Gilet Gialli: i leader Éric, Jacline e Priscillia in ordine sparso
L’epicentro della protesta diventa Bourges, cittadina nella Valle della Loira Le richieste del movimento sono sempre più politiche Continua la sfida a Macron
I Gilets Jaunes non si arrendono. Oggi è previsto l’Acte IX, il nono sabato di manifestazioni. I Giubbetti si sono dati appuntamento soprattutto a Bourges, dove però il prefetto ha chiuso il centro della città. In tutta la Francia inizierà la distribuzione di un volantino, redatto dal gruppo di lavoro Pacifisme en action, nome rivelatore delle sfide affrontate dal movimento. Elenca le richieste politiche dei Gilets, una parte dei quali, il gruppo Gilets Jaunes le Mouvement, organizzato da Hayk Shahinyan e Ingrid Levavasseur, non esclude di partecipare con una lista alle europee: secondo i sondaggi avrebbe il 12% circa.
Il movimento fa intanto i conti con il calo dei partecipanti, concentrati ormai su temi soprattutto politici a cominciare dal Référendum d’initiative citoyenne, e con il crescendo di atti violenti: i deputati del partito di Macron, La République en Marche (Rem) denunciano minacce, intrusioni in casa, auto incendiate. Patricia Gallernau, del Mouvement Démocrate (MoDem) di François Bayou ha trovato un muro eretto di notte attorno alla propria villetta.
Leader o portavoce?
Il movimento rinuncia al momento ad avere leader, ma è innegabile che alcuni hanno un ruolo centrale mentre altri, considerati (o autoproclamatisi) portavoce hanno avuto un momento di notorietà prima di sparire. I due nomi sicuri sono quelli dei primi organizzatori: Priscillia Ludosky e Éric Drouet.
La petizione di Priscillia
Tutto inizia con Priscillia Ludosky: a maggio 2018 lancia su change.org un’argomentata petizione «per l’abbassamento del prezzo del carburante alla pompa». Ottiene un grande successo: 1.186.555 adesioni, un record. Ludosky, 33 anni originaria della Martinica, propone di istituire sussidi per l’acquisto di auto elettriche e di facilitare il telelavoro per ridurre i pendolari. Sabato scorso ha letto una lunga lettera aperta a Emmanuel Macron: «La collera si trasformerà in odio se continuate, dal vostro piedestallo, voi e i vostri simili, a considerare la gente comune come plebei, “senza denti”, persone che non sono nulla. Che ne è stato delle vostre promesse in campagna elettorale?». Parteciperà comunque al grande dibattito sulla fiscalità voluto da presidente, portando avanti la proposta del movimento, il Référendum.
I raduni di Éric Drouet
La petizione di Ludosky e il suo successo hanno spinto Éric Drouet a contattarla, a ottobre, su Facebook, e a lanciare l’idea di una serie di manifestazioni di piazza. Sapeva come muoversi: 33 anni, autotrasportatore di Melun, padre di una bimba, Drouet ama le di auto di grande cilindrata e aveva già organizzato via social diversi raduni tra appassionati dei motori. Ha così lanciato le prime manifestazioni del 17 e del 24 novembre a Parigi, anche se l’idea di usare i giubbetti è stata del meccanico Ghislain Coutard, 37 anni, di Narbonne. Reso un po’ un martire Il Référendum d’initiative Citoyenne (Ric) è ormai la principale rivendicazione dei Gilets Jaunes. Strumento di democrazia partecipativa, è concepito come referendum propositivo e abrogativo. Tra gli esempi di voto che il movimento avanza, l’abolizione della Loi Pompidou che limita la possibilità della Banque de France di finanziare lo Stato attraverso la monetizzazione del debito. dalla polizia - è stato arrestato due volte - Drouet assume sempre più un ruolo di primo piano. Ha accolto, poi respinto il sostegno del vicepremier italiano Luigi Di Maio.
Il Référendum dei Gilets
I fantasmi di Jacline
Jacline Mouraud ha avuto un attimo di notorietà in Italia perché ha preso subito le distanze da Di Maio, giudicandolo «inaccettabile». Mouraud, 51 anni, bretone, si è in realtà allontanata dal movimento dopo aver ricevuto minacce di morte, e ha annunciato la creazione di un nuovo partito moderato, Les Emergents. Aveva fatto scalpore un suo video su Facebook, visto più di 5 milioni di volte, nel quale esprimeva la sua collera di automobilista. Mouraud, madre di tre figli, aveva proposto nel 2014 un nuovo inno nazionale in sostituzione della Marseillaise. È un’ ipnoterapeuta esperta di ectoplasmi e di sedute spiritiche e crede nelle scie chimiche.
Benjamin il sovranista
Mouraud è stato per qualche tempo vicina a Benjamin Cauchy, quadro nel settore commerciale e consigliere comunale a Laon, nel nord, con l’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy. Cauchy ha ammesso di essere vicino alle posizioni di Nicolas DupontAignan, leader di Debout la France, sovranista ed euroscettico. Continua a essere ascoltato dai media in qualità di rappresentante dei Gilets Jaunes libres, di cui è animatore con Cédric Guemy e Christophe Chalençon, tutti con simpatie di destra.
Gilets o ParDem?
Non è chiarissimo il ruolo di Véronique Rouillé e Yvan Yonnet nel movimento dei Gilets Jaunes, che hanno partecipato a diversi incontri in Italia come portavoce e saranno oggi a Roma invitati da P101 Sinistra patriottica. Non vedranno però Di Maio perché, hanno spiegato, è un politico e «non abbiamo il mandato». Sono esponenti del ParDem, il Parti de la demondialisation, fondato da Jacques Nikonoff, ex comunista ed ex presidente di Attac. Sono contrari alle grandi istituzioni internazionali: Fmi, Wto, Banca mondiale, Ue e Nato.