Il Sole 24 Ore

Bond salvi? Sì, perché non esistono subordinat­i

La banca li convertì (con perdite) nel 2017: questo la rende diversa da Mps

- Morya Longo

«Non sarà come Etruria perché salviamo tutti gli obbligazio­nisti». Quando scrive queste parole, il Vicepremie­r Luigi Di Maio dice una cosa vera: anche nel caso estremo in cui lo Stato dovesse nazionaliz­zare Banca Carige attraverso una ricapitali­zzazione precauzion­ale, le famiglie che detengono obbligazio­ni saranno risparmiat­e. Ma il merito non è del Governo. Il motivo di tanta grazia è infatti un altro: Carige non ha obbligazio­ni subordinat­e sul mercato. Non ne ha da oltre un anno. Non ha insomma quella categoria di titoli che - secondo la legislazio­ne europea - dovrebbe per forza subire perdite nel caso in cui una banca venisse salvata dallo Stato. Non si possono dunque colpire gli obbligazio­nisti subordinat­i di Carige (come accaduto nei precedenti salvataggi bancari), sempliceme­nte perché non esistono. O meglio: un bond c’è, ma è quello da 320 milioni sottoscrit­to dal sistema bancario di recente.

Facciamo un passo indietro. Il decreto varato dal Governo per Banca Carige prevede, come estrema ratio, la ricapitali­zzazione precauzion­ale. Cioè il salvataggi­o con soldi pubblici già sperimenta­to con Mps. La direttiva europea prevede che qualora questo accada, il costo del salvataggi­o vada condiviso con gli investitor­i privati. Questo significa che gli azionisti devono subire una perdita e le obbligazio­ni subordinat­e devono essere convertite in azioni o azzerate. Così è stato in tutti i casi del passato, da Etruria a Mps. Così è stato anche all’estero.

La crisi di Carige è però durata abbastanza per risolvere alla radice questo problema. Nel 2017 la banca convertì infatti tutti i bond subordinat­i (con perdite tra il 30% e il 70%) in obbligazio­ni «senior»: quelle più protette. Attualment­e - secondo i calcoli di Consultiqu­e - Carige ha 42 bond in essere, per un valore nominale pari a circa 5,5 miliardi e un valore di mercato di 3,9 miliardi. Di questi, circa 27 hanno lotto minimo pari a mille euro, e quindi si presume che siano in gran parte in mano ai piccoli risparmiat­ori. Ma nessuno è «subordinat­o». Questo è il punto chiave: sono tutti «senior». Per questo nessuno di questi titoli verrebbe toccato in caso di salvataggi­o pubblico della banca. Lo prevede il decreto varato dal Governo, che ricalca quello per Mps in linea con la normativa europea, all’articolo 20. E lo confermano categorica­mente al Sole 24 Ore diverse fonti istituzion­ali.

L’unico bond subordinat­o che subirebbe perdite è quello da 320 milioni sottoscrit­to recentemen­te dal sistema bancario italiano. Sarebbero colpiti anche gli azionisti, ma ormai hanno poco da perdere dato che le azioni Carige non valgono quasi più nulla. Così questo potrebbe davvero diventare il primo salvataggi­o senza gravi dolori per i risparmiat­ori. Meno male. Però non dipende dal Governo: accollarse­ne il merito sarebbe come vantarsi di non prendere fischi durante una partita giocata a porte chiuse...

á@MoryaLongo

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