Bce vuole la soluzione di mercato: aumento di capitale o fusione
Il decreto è un intervento ampio che ora riguarda in primo luogo Roma e Ue
La cassetta degli attrezzi delle istituzioni di vigilanza europee e degli Stati è ben fornita quando si tratta di risolvere nella maniera più indolore possibile le crisi bancarie: la gamma degli strumenti a disposizione è vasta come dimostra il caso Carige (dalla nomina dei commissari straordinari alla garanzia pubblica sui bond). Tuttavia, la soluzione di mercato resta tra tutte quella privilegiata e questa impostazione della Bce/Ssm continua a valere a tutt’oggi per l’istituto ligure. Che sia per via di un’aggregazione o per via di un aumento di capitale tramite vecchi o nuovi soci, abbinata alla riduzione dei NPLs, la banca viene considerata ora dalla Bce ancora nella condizione di poter salvare se stessa: nella prospettiva di un piano industriale che produrrà utili in via sostenibile tenendo sotto controllo i costi.
Per questo ieri Francoforte è rimasta alla finestra. Sono i commmissari straordinari nominati da Bce/Ssm gli attori adesso e il decreto varato dal ministero del Tesoro è un intervento ampio e che riguarda in prima battuta il rapporto tra Roma e Bruxelles.
La garanzia sui bond viene vista quasi come un atto dovuto: tra tutti gli strumenti a disposizione nella cassetta degli attrezzi sulle crisi bancarie, è solitamente quello maggiormente utilizzato, il più tempestivo perché garantisce la continuità dell’accesso al mercato (e quindi il rifinanziamento del debito obbligazionario in scadenza).
La ricapitalizzazione precauzionale accompagnata dal burden sharing (perdite spalmate su azionisti e sottoscrittori di bond subordinati) è per contro un intervento straordinario di ultima istanza che va richiesto dalla banca allo Stato: è uno degli scenari peggiori ma serve per tenere in vita la banca evitando la risoluzione, il bail-in e la messa in liquidazione. Il ruolo della Bce, nel caso della ricapitalizzazione precauzionale, è tuttavia subordinato a quello della Commissione europea: spetta a Bruxelles infatti dare il via libera alla sottoscrizione di fondi propri da parte dello Stato nella banca solo se solvibile, e limitatamente alla sottoscrizione del capitale necessario per fronteggiare la carenza emersa nello scenario avverso dell’ultimo stress test. Un intervento che mira a “rimediare a una grave perturbazione dell'economia del paese e di preservare la stabilità finanziaria”. La ricapitalizzazione è dunque subordinata ad approvazione nell'ambito della disciplina degli aiuti di Stato dell'Unione europea.
Nella ricapitalizzazione precauzionale, ammessa solo nei confronti di banche solvibili, la Bce sarebbe dunque chiamata da Bruxelles a confermare la solvibilità della banca e a determinare l'entità della carenza di capitale nell'ambito dello scenario avverso dell'esercizio dell’ultimo stress test. Spetta inoltre alla Bce dare conferma che la banca non mostri alcuna carenza patrimoniale nell'ambito dello scenario di base della stessa prova di stress.Una volta ottenuta la conferma dalla Bce, lo Stato può procedere nell'iter della ricapitalizzazione precauzionale, le cui misure restano subordinate all'approvazione finale della Commissione europea (Direzione generale della Concorrenza) nell'ambito della disciplina degli aiuti di Stato.