«La riforma vìola i poteri di Camere e Capo dello Stato»
Strada aperta alla riduzione del ruolo di intermediazione svolto dal Parlamento
Referendum proposito: attenzione, maneggiare con cura. Le perplessità del presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli sul Ddl Fraccaro che introduce il referendum propositivo riguardano più di un aspetto: il quorum troppo basso, il fatto che non siano escluse leggi di spesa e leggi penali, la possibilità del “ballottaggio” tra la proposta di legge del comitato referendario e la legge eventualmente approvata dal Parlamento. Ma l’obiezione di Mirabelli è per così dire a monte: «La nostra, a differenza di quella svizzera, è una democrazia parlamentare e il nostro ordinamento ruota di conseguenza tutto attorno al ruolo del Parlamento come luogo del dialogo e della compensazione di interessi particolari e tra loro diversi. Introducendo uno strumento di democrazia diretta così forte, e con un quorum che corrisponde ad una pur corposa minoranza(i sì devono essere superiori al 25% dell’elettorato, ndr), si valorizzano proprio quegli interessi particolari che il Parlamento dovrebbe inglobare nell’interesse generale. Non solo, toccando di fatto le prerogative del Parlamento si toccano a cascata anche altre prerogative. Ad esempio del governo e del presidente della Repubblica».
In che modo il referendum propositivo interferisce con i poteri del Capo dello Stato?
La Costituzione stabilisce che capo dello Stato, “prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”. Nel caso della proposta di legge approvata dal corpo elettorale a chi dovrebbe rinviare il testo? Si dovrebbe di nuovo indire il referendum? Oltre al conflitto popolo Parlamento, insito nel meccanismo del “ballottaggio”, c’è anche il rischio di un conflitto popolo-presidente della Repubblica.
Il“ballottaggio” trale due proposte, quella del comitato referendario e quella Parlamento, configura uno scontro popolo-Parlamento? Stiamo andando verso la dis intermediazione del Parlamento?
È una votazione per contrapposizione, da una parte il corpo elettorale e dall’altra il Parlamento. In caso di “vittoria” del primo, saremmo di fronte a una sfiducia del Parlamento. E attenzione: non solo in questo modo
«In caso di dubbi sulla proposta approvata dagli elettori a chi rinvia il testo il Presidente?»
Cesare Mirabelli PRESIDENTE EMERITO DELLA CONSULTA
il Parlamento perde centralità, ma domandiamoci quale può essere il passo successivo: una democrazia plebiscitaria con una votazione elettronica da casa? Tecnicamente sarebbe possibile.
Sfiducia al Parlamento e quindi, indirettamente, al governo? Certo, anche se si tratterebbe di una sfiducia politica e non giuridica. Il governo partecipa al processo legislativo non solo con iniziativa diretta, ma anche dando parere positivo o negativo sui Ddl di iniziativa parlamentare. Se il corpo elettorale boccia una legge appena approvata dalla maggioranza delle Camere con il parere positivo del governo è chiaro che tale bocciatura investe anche il governo. Diverso il discorso nel caso del referendum abrogativo, dove c’è una verifica di attualità su leggi spesso risalenti a molti anni prima.
Il meccanismo previsto è piuttosto complicato. L’elettore si troverebbe davanti ad una scheda con 3 quesiti: uno per dire sì o no alla proposta del comitato referendario, un altro per dire sì o no alla legge del Parlamento e un terzo per dire quale delle due leggi si preferisce se entrambe dovessero superare il quorum. Ma il terzo quesito è riservato solo a chi ha dato il doppio sì... Non ci siamo: non si può restringere la democrazia, per cerchi concentrici, solo ad alcuni.
Presidente Mirabelli, secondo lei il referendum propositivo non andrebbe proprio introdotto.
Io preferisco lo strumento del referendum consultivo. Ma se proprio si vuole introdurre il propositivo allora i paletti devono essere molto stringenti: no alle leggi di spesa e tributarie, che potrebbero incrinare la faticosa architettura della legge di bilancio, e no a leggi penali. Bisogna evitare una legislazione emotiva: ad esempio che cosa accadrebbe se si sottoponesse agli elettori una legge che prevede la castrazione chimica per gli stupratori?