Sinergia con GdF e Procura: Milano fa scuola
Milano chiama Roma e tutto il resto d’Italia. La grande evasione richiede indagini ispettive e un lavoro di squadra. Il modello già ampiamente testato sotto la Madonnina può far scuola, almeno secondo il direttore delle Entrate, Antonino Maggiore. Il suo recente passato di comandante operativo delle Fiamme Gialle in Veneto e ancor prima in Liguria non può che spingere verso una modalità di contrasto alla grande evasione improntata tutta sulla sinergia tra le differenti realtà operative. E la sinergia perfetta è ormai in atto da più anni tra la Procura di Milano, con Francesco Greco a tirare le fila, la Guardia di Finanza e la stessa agenzia delle Entrate.
Con le Fiamme gialle si può arrivare ad aggredire questi fenomeni che non sono semplici da accertare e che quasi sempre sono legati alla fiscalità internazionale. Con quali risultati concreti? Nel 2018 con Facebook Italy Srl, ricorda Maggiore, abbiamo chiuso un accertamento con adesione per 97 milioni di euro. Con la società del Gruppo Mediolanum abbiamo incassato circa 73 milioni di euro. Complessivamente, sottolinea il direttore delle Entrate, abbiamo registrato adesioni agli oltre 1.200 accertamenti effettuati nei confronti di grandi contribuenti per più di 533 milioni di euro.
Il modello Milano, dunque, si può replicare anche su altre realtà e non deve restare un fenomeno isolato. A Roma, appena insediato in Agenzia, Maggiore ha presenziato al protocollo d’intesa sottoscritto dalla Direzione regionale del Lazio con la Procura e le Fiamme Gialle. E la Capitale non è la sola a muoversi utilizzando un “tridente” antievasione. Altre realtà locali si stanno attivando e, secondo il direttore delle Entrate, il modello Milano farà scuola su tutto il territorio.
Va detto che l’utilizzo sinergico delle differenti professionalità tra agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza rappresenta non solo un’esigenza operativa in termini di maggiore efficacia nel contrasto all’evasione, ma anche una risposta diretta a quanto ci è stato espressamente richiesto negli scorsi anni dagli organismi internazionali. Primi fra tutti il Fondo monetario internazionale e l’Ocse chiamati dall’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a fornire una valutazione dell’intera macchina del Fisco italiano.