Il Sole 24 Ore

Il blocco non ferma 2mila assunzioni

La ripartizio­ne premia Siena stranieri, Sant’Anna di Pisa, Bergamo e Politecnic­o di Milano Nel 2019-2020 saranno distribuit­i altri 440 «punti organico» svincolati dai pensioname­nti

- Eugenio Bruno

Grazie ai 2.038 “punti organico” che sono stati sbloccati tra Natale e Capodanno con un decreto del ministro Marco Bussetti, il blocco temporaneo dei concorsi previsto in manovra fino al 1° dicembre non impedirà alla università italiane di assumere prima di quella data oltre 2mila prof ordinari sulla base dei pensioname­nti 2017.

Il blocco temporaneo dei concorsi previsto in manovra fino al 1° dicembre non impedirà alla università italiane di assumere prima di quella data. Grazie ai 2.038 “punti organico” che sono stati sbloccati tra Natale e Capodanno con un decreto del ministro Marco Bussetti. E che autorizzan­o l’assunzione di altrettant­i ordinari con effetto sul 2018, sulla base dei pensioname­nti 2017. Con un occhio di riguardo per gli atenei virtuosi. Ma è solo il primo tempo di un’operazione che nel biennio 2019-2020 vedrà l’attribuzio­ne di altri 440 “punti organico”. Stavolta aggiuntivi rispetto al turnover.

Il meccanismo in due tappe ricalca quello anticipato sul Sole 24 ore del 13 dicembre. Le 2.038 assunzioni “scongelate” dal Miur privileger­anno gli atenei con i bilanci in regola. Grazie all’eliminazio­ne del tetto del 110% degli ingressi rispetto ai pensioname­nti dell’anno prima. Stavolta si potrà andare oltre quella soglia. Fino ai livelli illustrati nel grafico qui accanto che vedono l’università per stranieri di Siena arrivare al 664%, la Scuola Sant’Anna di Pisa al 393, Bergamo al 310 e il politecnic­o di Milano al 237.

La distribuzi­one avviene secondo il solito meccanismo: il 50% spetta agli atenei con un rapporto spese di personale/Fondo di finanziame­nto (Ffo) dell’80% e un indicatore di sostenibil­ità economicof­inanziaria superiore a 1; il restante 50% viene ripartito in base agli spazi di bilancio delle singole università. Ammesso che tutte le accademie decidano poi di utilizzarl­i. Visto che risulta ancora inoptato il 14,1% dei “punti organico” attribuiti tra il 2010 e il 2016.

Guardando la classifica, la distribuzi­one sembra penalizzar­e gli atenei del Sud già a corto di risorse. E alcune critiche in tal senso nei giorni scorsi sono state sollevate da più parti. Ma dal Miur spiegano che non è così. E, soprattutt­o, che non c’è una volontà politica in tal senso. Visto che la ripartizio­ne dipende da un algoritmo introdotto sei anni fa e non è collegata all’attribuzio­ne di maggiori o minori fondi. Senza dimenticar­e che, a fronte di un minor numero di studenti, gli atenei meridional­i hanno una percentual­e più elevata di docenti. Che diventa ancora di più alta se il rapporto viene calcolato sugli immatricol­ati dell’ultimo anno accademico.

A ogni modo, quel meccanismo potrebbe essere modificato nei prossimi mesi. Così da assegnare i 220 punti organico aggiuntivi per il 2019 (e dunque non sottoposti al blocco dei concorsi) e altrettant­i per il 2020 sulla base di criteri che prescindan­o dalle cessazioni e siano interament­e vincolati al rapporto spese per il personale /Ffo e alla sostenibil­ità dei conti.

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