Il Sole 24 Ore

Tesla investe 5 miliardi per produrre veicoli elettrici a Shanghai

È la prima grande azienda occidental­e a investire direttamen­te in Cina Investimen­to totale da cinque miliardi di dollari Musk debutta fuori dagli Usa

- Riccardo Barlaam

Nel giorno in cui a Pechino sono ripresi i negoziati tra Cina e Stati Uniti sulla war trade un altro segnale distensivo nei rapporti tra i due paesi è arrivato da Tesla. Elon Musk ieri ha posato la prima pietra per la costruzion­e del suo stabilimen­to in Cina, ribattezza­to nello stile dell’inventore «Gigafactor­y», il primo fuori dagli Usa per il costruttor­e california­no.

Tesla è la prima grande azienda occidental­e che investe direttamen­te in Cina, grazie alle nuove normative che non impongono più alle aziende straniere di automotive l’obbligo di joint venture con partner locali, come è stato finora per tutti i car maker globali, da General Motors a Toyota. Nuove regole che sono parte degli sforzi delle autorità cinesi per aprire il mercato dell’auto, nonostante i problemi della guerra commercial­e. Il mercato cinese dell’auto è il primo per vendite in termini generali ed è il primo per i veicoli elettrific­ati in particolar­e – oltre un milione di auto a pila vendute le scorso anno. La Cina si prepara a dominare anche il comparto produttivo globale nei prossimi anni con l’elettrific­azione del settore delle quattro ruote.

Per la costruzion­e dell’impianto di Tesla sono previsti investimen­ti per circa 5 miliardi di dollari. La fabbrica sorgerà nell’area industrial­e di Lingang, municipali­tà di Shanghai. A regime dovrebbe arrivare a produrre 500mila auto elettriche l'anno. «L’obiettivo è quello di finire i lavori in estate per iniziare a produrre le prime Model 3 a ottobre. Ma contiamo di arrivare entro il 2020 alla piena operativit­à della Gigafactor­y», ha detto il fondatore Elon Musk alla cerimonia di inaugurazi­one con il sindaco della città di Shanghai. In una prima fase si punterà a produrre 250mila auto, per arrivare al target dei 500mila veicoli entro un anno e mezzo. Tesla in Cina produrrà la Model 3 in una versione più economica denominata Y, destinata al mercato locale. Mentre le altre Tesla più costose, la Model S e la Model X, e anche le versioni più alte della Model 3/Y, continuera­nno a essere prodotte negli Stati Uniti per il mercato globale, Cina compresa.

A luglio, dopo la tornata di dazi decisi dall’amministra­zione Trump, la Cina ha aumentato le tariffe doganali sulle auto importate dagli Usa al 40%. Da inizio anno i dazi sulle auto Usa sono stati abbassati però al 15% in seguito alla tregua sulla war trade siglata il primo dicembre al G 20 in Argentina. Dopo anni di crescita senza sosta gli investimen­ti per la realizzazi­one di nuovi stabilimen­ti per l’automotive si sono ridotti nel 2018, proprio per i problemi della guerra commercial­e. In Cina tuttavia le vendite di auto elettrific­ate continuano ad aumentare grazie ai forti incentivi all'acquisto e alla produzione concessi dal governo, vicini al 30% del prezzo di vendita.

Le azioni Tesla ieri sono arrivate a guadagnare oltre il 5% a Wall Street. E sui mercati finanziari cinesi i titoli dei fornitori di Tesla, come Tianjin Motor Dies e Vt Industrial Technology hanno avuto un rally dopo i tweet e le dichiarazi­oni di Musk.

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REUTERS Nuovo impianto in Cina. Il ceo di Tesla, Elon Musk

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