Sant’Andrea cresce con il su-misura di lusso
Èpassato un anno dal debutto della linea di abbigliamento uomo Sant’Andrea. Un progetto che, da un lato, rappresenta il rilancio della sartoria SaintAndrews, fondata nel 1968, e, dall’altro, la prima incursione del gruppo tessile Trabaldo Togna nel mondo della confezione. Il marchio Sant’Andrea, infatti, non è altro che l’evoluzione della già citata Saint Andrews, rilevata nel 2006 dal gruppo biellese.
«Siamo arrivati alla seconda collezione vera e propria - spiega l’amministratore delegato Pierluigi Canevelli - e siamo soddisfatti del risultato. Nonostante sia un momento non facile e il mercato sia abbastanza saturo, il nostro prodotto ha convinto». Canevelli definisce Sant’Andrea «un marchio di nicchia, rivolto a un pubblico internazionale che apprezza l’alta qualità dei materiali, la ricercatezza delle lavorazioni e lo stile sobrio e contemporaneo». Uno stile su cui l’azienda ha scelto di puntare anche per l’autunno-inverno 2019/2020: Pitti Uomo 95 Sant’Andrea ha presentato una collezioneimprontata all’artigianalità - i capi sono tutti realizzati a mano - realizzata con materiali pregiati e di ricerca come Estrato, uno dei tessuti esclusivi del gruppo .
A livello economico, l’obiettivo di Canevelli è quello di «una crescita dei ricavi organica e continua, del 10% anno su anno, per tre anni», anche grazie agli investimenti sul “su misura”, tra i quali spicca lo showroom milanese Stanza dell’Uomo, in via Bagutta.
La strategia commerciale prevede la distribuzione della collezione negli specialties store europei e americani. Con risultati incoraggianti: «Abbiamo avuto ottimi riscontri negli Stati Uniti e nell’Europa continentale. Nel 2019 punteremo molto sulla Germania.Poi l’obiettivo potrebbe essere il Far East, ma non adesso», conclude l’ad.