Il Sole 24 Ore

Castoldi trova il cavaliere bianco: salvi i 140 addetti

La società Nova di Roma, tramite la nuova srl Binova, gestirà in affitto i negozi

- —Gi.M.

Buone notizie per Castoldi, storica catena di elettronic­a di Monza, socia del gruppo Euronics Italia, che rischiava il fallimento in seguito ai guai giudiziari del titolare, Marco Castoldi, sopraggiun­ti nel settembre 2017.

L’azienda, che a maggio scorso aveva depositato l’istanza di concordato preventivo, ha infatti trovato il “cavaliere bianco” pronto a salvarla e rilanciarl­a.

Oltretutto, aspetto non secondario, l’ha trovato in famiglia, ovvero tra i soci della stessa Euronics, evitando così di finire sul mercato ed essere venduta a un gruppo concorrent­e. A farsi avanti è stata infatti la Nova di Roma, che ha dato vita a una nuova società, Binova, a cui spetta il compito di garantire la continuità aziendale di Castoldi, gestendo in affitto i dieci punti vendita dell’azienda in concordato, e mantenendo tutti i 140 dipendenti attualment­e in forze.

Non solo: l’intervento di Nova ha un valore strategico, spiega Francesco Carnevali, advisor finanziari­o dello studio Costanzo e Associati che, insieme con lo studio Elexia, ha assistito la Castoldi in tutta la vicenda. «Nova è ben radicata nel territorio di Roma e del Lazio – dice – e questa operazione è un’occasione per espandersi in Lombardia, con l’obiettivo di aprire, attraverso Binova, anche nuovi punti vendita».

Castoldi infatti, prima delle vicende giudiziari­e che hanno comportato successivi problemi di credibilit­à con le banche e le assicurazi­oni, oltre che una severa esposizion­e con il Fisco, era un’azienda tutto sommato solida, con qualche difficoltà dovuta alla crisi del settore dell’elettronic­a di consumo, ma comunque un marchio storico radicato nella Brianza. «Ha raggiunto anche i 100 milioni di fatturato – osserva Daniele Portinaro, avvocato partner dello studio Elexia – e adesso sarà in grado di portare a Nova ricavi per 60-70 milioni». Nova raggiunge così un fatturato aggregato di 300 milioni, con circa 600 dipendenti, precisa Carnevali: «In un mercato che vede margini sempre più ridotti per le aziende, quella delle concentraz­ioni è una via di sviluppo obbligata».

In base a quanto previsto dal concordato, alla fine del piano di salvataggi­o (previsto in quattro anni), Binova e Castoldi potranno fondersi in un’unica, nuova società.

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