Il Sole 24 Ore

E Pechino rispolvera il piano da 125 miliardi per ferrovie e metro

- —Stefano Carrer

Non solo immissioni di liquidità nel sistema e promesse di agevolazio­ni fiscali: per sostenere una economia a rischio di troppo rapida decelerazi­one, il governo cinese rispolvera la ricetta degli investimen­ti in infrastrut­ture, puntando in modo particolar­e su ferrovie e metropolit­ane. Se all’inizio dell’anno scorso Pechino aveva cancellato numerosi progetti per la viabilità urbana e regionale al fine di contenere la crescita dell’indebitame­nto delle municipali­tà, nell’ultimo mese è riemerso un atteggiame­nto opposto. La National Developmen­t and Reform Commission (principale agenzia di pianificaz­ione) ha dato il via libera a nuovi progetti ferroviari in aree urbane di otto città e regioni per un valore totale di 860 miliardi di yuan (circa 125 miliardi di dollari), mentre la China Railways Corp ha reso noto che quest’anno saranno aggiunti ben 6.800 chilometri di nuove linee ferroviari­e - con un aumento del 40% rispetto al 2018 - di cui 3.200 chilometri di linee ad alta velocità. Collegamen­ti veloci che espanderan­no una rete hi-speed da oltre 25mila chilometri, la maggiore al mondo.

Tra i nuovi piani che hanno avuto luce verde, spiccano quelli per alcune importanti aree metropolit­ane: Shanghai avrà sei nuove linee metropolit­ane e tre nuovi collegamen­ti interurban­i (con una spesa di 298 miliardi di yuan), mentre Wuhan aggiungerà 4 linee metro e altrettant­e interurban­e (147 miliardi di yuan).

In sostanza, il governo ha deciso di fare una pausa nei piani di “deleveragi­ng” di una economia che continua a crescere grazie a generosi finanziame­nti che si aggiungono a un debito complessiv­o già alto e su cui grava l’ombra dello «shadow banking». Iniziative necessarie per evitare che il tasso di crescita del Pil cada sotto il 6%, visto che di recente l’aumento degli investimen­ti in asset fissi è sceso ai minimi registrati nelle statistich­e, la crescita delle vendite al dettaglio è rallentata ai minimi da 15 anni e l’indice Pmi del settore industrial­e a dicembre si è contratto per la prima volta in 19 mesi. Settimana scorsa la banca centrale ha annunciato l’iniezione di nuova liquidità nel sistema per l’equivalent­e di 116 miliardi di dollari, attraverso il taglio di un altro punto percentual­e delle riserve di liquidità obbligator­ie per le banche commercial­i (altri tagli della RRR sono attesi quest’anno, dopo i quattro già effettuati nel 2018). Lo stesso premier Li Keqiang - dopo una visita ai principali istituti di credito del Paese - ha raccomanda­to alle banche di sostenere le piccole e medie imprese e ha promesso altre misure di sostegno all’economia, tra cui riduzioni delle pressione fiscale. «Il governo avrà la necessità di continuare a bilanciare la sua agenda in favore di un deleveragi­ng e dell’introduzio­ne di riforme struttural­i con il mantenimen­to di tassi ragionevol­i di crescita economica», osserva un report di Schroders, che tende a escludere manovre di stimolo su scala massiccia.

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Frenata. Il leader cinese Xi Jinping alle prese con il rallentame­nto dell’economia

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