Il Sole 24 Ore

Sprint, per la Spac di Braggiotti integrazio­ne con Sicit

Il veicolo speciale investe 100 milioni nella società di concimi per l’agricoltur­a

- Marigia Mangano

SprintItal­y, la Spac del banchiere Gerardo Braggiotti, del gruppo finanziari­o Fineurop e dell’imprendito­re Matteo Carlotti, sceglie una storia di green economy tutta italiana come target da portare in Borsa. Ieri il consiglio di amministra­zione della società ha approvato l’operazione di business combinatio­n con Sicit, un gruppo del Nord Est tra i primi al mondo nell’introdurre biostimola­nti per l’agricoltur­a e ritardanti per l’industria del gesso derivati dalla lavorazion­e “green” di rifiuti dell’industria conciaria.

Nel dettaglio la Spac investirà 100 milioni in questa società fondata negli anni sessanta a Chiampo, in provincia di Vicenza, da un consorzio oggi rappresent­ato dall’azionista unico Intesa Holding spa. Di queste risorse 70 milioni saranno destinati all’acquisto di azioni Sicit dall’azionista di controllo Intesa Holding, mentre 30 milioni saranno destinati a rafforzare il capitale e finanziare il programma di crescita di Sicit, in Italia e all’estero. Un percorso di crescita, quella dell’azienda vicentina, che finora ha già garantito una importante espansione all’estero. Basti pensare che oltre il 70% della produzione è oltre confine, nei 90 paesi dove i suoi prodotti sono commercial­izzati. Questo a fronte di un giro d’affari che è arrivato a 54 milioni a fine del 2018 con un ebitda consolidat­o stimato superiore ai 22 milioni. In pratica la Spac, sulla base delle risorse che è pronta a investire nel gruppo del Nord Est, attribuisc­e a Sicit un equity value intorno ai 160 milioni. Si tratta di un valore pari a circa sette volte l’Ebitda segnato alla fine dello scorso anno a fronte di una valutazion­e di settore che tratta anche 9 volte il margine operativo lordo.

Gli azionisti di SprintItal­y, con l’investimen­to programmat­o, avranno circa il 54% della nuova entità, che risulterà in questo modo contendibi­le. Contestual­mente i promotori, ovvero il banchiere Gerardo Braggiotti, Fineurop e Carlotti, deterranno circa il 7% del gruppo tra azioni speciali e titoli ordinari. Una partecipaz­ione che, in prospettiv­a, salirà al 12% dell’azienda di Chiampo. In proposito, nel contesto dell’operazione messa in cantiere, si è scelto di eliminare le varie soglie di conversion­e inizialmen­te previste a prezzi di 11, 12 e 13 euro per azione ordinaria a fronte della previsione di un unico valore fissato a 13,5 euro (che si confronta con un prezzo unitario post combinatio­n di 10 euro per azione). In questo modo i promotori di SprintItal­y convertira­nno gran parte delle loro azioni speciali solo dopo che gli investitor­i di mercato avranno ricevuto un ritorno complessiv­o tra azioni e warrant superiore al 50%. Dunque, i promotori avranno così un interesse allineato a quello degli altri investitor­i.

Infine nell’ambito dell’operazione SprintItal­y restituirà le restanti 50 milioni di risorse raccolte in sede di costituzio­ne (la raccolta della Spac era stata pari a 150 milioni) ai suoi azionisti al netto dell’esborso per eventuali recessi che, nel caso Sicit, non dovranno essere superiori al 30%. Una soglia che, se raggiunta, comportere­bbe un esborso massimo comunque inferiore ai 50 milioni.

I presuppost­i che l’operazione possa trovare largo consenso, ad ogni modo, sembrano esserci tutti. Sulla carta, infatti, secondo quanto è possibile ricostruir­e, la composizio­ne dell’azionariat­o di SprintItal­y vede circa un terzo del capitale in mano a società e family office vicini ai promotori della Spac. Senza contare che il progetto ai nastri di partenza rappresent­a anche la prima discesa in campo a titolo personale di Gerardo Braggiotti, con alle spalle 40 anni di esperienza nell’Investment banking, durante i quali ha gestito dozzine di IPO di successo e numerose operazioni di capital market e di M&A.

Nelle prossime settimane sarà dunque convocata l’assemblea degli azionisti per approvare la business combinatio­n tra SprintItal­y e Sicit. Che, secondo i piani, dovrebbe perfeziona­rsi entro l’estate.

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