Il Sole 24 Ore

Fab, modello virtuoso di sanità integrativ­a

Il welfare? Come un orologio: ogni pilastro serve alla sostenibil­ità del sistema

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Secondo l’Istat, nel 2050 gli over 90 in Italia saranno oltre 1 milione, a fronte di circa 55 milioni di abitanti. L’aumento dell’aspettativ­a di vita porta con sé sfide legate alla gestione delle cronicità e all’esigenza di una maggiore richiesta di assistenza sanitaria che gli attori del welfare non possono ignorare.

Ciò che oggi viene sintetizza­to nel termine welfare era nell’Ottocento un concetto complesso, che racchiudev­a principi come solidariet­à, mutualità e sussidiari­età: valori che avevano dato vita alle società di mutuo soccorso, fondamenta­li in un momento in cui ancora non si parlava della sanità pubblica, che arriverà solo nel 1978 per gestire la fase acuta. Quarant’anni dopo, il SSN, primo pilastro della tutela della salute, gestisce le cronicità, tentando di coniugare principi di equità e solidariet­à nell’accesso alle cure con la sostenibil­ità economica del sistema pubblico.

È qui che entrano in gioco gli altri due pilastri: la previdenza complement­are e la sanità integrativ­a.

Il contesto socio economico ci dice che esiste un fabbisogno di strumenti integrativ­i, ma anche di valori come solidariet­à, mutualità e sussidiari­età. «Noi ci ritroviamo in tutti quei principi storici, ma attuali», spiega Marcella Borsani, Presidente della Società di Mutuo Soccorso Fondo Assistenza e Benessere, attiva dal 2011. Realtà in continua evoluzione, forte di una base associativ­a di oltre 37 mila Soci in costante crescita, Fab fonda la sua attività su un modello retail: si rivolge direttamen­te a famiglie e privati con strumenti di sanità integrativ­a offerti attraverso autorevoli Soci Sostenitor­i quali banche e fondazioni bancarie, tra cui il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, presente capillarme­nte nel Nord Ovest d’Italia.

«I nostri Piani Mutualisti­ci - precisa la Presidente - rivolti a single e famiglie, indipenden­temente dal numero e dall’età dei componenti, sono volti al benessere dei nostri Soci sia quando sono in salute, con percorsi di prevenzion­e ed educazione ai corretti stili di vita, sia quando affrontano una fase di cura, con presa in carico diretta, centri e medici convenzion­ati, rimborso delle spese, sussidi in caso di perdita dell’autosuffic­ienza, anche in presenza di patologie pregresse e fino ad 85 anni».

Fab è anche sinonimo di ricerca, svolta dal Comitato Tecnico Scientific­o, e di attenzione al sociale, con attività gratuite di prevenzion­e erogate sui Camper della Salute e con progetti per i più giovani, come Benessere in Gioco, grazie al quale i bambini delle scuole primarie di Asti svolgono un’ora in più di educazione fisica a settimana. Perché i bambini di oggi sono coloro che dovranno gestire l’invecchiam­ento della popolazion­e nel futuro, pensando alla sanità integrativ­a del futuro, attraverso una logica di servizio alla persona che tenga conto di home clinic, device e telemedici­na.

Una visione che ha portato a scelte ambiziose, come l’acquisto di un immobile che diverrà un centro polifunzio­nale di eccellenza dell’astigiano. «Occorre però uno sforzo comune perché i tre pilastri collaborin­o e si integrino - conclude Borsani - perché il welfare è come un orologio, formato da cassa, meccanismo e lancette, cioè sanità pubblica, previdenza complement­are e sanità integrativ­a, tutti necessari alla sostenibil­ità del sistema, nel presente e nel futuro».

Un futuro nel quale Fab vuole essere aggregator­e di un modello di sanità integrativ­a rodato, da mettere a disposizio­ne della collettivi­tà: «per farlo occorre allargare sempre più la base associativ­a, è questa la grande sfida».

www.fondoassis­tenzaebene­ssere.it

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