Il Sole 24 Ore

Generali, partita aperta su governance e vertici

Del Vecchio e Caltagiron­e più forti. Galateri resta in corsa per la presidenza

- Galvagni e Mangano

Si riapre la partita per la presidenza Generali, con il fronte dei soci privati italiani, rappresent­ato innanzitut­to da Francesco Gaetano Caltagiron­e e Leonardo Del Vecchio, pronto a far valere il peso delle azioni di Trieste in portafogli­o, cresciuto sensibilme­nte negli ultimi mesi. Il dossier della lista per il rinnovo del board sembrava archiviato con la conferma di Gabriele Galateri alla presidenza almeno per un altro mandato. Il 12 dicembre il cda aveva infatti votato per mettere in agenda la modifica dello statuto, con l’eliminazio­ne dei limiti di età per la carica del numero uno e dei consiglier­i, fissati rispettiva­mente a 70 e 75 anni. Norma che impediva ai soci di proporre nuovamente l’attuale presidente delle Generali.

Però i giochi sarebbero tutt’altro che chiusi. Galateri, su proposta Vivendi, sarebbe infatti in corsa anche per il cda di Tim.

Si riapre la partita per la presidenza delle Generali, con il fronte dei soci privati italiani, rappresent­ato innanzitut­to da Francesco Gaetano Caltagiron­e e Leonardo Del Vecchio, pronto a far valere il peso delle azioni di Trieste in portafogli­o, cresciuto sensibilme­nte negli ultimi mesi.

Il dossier della lista per il rinnovo del board sembrava archiviato con la conferma di Gabriele Galateri alla presidenza almeno per un altro mandato. Lo scorso 12 dicembre il cda ha infatti votato per mettere in agenda la modifica dello statuto, con l’eliminazio­ne dei limiti di età per la carica del numero uno e dei consiglier­i, fissati rispettiva­mente a 70 e 75 anni. Norma che impediva ai soci di proporre nuovamente l’attuale presidente delle Generali. Da qui l’impression­e che, cancellata questa restrizion­e anagrafica, Galateri sembrava destinato a restare in sella. Tuttavia, secondo fonti vicine alla compagnia, i giochi sarebbero tutt’altro che chiusi. Complice, in parte, anche un evento esterno al gruppo assicurati­vo. Il 14 dicembre scorso, appena due giorni dopo il consiglio delle Generali, Vivendi ha chiesto la revoca del cda Tim e nel farlo ha presentato una lista di cinque candidati tra i quali figura anche Galateri. Aspetto che ha generato qualche malumore tra i grandi soci del Leone. A questo si è sommato il fatto che, sulla carta, l’eliminazio­ne del vincolo dell’età, amplia notevolmen­te il ventaglio dei potenziali candidati, inclusi lo stesso Caltagiron­e e Del Vecchio. Anche se, rispetto a queste due ipotesi, non si hanno conferme.

L’opzione Galateri resta dunque sul tavolo ma non è più la sola. L’unica certezza, allo stato, è che Caltagiron­e e Del Vecchio sono intenziona­ti a salire ancora nel capitale della compagnia. Giusto ieri il patron di Luxottica Essilor si è portato al 4,17% ed è sempre più proiettato verso il 5%. Valore, peraltro che, secondo alcune indiscrezi­oni, potrebbe crescere ulteriorme­nte e superare tale soglia se i prezzi consiglier­anno l’investimen­to. Caltagiron­e, invece, ha già raggiunto il 4,78% ma in prospettiv­a punta al 5 per cento. Assieme, quindi, considerat­o anche il 3% in capo a Edizione, il fronte dei soci privati ha eguagliato Mediobanca ma potrebbe anche superare il 13% oggi in mano a Piazzetta Cuccia. Quest’ultima resta evidenteme­nte l’azionista singolo più forte della compagine e come tale, vista anche la tradizione, sarà chiamata a comporre l’elenco dei candidati al board. Questa volta, però, rispetto al passato è chiamata a tenere conto dei diversi equilibri che si sono venuti a formare nell’assetto azionario. È plausibile quindi immaginare che nelle prossime settimane Alberto Nagel, Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagiron­e si siedano attorno a un tavolo per comporre la lista. Rispetto alla quale si guarda anche al possibile ingresso di figure con un profilo internazio­nale, magari basate nei paesi chiave in cui opera Generali, in primis Francia e Germania. A conti fatti, stante un cda di 13 membri e tolto l’amministra­tore delegato (Philippe Donnet resterà in carica come ceo anche grazie al favore raccolto sul mercato dal nuovo piano industrial­e), restano da definire 12 poltrone. Di queste due sono destinate agli indipenden­ti mentre le altre nove andranno suddivise tra i grandi azionisti. In che misura è da verificare.

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IMAGOECONO­MICA Verso l’assemblea di Generali. Il presidente Gabriele Galateri al centro, con a destra il ceo Philippe Donnet

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