Gme: rincarati nel 2018 i prezzi dell’elettricità
Sale per il secondo anno, dopo il minimo storico toccato nel 2016, il prezzo di acquisto dell’elettricità alla Borsa elettrica, prezzo spinto dai rincari del metano. E si rafforzano ancora le fonti rinnovabili di energia (+5%), con l’idroelettrico e soprattutto l’eolico in volata. Sono alcuni dei dati contenuti nella nuova edizione della newsletter del Gme, il Gestore dei mercati energetici. Nel 2018 il Pun (prezzo unico nazionale) è salito a 61,31 euro per mille chilowattora con una crescita del 13,6% sul 2017 (anno che già aveva segnato un aumento del 26% sull’anno precedente) portandosi sul valore più alto degli ultimi anni ma rimanendo comunque in linea con la dinamica delle quotazioni sulle principali borse elettriche europee. La crescita del prezzo, ricorda il Gme «si realizza in parallelo con l’ulteriore incremento dei costi di generazione, tra cui in particolare quello del gas anch’esso ai massimi dal 2014». I rincari sono stati mitigati dall’offerta generosa di elettricità rinnovabile. Gli impianti a fonte tradizionale hanno venduto meno (in calo nel 2018 a 149,6 miliardi di chilowattora, pari a -8%), soprattutto le centrali a carbone (-18,4%). Al contrario le centrali a fonte rinnovabile hanno venduto 95,5 miliardi di chilowattora (+ 14,4%), spinte dagli impianti idroelettrici (oltre 5,6 miliardi di chilowattora, +30,1% sul 2017) ed eolici (quasi 1,9 miliardi di chilowattora, +15,6%). In riduzione, invece, il solare (-5,9%).