Operazioni inesistenti al test della e-fattura
Una delle principali motivazioni che hanno ispirato la fatturazione elettronica obbligatoria è la volontà di reprimere o contrastare le operazioni inesistenti dal punto di vista tributario. Ma cosa cambierà davvero, in prospettiva? E su cosa è bene vigilare fin da subito? Con il nuovo obbligo è molto probabile che cesseranno – o saranno assai ridotte – le società cartiere “vere e proprie”, che hanno la sola funzione di consentire deduzioni e detrazioni indebite senza che a monte esistano organizzazioni aziendali o professionali.
In parallelo, potremmo assistere a un innalzamento della “qualità” delle operazioni inesistenti poste in essere. Avremo quindi tendenzialmente uno spostamento di imponibili da un soggetto economico a un altro, in uno scenario in cui la fattura elettronica documenterà operazioni solo parzialmente esistenti o intervenute fra soggetti diversi da quelli che hanno effettivamente partecipato alla fattispecie economica rappresentata in fattura.
Il rischio è quindi che il tema dell’inesistenza oggettiva e soggettiva possa proporsi comunque, sia pure in forme e modi differenti.
Rispetto all’evoluzione della fatturazione di operazioni oggettivamente inesistenti, è chiaro che questo fenomeno andrà a scomparire, mentre è possibile che si assista in prospettiva a fenomeni di sovrafatturazione.
Altra considerazione - peraltro già evidenziata - è che andrà a scomparire il fenomeno (già in declino) delle fatture emesse e mai registrate dal cedente o dal prestatore.
Le operazioni soggettivamente inesistenti, invece, potrebbero non risentire dell’introduzione di tale obbligo. Anzi: potrebbe aversi è un incremento di questa patologia fiscale dovuta alla facilità di trasmissione e conservazione dei documenti.