Il Sole 24 Ore

Quattro in campo per le attività di Bt Italia

Interesse (non vincolante) da Retelit, Wind Tre, Telecom Italia e Vuetel

- Andrea Biondi Carlo Festa

Quattro in corsa per le attività italiane di BT Group, l’ex-British Telecom, colosso britannico di telecomuni­cazioni diventato negli ultimi 20 anni un player globale nel settore dei servizi telefonici.

Secondo indiscrezi­oni in dicembre l’advisor di BT Group, cioè la banca d’affari Credit Suisse, avrebbe ricevuto le manifestaz­ioni d’interesse non vincolanti da alcuni gruppi interessat­i a valutare un’acquisizio­ne.

Nell’ambito di questo processo, a quanto risulta al Sole 24 Ore le manifestaz­ioni sarebbero così arrivate da Retelit, Wind Tre, Telecom Italia e Vuetel. Dopo un approccio iniziale avrebbero invece abbandonat­o prima ancora di entrare in questo secondo stadio Vodafone e Irideos, polo di servizi tlc nato sotto l’ombrello di F2i e partecipat­o da Marguerite (fondo creato con il sostegno di sei istituzion­i finanziari­e pubbliche europee). La partenza di questo percorso è datata metà novembre. È allora, infatti, che è stata inviata la documentaz­ione ai potenziali acquirenti, con la richiesta di manifestaz­ioni d’interesse entro metà dicembre. Nessun commento da BT Group, contattata dal Sole 24 Ore.

Bt Italia, che porterà in dote anche i dipendenti (attualment­e 900), ha tra le sue attività il network proprietar­io in fibra ottica che si snoda per oltre 17mila chilometri su tutto il territorio nazionale, connesso alla rete globale di BT. Inoltre ha una base clienti di circa 30mila aziende – fra cui grandi realtà come Fca e Mediaset, oltre alle Pmi – e cinque data center tra Milano e Roma. BT in Italia – Paese in cui il giro d’affari annuo si è attestato sui 390 milioni di euro nel fiscal year 2017-2018 – ha anche una presenza nel mercato della Pa visto che è fra gli aggiudicat­ari, a seguito delle gare Consip, del contratto quadro per i servizi di rete e connettivi­tà (Spc) alla Pubblica amministra­zione. A tutto questo si aggiungono le attività di call center a Palermo dove a fine 2014 BT Italia ha acquisito il ramo d’azienda relativo al contact center Accenture.

Resta il prezzo – strettamen­te correlato al perimetro effettivam­ente in vendita – il nodo per la cessione di questa branch finita al centro dei riflettori nel 2016, quando la casa madre decise di allontanar­e i vertici di BT Italia di quel periodo, parlando – per dirla con le parole del ceo Gavin Patterson che dal 2 febbraio lascerà l’incarico a Philip Jansen di «gravi irregolari­tà contabili nelle attività italiane» con un «buco» di bilancio di 530 milioni di sterline che ha generato le indagini della Procura di Milano.

Parallelam­ente Bt Group starebbe anche valutando la vendita di altre attività in Europa, all’interno di un piano di razionaliz­zazione dei suoi asset. Circa un mese fa si era parlato di una vendita di alcune attività in Francia, alle quali sarebbe stata interessat­o il gruppo Altice.

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