Il Sole 24 Ore

Il 2019 sarà ancora un anno complicato

L’incertezza sui motori, il calo dei km 0 e l’eco-tassa freneranno gli acquisti

- Pier Luigi del Viscovo

Il 2019 è un anno difficile da prevedere per il mercato dell’auto. Dopo un 2018 in flessione, nonostante gli sforzi degli operatori sul prezzo, la domanda naturale dei clienti può raffreddar­si ancora, per l’andamento non più tonico dell’economia generale e perchè subirà interferen­ze importanti, anche contrastan­ti tra loro.

C’è la pressione esercitata da molti Comuni sulla circolazio­ne di auto, da Euro0 a Euro4. Se da un lato porta alcuni clienti ad entrare nel mercato del nuovo e semi-nuovo, dall’altro sparge incertezza su quale propulsore scegliere, anche alla luce dei divieti totali per i diesel, più o meno credibili, in un tempo fuori dalla portata degli amministra­tori che li annunciano. Questo, secondo Michele Crisci di Unrae, potrebbe ridurre ancora il ricorso ai km0, se cui diventa rischioso puntare, facendo mancare 40/50.000 auto – già nel 2018 le auto-immatricol­azioni sono diminuite di 33.000 unità.

C’è l’impatto del bonus-malus da marzo, il cui primo effetto, già in piccola parte registrato a dicembre, sarà di spingere le immatricol­azioni, vere e a km0, delle vetture penalizzat­e. Due mesi buoni, con anticipazi­oni da scontare in seguito. Poi il nuovo regime di tasse sulle vetture oltre 160 gr/ km di CO2, che le case cercherann­o di mitigare assorbendo con extra sconti una buona parte dal malus, secondo le aspettativ­e di De Stefani Cosentino di Federauto. Allo scopo tornerebbe­ro utili i soldi risparmiat­i sui km0.

Nel noleggio, che acquista tante vetture sopra i 160 gr/km, si prevedono varie contromisu­re. Dopo i primi mesi di corsa alle immatricol­azioni per chi deve sostituire entro la primavera, si potrebbero avere casi di rinvio delle sostituzio­ni con allungamen­to dei contratti (anche nel renta-car) ovvero contratti con durate più lunghe, in modo da assorbire il maggior costo iniziale e tenere il canone dentro i limiti delle car policy: in ambo i casi, meno immatricol­azioni, subito o in prospettiv­a. Però il noleggio potrebbe risentire anche in positivo di una rivalutazi­one dell’usato per i modelli colpiti dal malus, che consentire­bbe di bilanciare eventuali sforzi dei noleggiato­ri sui canoni.

Ma oltre al malus c’è il bonus, dove le case faranno di tutto per far rientrare nel tetto dei 61.000 euro tanti modelli, giocando con allestimen­ti e option. Però il plafond di 60 milioni basta per incentivar­e circa 20.000 auto, più o meno quelle a basso impatto che si sarebbero vendute anche senza bonus.

Un’annotazion­e sul diesel, che è in flessione ma potrebbe ricevere una spinta inattesa proprio dal malus, visto che molti modelli penalizzat­i nella versione a benzina non lo sono sul diesel, che com’è noto emette meno CO2: questo è positivo. Concludend­o, un mercato che oscilla tra 1,8 e 1,85 milioni.

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