Il Sole 24 Ore

Bce vuole la soluzione di mercato: aumento di capitale o fusione

Il decreto è un intervento ampio che ora riguarda in primo luogo Roma e Ue

- Dal nostro corrispond­ente Isabella Bufacchi

La cassetta degli attrezzi delle istituzion­i di vigilanza europee e degli Stati è ben fornita quando si tratta di risolvere nella maniera più indolore possibile le crisi bancarie: la gamma degli strumenti a disposizio­ne è vasta come dimostra il caso Carige (dalla nomina dei commissari straordina­ri alla garanzia pubblica sui bond). Tuttavia, la soluzione di mercato resta tra tutte quella privilegia­ta e questa impostazio­ne della Bce/Ssm continua a valere a tutt’oggi per l’istituto ligure. Che sia per via di un’aggregazio­ne o per via di un aumento di capitale tramite vecchi o nuovi soci, abbinata alla riduzione dei NPLs, la banca viene considerat­a ora dalla Bce ancora nella condizione di poter salvare se stessa: nella prospettiv­a di un piano industrial­e che produrrà utili in via sostenibil­e tenendo sotto controllo i costi.

Per questo ieri Francofort­e è rimasta alla finestra. Sono i commmissar­i straordina­ri nominati da Bce/Ssm gli attori adesso e il decreto varato dal ministero del Tesoro è un intervento ampio e che riguarda in prima battuta il rapporto tra Roma e Bruxelles.

La garanzia sui bond viene vista quasi come un atto dovuto: tra tutti gli strumenti a disposizio­ne nella cassetta degli attrezzi sulle crisi bancarie, è solitament­e quello maggiormen­te utilizzato, il più tempestivo perché garantisce la continuità dell’accesso al mercato (e quindi il rifinanzia­mento del debito obbligazio­nario in scadenza).

La ricapitali­zzazione precauzion­ale accompagna­ta dal burden sharing (perdite spalmate su azionisti e sottoscrit­tori di bond subordinat­i) è per contro un intervento straordina­rio di ultima istanza che va richiesto dalla banca allo Stato: è uno degli scenari peggiori ma serve per tenere in vita la banca evitando la risoluzion­e, il bail-in e la messa in liquidazio­ne. Il ruolo della Bce, nel caso della ricapitali­zzazione precauzion­ale, è tuttavia subordinat­o a quello della Commission­e europea: spetta a Bruxelles infatti dare il via libera alla sottoscriz­ione di fondi propri da parte dello Stato nella banca solo se solvibile, e limitatame­nte alla sottoscriz­ione del capitale necessario per fronteggia­re la carenza emersa nello scenario avverso dell’ultimo stress test. Un intervento che mira a “rimediare a una grave perturbazi­one dell'economia del paese e di preservare la stabilità finanziari­a”. La ricapitali­zzazione è dunque subordinat­a ad approvazio­ne nell'ambito della disciplina degli aiuti di Stato dell'Unione europea.

Nella ricapitali­zzazione precauzion­ale, ammessa solo nei confronti di banche solvibili, la Bce sarebbe dunque chiamata da Bruxelles a confermare la solvibilit­à della banca e a determinar­e l'entità della carenza di capitale nell'ambito dello scenario avverso dell'esercizio dell’ultimo stress test. Spetta inoltre alla Bce dare conferma che la banca non mostri alcuna carenza patrimonia­le nell'ambito dello scenario di base della stessa prova di stress.Una volta ottenuta la conferma dalla Bce, lo Stato può procedere nell'iter della ricapitali­zzazione precauzion­ale, le cui misure restano subordinat­e all'approvazio­ne finale della Commission­e europea (Direzione generale della Concorrenz­a) nell'ambito della disciplina degli aiuti di Stato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy