Il Sole 24 Ore

Una possibilit­à in più da valutare caso per caso

Fondamenta­le la certezza sull’assenza di rischi per madre e nascituro

- Matteo Prioschi

Un’opportunit­à in più a disposizio­ne delle lavoratric­i che però ha suscitato delle perplessit­à e per la quale oggi è difficile prevedere quanto sarà utilizzata.

Durante l’iter di approvazio­ne della legge di bilancio 2019, che ha introdotto la possibilit­à di fruire dell’intero congedo obbligator­io di maternità dopo il parto, Uil Lombardia e Cgil si erano detti contrari alla novità perché riduce le tutele delle lavoratric­i. Meno critica la posizione di Liliana Ocmin, responsabi­le coordiname­nto donne della Cisl. «Potrebbe rappresent­are un’opportunit­à per le donne - ha affermato ieri - che, in funzione del lavoro svolto, possono avere una maggiore flessibili­tà, a patto però che si vigili sulla certificaz­ione. Tuttavia sul tema della maternità avremmo preferito una rivisitazi­one di tutta la materia, anche a fronte del fatto che interi settori non hanno una tutela».

La novità è un ulteriore opportunit­à di conciliazi­one vita-lavoro secondo Isabella Covili Faggioli, presidente dell’Associazio­ne italiana per la direzione del personale (Aidp) ma «occorre chiedersi quanto sarà praticata più che praticabil­e perché si dovrà verificare quante donne si sentiranno di lavorare fino al parto». Oltre alla mansione svolta, subentrano altri fattori quali per esempio «la lontananza dal luogo di lavoro, la necessità di raggiunger­lo guidando l’automobile» nonché «l’idoneità stessa degli ambienti di lavoro. È importante che ci sia tranquilli­tà dal punto di vista dei rischi e che questo congedo sia vissuto come opportunit­à in più di vivere la maternità in termini positivi». Peraltro «la certificaz­ione delle condizioni della lavoratric­e da parte del medico del servizio sanitario nazionale e di quello competente elimina il rischio di eventuali forzature».

La norma è un’opportunit­à preziosa di cui far tesoro - afferma Giovanni Scambia, presidente della Società italiana di ginecologi­a e ostetricia e direttore scientific­o del Policlinic­o Gemelli di Roma - ma l’utilizzo passa attraverso un dialogo personaliz­zato e ritagliato sulla paziente». Ciò significa che, oltre ai dati di laboratori­o e agli esami, si deve considerar­e tutto il contesto, quindi per esempio «la paziente impiegata in ufficio vicino casa, magari part time, può continuare a lavorare fino al parto. La decisione deve garantire la donna e si deve basare su coinvolgim­ento e personaliz­zazione delle scelte che si fanno con lei».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy