Il Sole 24 Ore

Di Maio-Salvini: solo il primo passo. Conte esclude manovre bis

Il vertice mattutino sugli ultimi nodi. Il leader della Lega: ora parola alle Camere

- Manuela Perrone ROMA

Per un giorno niente liti e niente divisioni. Il Governo celebra compatto, dopo un Consiglio dei ministri di appena venti minuti, il varo delle due misure bandiera di M5S e Lega, piantate a 4 mesi dalle europee: reddito di cittadinan­za e quota 100. «È una tappa storica», esordisce Giuseppe Conte all’inizio di una lunga conferenza stampa nella Sala dei Galeoni, tra una distesa di bandiere e lo staff schierato quasi al completo. «Sono misure che non rispondono a estemporan­ee promesse elettorali, ma costituisc­ono un progetto di politica economica e sociale di cui questo Governo va fiero». Il premier allontana l’ombra di una manovra correttiva: «Si profila una congiuntur­a non favorevoli­ssima, ma dateci tempo. Per molti eravamo spacciati. Il nostro non è un ottimismo irragionev­ole, ma una determinaz­ione ragionevol­e».

I toni sono quelli delle grandi occasioni. Con Luigi Di Maio che rivendica la fondazione di «un nuovo Welfare State in Italia, una rivoluzion­e nel mondo del lavoro» e Matteo Salvini che dispensa stoccate. «Dedico questa decina di paginette - dice illustrand­o le slide sulla riforma delle pensioni alla signora Fornero, la signora piangente, e al signor Monti: non se ne fanno ancora una ragione... io conto di fare il ministro ancora a lungo». Ne ha anche per Silvio Berlusconi: «Anni fa si promise un milione di posti di lavoro, qui c’è un’autostrada aperta per tantissimi italiani». In realtà viaggiano numeri altisonant­i anche qui.

È stato il vertice mattutino a Palazzo Chigi ad aver diradato le ultime nubi. Spazzate via dal tavolo le questioni calde delle nomine, Consob in testa, della Tav, delle trivelle, delle autonomie e del dossier banche, si è deciso di concentrar­e gli sforzi e le energie sul decreto. Limato fino all’ultimo e “rafforzato” con la proposta dei tecnici della Ragioneria generale dello Stato di una clausola salva-spesa potenziata per quota 100: se dal monitoragg­io bimestrale emergerann­o scostament­i, scatterà un taglio al ministero del Lavoro. Eventualit­à che non preoccupa Di Maio: «Quota 100 da oggi è un diritto degli italiani, quando si acquisisce un diritto per noi è inviolabil­e. Quota 100 non può prevedere marce indietro ma semmai in avanti». E pazienza se non tutto è stato ottenuto, come l’aumento delle pensioni di disabilità tanto invocato dalla Lega. Per il momento 255mila famiglie con disabili riceverann­o il reddito di cittadinan­za. «È un primo passo - chiarisce Salvini - per riuscire a migliorare la vita di 300mila persone disabili».

Per i ritocchi, in ogni caso, c’è il Parlamento, evocato più volte. «Se vorrà potrà apportare migliorame­nti», ricorda il vicepremie­r leghista. Perché in effetti sulla disabilità il Carroccio è orientato a tornare alla carica. Ma non sarà l’unico punto che potrebbe essere rivisto. L’anticipo del Tfr per gli statali al momento è previsto «fino a 30mila euro, ma c’è un percorso parlamenta­re e nessuno esclude che questa cifra possa salire a 40-45mila euro».

Anche il reddito potrà essere modificato, nella parte organizzat­iva. Quella che preoccupa di più, dato il gran numero di soggetti coinvolti, dall’Inps ai Comuni, fino alle Regioni che finalmente Di Maio incontrerà lunedì e che in fase di conversion­e potrebbero veder accolte alcune delle loro richieste. Il leader M5S sfodera ottimismo: «Non avrei mai detto che il reddito partirà dal 1° aprile se non fossi certo del fatto che con Inps, Poste e gli altri enti preposti abbiamo tutte le intese del caso. Stiamo dialogando dal primo giorno, poi certo qualcuno voleva essere coinvolto di più, ma sono state tante le variazioni, perché non volevamo uno strumento assistenzi­alistico». Accusa che Di Maio rigetta, precisando che l’assegno andrà «per il 50% al Centro-Nord e per il 50%» al Sud e rivendican­do il reddito come «misura di reinserime­nto al lavoro, il più grande investimen­to in capitale umano della storia d’Italia». Alle imprese garantisce: «Sono al centro».

I nodi, mentre si festeggia lo spread ai minimi da settembre, restano fuori dalla scena ufficiale. Ed è Salvini a ringraziar­e accorato il premier, i ministri, i sottosegre­tari: «Sono stati sette mesi entusiasma­nti. I dieci anni che ci aspettano lo saranno di più». Un messaggio anche ai più insofferen­ti dei suoi.

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