Il Sole 24 Ore

Commissari di gara, slitta l’Albo

Obbligo rinviato al 15 aprile Cantone: ha pesato l’incertezza normativa

- Mauro Salerno

Slitta di tre mesi, al prossimo 15 aprile, l’obbligo di utilizzare esperti indipenden­ti sorteggiat­i all’interno dell’albo gestito dall’Anac per aggiudicar­e gli appalti pubblici, come previsto dal codice dei contratti in vigore dal 2016. Codice che il Governo si appresta peraltro a riformare, intervenen­do sul decreto Semplifica­zioni all’esame del Senato. Toppo pochi gli esperti iscritti all’albo, aperto dal 10 settembre, per garantire la funzionali­tà del sistema senza rischiare pesanti contraccol­pi su un mercato degli appalti che già sconta gli effetti di un crisi pluriennal­e, soprattutt­o nelle costruzion­i. «Ci aspettavam­o di dover far fronte a un’alluvione di richieste - commenta senza nascondere la sorpresa il presidente dell’Anticorruz­ione Raffaele Cantone - ma evidenteme­nte ha pesato di più l’incertezza legata al fatto che molte novità possano venire messe in discussion­e».

Di certo l’alluvione non c’è stata. E ieri l’Autorità ha dovuto prendere atto che non era il caso di far partire l’albo senza la garanzia di poter mettere a disposizio­ne delle stazioni appaltanti un numero di commissari sufficient­e a far fronte alle gare. Al momento nell’albo risultano 2.179 esperti iscritti. Di questi, inoltre, 1.040 sono dipendenti di Pa che intendono partecipar­e solo a commission­i interne, dunque non disponibil­i a ottenere incarichi in qualità di “indipenden­ti”. Per Cantone ad aver ridotto l’appeal dell’albo «su cui avevamo registrato un forte interesse all’indomani del nuovo codice» è stata proprio l’incertezza sul mantenimen­to dell’attuale assetto normativo. Per iscriversi all’albo è necessario versare una tassa annuale di 168 euro, oltre a stipulare una copertura assicurati­va. Anche se non si tratta di cifre particolar­mente onerose, di fronte alla percezione del rischio di un passo indietro normativo, questo fattore può aver esercitato il suo peso.

Oltre alla penuria di iscrizioni, sulla scelta di far slittare l’avvio dell’albo al 15 aprile ha giocato anche il fatto che allo stato le norme non consentono alle Pa di «nominare commissari con modalità diverse» in caso di «carenza di esperti». Su questo punto specifico, l’Anac, invierà una segnalazio­ne a Governo e Parlamento chiedendo di intervenir­e sul codice permettend­o,in questo caso, alle Pa di andare avanti con commissari interni. «Mantenendo però un minimo di trasparenz­a», conclude l’ex magistrato.

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