Ambiente, il know-how italiano fa rotta sull’Egitto
Crescita sostenibile. Acqua, energia, rifiuti e mobilità: business forum al Cairo per avvicinare le nostre imprese a un mercato in rapida evoluzione
C’è una locuzione abusata, «un Paese ricco di contraddizioni ». E di contraddizioni è ricco il settore ambientale in Egitto, un Paese fra i più evoluti dell’Africa, ma al tempo stesso ancora arretrato. Il simbolo è forse il quartiere copto dei rifiuti ai piedi della collina diMuqat tam, centro di una sorta di economia circolareefficiente. In questo contesto al Cairo si è svolto un forum su acqua, energia, rifiuti. L’ obiettivo è di avvicinare le nostreaziende a un mercato in rapida evoluzione.
C’è una locuzione abusata, «un Paese ricco di contraddizioni». E di contraddizioni è ricco il settore ambientale in Egitto, un Paese fra i più evoluti dell’Africa e al tempo stesso con aspetti arretrati. Il simbolo è forse il quartiere copto dei rifiuti ai piedi della collina di Muqattam: il servizio rifiuti nella metropoli di 20 milioni di abitanti è condotto dalle famiglie di zabbalin, gli spazzini cristiani, i quali di pianerottolo in pianerottolo, di casa in casa, di strada in strada raccolgono gratis i sacchi dell’immondizia e li ammassano nel cassone dei loro pick-up. Poi gli zabbalin portano il carico a Muqattam e lo rovesciano nel cortile della casa-fondaco della famiglia, dove comincia la cernita. Carta, plastica, vetro e così via. Materiali da vendere secondo i più alti princìpi dell’economia circolare che neanche una direttiva europea e nemmeno i più ecologici fra i popoli nordici. I rifiuti organici che rimangono dalla fine della selezione vanno ad alimentare i maiali nel porcile nell’aia: gli zabbalin sono cristiani e i porcelli non ripugnano loro, al contrario.
In questa ambiguità di un Paese fra i più innovativi e i più antichi al mondo è il momento di avvicinare la tecnologia delle imprese italiane per creare il mercato egiziano della sostenibilità, dell’efficienza energetica, del riciclo, dell’acqua pulita; e, viceversa, avvicinare le imprese egiziane e le autorità del Cairo con la miniera di conoscenze, tecnologie e competenze rappresentate in campo energetico e ambientale dalla galassia imprenditoriale italiana. È stato questo uno degli obiettivi del Business Forum su acqua, energia, rifiuti e mobilità, un evento che si è svolto al Cairo in dicembre per promuovere le alleanze fra imprese italiane ed egiziane nella crescita sostenibile e nella qualità della vita, organizzato dall’Ambasciata italiana del Cairo con il contributo di Ecomondo (Italian Exhibition Group, Ieg).
Un ritratto economico e sociale del Paese ci dice che l’Egitto, che conta 96 milioni di abitanti concentrati sull’8% del territorio disponibile, è il grande fornitore di prodotti e di semilavorati per tutto il mondo arabo, ha un’industria agroalimentare fra le più sviluppate e una robusta industria tessile in cui sono attive anche aziende italiane. Fin dai tempi remoti delle piramidi, l’Egitto ferve di un’attività edilizia ininterrotta e fra i grandi progetti spiccano per esempio i lavori della Nuova Alamein.
Nel 2017 lo scambio tra Italia ed Egitto è stato nell’ordine complessivo dei 5 miliardi di euro. Sono attive imprese come lo studio di avvocati Bonelli Erede, la Banca d’Alessandria acquisita da Banca Intesa, le attività nel segmento dell’energia come le commesse italiane alla raffineria di Midor e alla raffineria di Assiut o gli investimenti da 12 miliardi di dollari portati dall’Eni — il principale operatore internazionale del Paese — per sviluppare il giacimento Zohr.
Un segmento di sviluppo è la risorsa acqua. Quasi 100 milioni di abitanti vivono addosso al suo unico fiume – il Nilo – con consumi moderni ma con tecnologie di produzione e di consumo ancora indietro nel tempo. L’industria egiziana deve migliorare la qualità degli scarichi idrici, i consumatori egiziani chiedono acqua potabile, l’agricoltura esige irrigazioni, l’industria idroelettrica deve poter gestire i flussi. Le esperienze italiane che piacciono sono le tecnologie proposte da Fisia Italimpianti (dissalazione e riutilizzo), Emit (trattamento delle acque usate), Protecno (acque primarie e di processo) e Fiberplast (impiantistica per il trasporto efficiente dell’acqua).
Il tema mobilità ha visto interesse per i progetti Epap del ministero egiziano dell’Ambiente e della Conferenza Gnl, insieme con le esperienze nell’auto a gas dell’Eni e della Snam, dei motori a metano dell’Iveco, le proposte del Consorzio 906, della bergamasca Siad e della Brn Bernardini.
Il Nord Africa, caratterizzato da ampi spazi disabitati, forte insolazione e alta ventosità, si presta ad alcune tipologie di energia da fonti rinnovabili, a cominciare da fotovoltaico ed eolico. Si stanno muovendo Res4Med, Siemens Gamesa, Rina, Italgen, Fimer, Seci, Frienergy, Neosia, Eei,e Airmec.
Dal forum promosso dall’ambasciatore Giampaolo Cantini e da Alessandra Astolfi di Ecomondo, sul tema dei rifiuti hanno spiccato i casi di studio della Dulevo (tecnologie per la raccolta), Garc (impianti di trattamento), PA Service (gestione dei rifiuti pericolosi), Repico (riciclo degli scarti conciari), Bongioanni (riciclo nell’industria del laterizio), Montello (selezione e riciclo della plastica), Filmar (fertilizzanti ottenuti dal letame degli allevamenti di polli), Fater Smart (combustibili e fertilizzanti da rifiuti), Entsorga (gestione dei rifiuti e produzione di combustibili alternativi).