Petrolio, il Wti sale e rivede quota 50 dollari
Prosegue il recupero del petrolio che anche ieri ha vissuto una seduta incoraggiante all’insegna di forti acquisti. Il prezzo del Wti a New York nel durante è tornato in area 5o dollari al barile grazie a un rialzo superiore al 3% (per poi ridimensionarsi). Ad alimentare i rincari le indiscrezioni secondo le quali l'Arabia Saudita punta a ridurre le esportazioni di greggio a 7,1 milioni di barili al giorno entro la fine di gennaio (un taglio di 800mila barili al giorno dai livelli dello scorso novembre). Una mossa che sarebbe attuata per coprire l'aumento delle spese di Riad, che il mese scorso ha previsto un balzo del 7% delle spese pubbliche nel 2019 a sostegno dell'economia.
La speranza, riferiscono funzionari del cartello citati dal Wall Street Journal, è che i prezzi del barile ritornino intorno agli 80 dollari al barile. All'inizio di dicembre l'Opec e le nazioni alleate come la Russia che non ne fanno parte ignorarono il pressing degli Usa e decisero di tagliare dal 2019 la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno proprio per sostenere le quotazioni.
Lo scatto di ieri segue il balzo archiviato nell’ultima settimana (+11,5%) che si è rivelata la migliore degli ultimi due anni.
Va ricordato che il 2018 è stato un anno nero con una perdita compresa tra il 20% del Brent e il 25% del Wti, a seguito dei timori di una frenata della crescita globale. Timori peraltro corroborati dagli ultimi dati macro (Ism e Pmi) giunti da Usa, Europa e Cina. Ecco perché, al di là dei tagli alla produzione (che certo stanno stimolando il recupero delle quotazioni del greggio) molti analisti restano scettici sul fatto che allo stato attuale la valutazione possa rivedere come negli auspici dell’Opec gli 80 dollari al barile.