo è quello di finire i lavori in estate per iniziare a produrre le prime Model 3 a ottobre. Ma contiamo di arrivare entro il 2020 alla piena operatività della Gigafactory», ha detto il fondatore Elon Musk alla cerimonia di inaugurazione con il sindaco della città di Shanghai. In una prima fase si punterà a produrre 250mila auto, per arrivare al target dei 500mila veicoli entro un anno e mezzo. Tesla in Cina produrrà la Model 3 in una versione più economica denominata Y, destinata al mercato locale. Mentre le altre Tesla più costose, la Model S e la Model X, e anche le versioni più alte della Model 3/Y, continueranno a essere prodotte negli Stati Uniti per il mercato globale, Cina compresa.
A luglio, dopo la tornata di dazi decisi dall’amministrazione Trump, la Cina ha aumentato le tariffe doganali sulle auto importate dagli Usa al 40%. Da inizio anno i dazi sulle auto Usa sono stati abbassati però al 15% in seguito alla tregua sulla war trade siglata il primo dicembre al G 20 in Argentina. Dopo anni di crescita senza sosta gli investimenti per la realizzazione di nuovi stabilimenti per l’automotive si sono ridotti nel 2018, proprio per i problemi della guerra commerciale. In Cina tuttavia le vendite di auto elettrificate continuano ad aumentare grazie ai forti incentivi all'acquisto e alla produzione concessi dal governo, vicini al 30% del prezzo di vendita.
Le azioni Tesla ieri sono arrivate a guadagnare oltre il 5% a Wall Street. E sui mercati finanziari cinesi i titoli dei fornitori di Tesla, come Tianjin Motor Dies e Vt Industrial Technology hanno avuto un rally dopo i tweet e le dichiarazioni di Musk.