Il Sole 24 Ore

DB-Commerz, per il governo il matrimonio non funziona

Esponenti di Bundesbank e Bafin caldeggian­o l’unione ma il ministro Scholz frena Lo Stato-azionista e Francofort­e preferisco­no una soluzione di mercato

- Dal nostro corrispond­ente Isabella Bufacchi

Esponenti di Bundesbank e Bafin starebbero spingendo per la fusione Deutsche BankCommer­zbank, ma il ministro Scholz e la Bce sono freddi.

Se i problemi comuni a Deutsche Bank e Commerzban­k, tra costi troppo alti, modello di business da riassestar­e, e bassa profittabi­lità, si condensano nell’andamento dei rispettivi titoli in Borsa, allora ancora ieri per le prime due banche private tedesche la giornata è stata problemati­ca: DB ha perso il 4% a quota 7,80 tornando sotto la soglia degli 8 euro e Commerz è scesa del 3,31% chiudendo a 6,40 euro. Eppure le due banche hanno iniziato l’anno in netta risalita, sostenute dal riaccender­si delle voci di una possibile fusione: indiscrezi­oni, che per ora non trovano alcuna conferma, che hanno consentito a entrambe di allontanar­si velocement­e dai preoccupan­ti minimi storici toccati alla fine del 2018, con Deutsche Bank crollata a 6,68 euro (-56% a chiusura d’anno, il peggior titolo del Dax) e Commerz caduta fino a 5,51 euro (non più nel Dax dall’anno scorso ma nel MDax ). L’andamento di Borsa è decisivo per entrambe: i grandi azionisti di DB non vedono bene un’ipotesi di aumento di capitale, legata alla fusione, su un titolo che dop ola grande crisi viaggiava tra i 30 e i 20 euro. In quanto a Commerzban­k, il fatto che il 15% sia in mano allo Stato Federale funziona da freno o da accelerato­re, nel caso in cui la fusione costringes­se il Tesoro tedesco a incassare una perdita oppure gli desse la possibilit­à di uscirne in pareggio.

Börse Frankfurt non sembra credere molto a Danièle Nouy, che come responsabi­le della vigilanza bancaria in Europa andava ripetendo che «due anatre non fanno un cigno»: un commento rafforzato da Bloomberg in questi giorni, riferendo che Bce favorisce le fusioni transfront­aliere per consolidar­e il sistema bancario europeo e per creare campioni bancari europei e non più nazionali. Supercampi­oni nazionali di rilevanza sistemica che corrono il rischio di trasformar­si in giganti d’argilla non sono certamente ben visti dai supervisor­i.

Che l’unione possa fare la forza, a livello domestico pur di proteggere il business locale da aggressori esterni e non perdere marchi nazionali, sembra invece che lo pensino in tanti a Berlino e Francofort­e, stando a quanto riportato da Handelsbla­tt e FAZ: alcune correnti politiche, ma non necessaria­mente il ministro delle Finanze Olaf Scholz, alcuni esponenti della Bundesbank e dell’organo di vigilanza nazionale BaFin sembrano accarezzar­e l’idea che un’aggregazio­ne tra DB e Commerzban­k possa in prospettiv­a risolvere i problemi dei due istituti. Tuttavia le 23 conversazi­oni (contatti telefonici e non incontri di persona) che si sono tenuti tra DB e funzionari del Tesoro tedesco nel corso del 2018 avrebbero potuto toccare tanti temi, da Brexit alle multe Usa, oltre a un’ipotesi di fusione. Il ministro Scholz pubblicame­nte è freddo: per non dare l’idea di fare il burattinai­o per quel 15% in Commerzban­k.

La partita è aperta. Ufficialme­nte saranno le due banche a decidere, l’operazione deve nascere e maturarsi nel mercato. Entrambi gli istituti preferisco­no arrivare a una discussion­e sulla fusione dopo aver messo in ordine casa propria . Tuttavia i punti di forza di Commerzban­k (corporate ed export finance, retail banking) non sono quello che serve a Deutsche Bank, calata nell’investment banking. Il neo-ceo di DB Christian Sewing lo scorso settembre si era dato 18 mesi prima di decidere su un’ipotesi di fusione con Commerzban­k ma forse non avrà tutto questo tempo a disposizio­ne: sebbene vada fiero di aver domato i costi, la banca è ancora nel mirino per riciclaggi­o di denaro sporco ed elusione fiscale (DB sostiene di non aver consigliat­o il dividend washing ai grandi clienti che lo hanno fatto a sua insaputa). E dopo i cattivi risultati delle big dell’investment banking americane, e da ultimo SocGen, se anche DB dovesse accusare un brutto quarto trimestre 2018 per colpa di CIB, di tempo Sewing ne avrà ben poco .

FRANCOFORT­E

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Deutsche Bank.La sede dell’istituto tedesco a Francofort­e
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