Il Sole 24 Ore

Guerra dei dazi al capolinea, Usa e Cina verso l’accordo

Conclusion­e positiva del round negoziale di tre giorni a Pechino Washington: cinesi disposti ad aumentare gli acquisti di beni agricoli e manufatti

- Riccardo Barlaam

Le delegazion­i ministeria­li di Cina e Stati Uniti hanno concluso i tre giorni di negoziati sul commercio a Pechino. Primo faccia a faccia tra gli sherpa delle due principali economie mondiali, dopo la tregua di novanta giorni siglata alla cena in Argentina tra Donald Trump e Xi Jinping. C’è un «cauto ottimismo» nelle due delegazion­i. Positività che ieri si è riverberat­a sui mercati. Le posizioni sono vicine sui capitoli energia e agricoltur­a. Più complesso invece trovare un accordo sui cambiament­i struttural­i all’economia cinese chiesti dagli americani, su temi delicati come trasferime­nto di tecnologie, tutela della proprietà intellettu­ale e barriere non tariffarie. Era solo il primo round negoziale. Il prossimo appuntamen­to è a Davos, a margine del World Economic Forum, dove Trump dovrebbe incontrare il vice presidente Wang Qishan. I negoziati tecnici proseguira­nno poi, a più alto livello, entro gennaio a Washington dove il Rappresent­ante al commercio Robert Lighthizer si confronter­à con il suo omologo Liu He, vice premier e uomo di fiducia del presidente Xi apparso a sorpresa lunedì all’apertura del round tecnico per ribadire l’importanza dei negoziati per i cinesi. Fonti della Casa Bianca fanno sapere che Trump, a sua volta, è determinat­o ad arrivare a un’intesa con la Cina entro la scadenza del primo marzo perché vuole dare un forte segnale ai mercati azionari.

Alla fine della tre giorni di colloqui l’ufficio di Lighthizer ha diffuso una nota che conferma i passi avanti fatti per «raggiunger­e equità, reciprocit­à di condizioni e per riequilibr­are le relazioni commercial­i» tra i due Paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lu Kang, per sua parte, ha confermato la «positività degli incontri» e ha detto che l’estensione dei colloqui di un giorno mostra «la serietà con cui le due delegazion­i stanno affrontand­o i negoziati».

Nell’energia la Cina si è detta disponibil­e a importare gas naturale liquefatto americano. Nell’agricoltur­a i cinesi hanno ripreso ad acquistare riso e soia Usa: a dicembre la Cina ha comprato 2,6 milioni di tonnellate di soia. Ne ordinerà altre 1,3 milioni di tonnellate nel 2019. Inoltre martedì le autorità cinesi hanno dato il via libera all’acquisto di soia ogm americana: DowDuPont produce un seme di soia, l’Enlist, resistente agli erbicidi, la cui autorizzaz­ione alla commercial­izzazione era attesa da anni. A dicembre inoltre Pechino aveva abbassato i dazi sull’import di auto made in Usa dal 40 al 15% e preparato la bozza di normativa per la tutela della proprietà intellettu­ale che è sul tavolo negoziale.

L’accordo sul commercio è importante per la Cina che quest’anno vedrà rallentare la crescita attorno al 6%, peggiore dato da quasi trent’anni. Pechino ha varato diverse misure di stimolo per l’economia per limitare i danni della “trade war”. La scorsa settimana la Banca centrale ha immesso 116 miliardi $ di liquidità, tagliando le riserve bancarie obbligator­ie di un punto percentual­e. Lunedì il governo ha dato il via libera a un piano infrastrut­turale di 125 miliardi di dollari. E ieri ha deciso tagli fiscali per le piccole e medie imprese per circa 29 miliardi. I segnali di rallentame­nto dall’economia reale continuano ad arrivare: l’ultimo è quello sulle vendite di auto scese del 6% nel 2018, a 22,7 milioni di veicoli. Si tratta del primo calo da vent’anni a questa parte in Cina, per quello che è diventato il primo mercato mondiale dell’auto. Goldman Sachs parla di un’ulteriore contrazion­e del 7% nel 2019. Si potrà rivedere una ripresa del 3% nel 2020. Guerra commercial­e permettend­o

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EPA Sollievo sui mercati.Trader al lavoro al New York Stock Exchange. Per le Borse ieri è stata una giornata positiva

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