Sicurezza alimentare, 2,3 milioni di controlli
Inaugurata ieri a Bologna la fiera dedicata alle marche del distributore Santambrogio (Adm): «Le insegne garanti assolute della qualità della filiera»
Al via a Bologna la rassegna Marca dedicata ai prodotti con la marca (private label) delle catene distributive. Faro sulla sicurezza alimentare.
In materia di controlli l’Italia si può considerare un’isola felice, al primo posto in Europa nella sicurezza alimentare. «Nei punti vendita della moderna distribuzione ogni anno si fanno oltre 2,3 milioni di test sui prodotti, tra controlli delle autorità preposte come Asl e Nas oltre alle attività in autocontrollo - ha detto ieri Giorgio Santambrogio, presidente dell’Associazione della distribuzione moderna (Adm) durante il convegno d’apertura della 15edizione di MarcabyBolognaFiere, manifestazione internazionale sui prodotti a marca del distributore (mdd) e grande passerella per l’agroalimentare, e non solo, made in Italy. «Ogni impresa distributiva ha un proprio ufficio qualità che svolge ulteriori controlli sia sulle imprese industriali che e sulle decine di migliaia di referenze in assortimento. Controlli ancora più frequenti vengono effettuati sui prodotti Mdd».
La rete di vigilanza che tutela i consumatori, oltre alla Commissione europea che fissa le linee guida, in Italia comprende 25 attori di cui 4 ministeri e 21 tra enti e organi ognuno con proprie specifiche attività di controllo e supervisione. Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House - Ambrosetti che ha realizzato il rapporto «Quale valore e quali sfide della mdd oggi» aggiunge «ogni anno le autorità competenti svolgono oltre 143mila controlli nei punti vendita». A questi si aggiungono altri 100mila controlli nei market affidati ad enti esterni. «La sicurezza è qualche cosa di più rispetto alla qualità e le insegne si fanno garanti assolute della qualità della filiera» rimarca Santambrogio.
C’è poi il ruolo chiave che svolge Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Stefano Vaccari capo dipartimentpo della struttura dice: «siamo il più grande controllore di frodi nel food del mondo». Nel suo intervento Vaccari ricorda che nel 2017, gli ultimi dati disponibili, sono stati svolti quasi 54mila controlli, di cui 40.900 ispettivi e 12.876 analitici contro frodi, italian sounding, contraffazioni e la criminalità agroalimentare. Le irregolarità rilevate hanno riguardato il 26,8% degli operatori, il 15,7% dei prodotti e il 7,8% dei campioni. In particolare nei settori come il vino e l’olio d’oliva il Icqrf svolge il maggiore numero di controlli al mondo. L’attività di vigilanza viene estesa anche nei confronti di Ebay, Alibaba e Amazon a tutela delle produzioni italiane e a caccia di non conformità. Gli interventi presso i poli logistici dei tre marketplace sono stati quasi 300 con il 98% di successi. Sotta la lente anche le etichette dell’agroalimentare perché possono contenere elementi non veritieri, millantare qualità e usurpare nomi protetti. Nel mirino anche i claim pubblicitari che possono ingannare i consumatori.
Le maglie strette dei controlli coinvolgono i copacker. «Le aziende della distribuzione sono molto più esigenti rispetto al passato nel garantire la qualità della Mdd a partire dalle materie prime, la tracciabilità, la sicurezza delle produzioni e la certificazione etica delle aziende di trasformazione - racconta Pier Paolo Rosetti, direttore generale Conserve Italia -. Lo fanno con controlli frequenti sul campo e negli stabilimenti coinvolgendo spesso soggetti terzi».
Da parte loro le insegne premono sull’acceleratore: secondo il rapporto TEHA quasi il 70% ha aumentato gli investimenti in sicurezza e qualità nell’ultimo decennio e alcune catene riservano a questa funzione un budget che arriva a 5 milioni. Ed è in arrivo una accelerazione considerando che tutte prevedono di aumentare gli investimenti. Un aiuto arriva dall’hitech che impatta sul modo in cui il consumatore può conoscere “tutto” dei prodotti. Uno strumento è la blockchain (si veda l’articolo accanto) ma le insegne testano le etichette smart indispensabili per controllare la catena del freddo.