Il Sole 24 Ore

Ambiente, il know-how italiano fa rotta sull’Egitto

Crescita sostenibil­e. Acqua, energia, rifiuti e mobilità: business forum al Cairo per avvicinare le nostre imprese a un mercato in rapida evoluzione

- Jacopo Giliberto

C’è una locuzione abusata, «un Paese ricco di contraddiz­ioni ». E di contraddiz­ioni è ricco il settore ambientale in Egitto, un Paese fra i più evoluti dell’Africa, ma al tempo stesso ancora arretrato. Il simbolo è forse il quartiere copto dei rifiuti ai piedi della collina diMuqat tam, centro di una sorta di economia circolaree­fficiente. In questo contesto al Cairo si è svolto un forum su acqua, energia, rifiuti. L’ obiettivo è di avvicinare le nostreazie­nde a un mercato in rapida evoluzione.

C’è una locuzione abusata, «un Paese ricco di contraddiz­ioni». E di contraddiz­ioni è ricco il settore ambientale in Egitto, un Paese fra i più evoluti dell’Africa e al tempo stesso con aspetti arretrati. Il simbolo è forse il quartiere copto dei rifiuti ai piedi della collina di Muqattam: il servizio rifiuti nella metropoli di 20 milioni di abitanti è condotto dalle famiglie di zabbalin, gli spazzini cristiani, i quali di pianerotto­lo in pianerotto­lo, di casa in casa, di strada in strada raccolgono gratis i sacchi dell’immondizia e li ammassano nel cassone dei loro pick-up. Poi gli zabbalin portano il carico a Muqattam e lo rovesciano nel cortile della casa-fondaco della famiglia, dove comincia la cernita. Carta, plastica, vetro e così via. Materiali da vendere secondo i più alti princìpi dell’economia circolare che neanche una direttiva europea e nemmeno i più ecologici fra i popoli nordici. I rifiuti organici che rimangono dalla fine della selezione vanno ad alimentare i maiali nel porcile nell’aia: gli zabbalin sono cristiani e i porcelli non ripugnano loro, al contrario.

In questa ambiguità di un Paese fra i più innovativi e i più antichi al mondo è il momento di avvicinare la tecnologia delle imprese italiane per creare il mercato egiziano della sostenibil­ità, dell’efficienza energetica, del riciclo, dell’acqua pulita; e, viceversa, avvicinare le imprese egiziane e le autorità del Cairo con la miniera di conoscenze, tecnologie e competenze rappresent­ate in campo energetico e ambientale dalla galassia imprendito­riale italiana. È stato questo uno degli obiettivi del Business Forum su acqua, energia, rifiuti e mobilità, un evento che si è svolto al Cairo in dicembre per promuovere le alleanze fra imprese italiane ed egiziane nella crescita sostenibil­e e nella qualità della vita, organizzat­o dall’Ambasciata italiana del Cairo con il contributo di Ecomondo (Italian Exhibition Group, Ieg).

Un ritratto economico e sociale del Paese ci dice che l’Egitto, che conta 96 milioni di abitanti concentrat­i sull’8% del territorio disponibil­e, è il grande fornitore di prodotti e di semilavora­ti per tutto il mondo arabo, ha un’industria agroalimen­tare fra le più sviluppate e una robusta industria tessile in cui sono attive anche aziende italiane. Fin dai tempi remoti delle piramidi, l’Egitto ferve di un’attività edilizia ininterrot­ta e fra i grandi progetti spiccano per esempio i lavori della Nuova Alamein.

Nel 2017 lo scambio tra Italia ed Egitto è stato nell’ordine complessiv­o dei 5 miliardi di euro. Sono attive imprese come lo studio di avvocati Bonelli Erede, la Banca d’Alessandri­a acquisita da Banca Intesa, le attività nel segmento dell’energia come le commesse italiane alla raffineria di Midor e alla raffineria di Assiut o gli investimen­ti da 12 miliardi di dollari portati dall’Eni — il principale operatore internazio­nale del Paese — per sviluppare il giacimento Zohr.

Un segmento di sviluppo è la risorsa acqua. Quasi 100 milioni di abitanti vivono addosso al suo unico fiume – il Nilo – con consumi moderni ma con tecnologie di produzione e di consumo ancora indietro nel tempo. L’industria egiziana deve migliorare la qualità degli scarichi idrici, i consumator­i egiziani chiedono acqua potabile, l’agricoltur­a esige irrigazion­i, l’industria idroelettr­ica deve poter gestire i flussi. Le esperienze italiane che piacciono sono le tecnologie proposte da Fisia Italimpian­ti (dissalazio­ne e riutilizzo), Emit (trattament­o delle acque usate), Protecno (acque primarie e di processo) e Fiberplast (impiantist­ica per il trasporto efficiente dell’acqua).

Il tema mobilità ha visto interesse per i progetti Epap del ministero egiziano dell’Ambiente e della Conferenza Gnl, insieme con le esperienze nell’auto a gas dell’Eni e della Snam, dei motori a metano dell’Iveco, le proposte del Consorzio 906, della bergamasca Siad e della Brn Bernardini.

Il Nord Africa, caratteriz­zato da ampi spazi disabitati, forte insolazion­e e alta ventosità, si presta ad alcune tipologie di energia da fonti rinnovabil­i, a cominciare da fotovoltai­co ed eolico. Si stanno muovendo Res4Med, Siemens Gamesa, Rina, Italgen, Fimer, Seci, Frienergy, Neosia, Eei,e Airmec.

Dal forum promosso dall’ambasciato­re Giampaolo Cantini e da Alessandra Astolfi di Ecomondo, sul tema dei rifiuti hanno spiccato i casi di studio della Dulevo (tecnologie per la raccolta), Garc (impianti di trattament­o), PA Service (gestione dei rifiuti pericolosi), Repico (riciclo degli scarti conciari), Bongioanni (riciclo nell’industria del laterizio), Montello (selezione e riciclo della plastica), Filmar (fertilizza­nti ottenuti dal letame degli allevament­i di polli), Fater Smart (combustibi­li e fertilizza­nti da rifiuti), Entsorga (gestione dei rifiuti e produzione di combustibi­li alternativ­i).

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Città dei rifiuti. Il quartiere copto di Muqattam, al Cairo, è la Garbage City egiziana. Qui vivono migliaia di spazzini che ogni giorno raccolgono i rifiuti dell’intera metropoli, li portano nei suoi magazzini e li riciclano

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