DB-Commerz, per il governo il matrimonio non funziona
Esponenti di Bundesbank e Bafin caldeggiano l’unione ma il ministro Scholz frena Lo Stato-azionista e Francoforte preferiscono una soluzione di mercato
Esponenti di Bundesbank e Bafin starebbero spingendo per la fusione Deutsche BankCommerzbank, ma il ministro Scholz e la Bce sono freddi.
Se i problemi comuni a Deutsche Bank e Commerzbank, tra costi troppo alti, modello di business da riassestare, e bassa profittabilità, si condensano nell’andamento dei rispettivi titoli in Borsa, allora ancora ieri per le prime due banche private tedesche la giornata è stata problematica: DB ha perso il 4% a quota 7,80 tornando sotto la soglia degli 8 euro e Commerz è scesa del 3,31% chiudendo a 6,40 euro. Eppure le due banche hanno iniziato l’anno in netta risalita, sostenute dal riaccendersi delle voci di una possibile fusione: indiscrezioni, che per ora non trovano alcuna conferma, che hanno consentito a entrambe di allontanarsi velocemente dai preoccupanti minimi storici toccati alla fine del 2018, con Deutsche Bank crollata a 6,68 euro (-56% a chiusura d’anno, il peggior titolo del Dax) e Commerz caduta fino a 5,51 euro (non più nel Dax dall’anno scorso ma nel MDax ). L’andamento di Borsa è decisivo per entrambe: i grandi azionisti di DB non vedono bene un’ipotesi di aumento di capitale, legata alla fusione, su un titolo che dop ola grande crisi viaggiava tra i 30 e i 20 euro. In quanto a Commerzbank, il fatto che il 15% sia in mano allo Stato Federale funziona da freno o da acceleratore, nel caso in cui la fusione costringesse il Tesoro tedesco a incassare una perdita oppure gli desse la possibilità di uscirne in pareggio.
Börse Frankfurt non sembra credere molto a Danièle Nouy, che come responsabile della vigilanza bancaria in Europa andava ripetendo che «due anatre non fanno un cigno»: un commento rafforzato da Bloomberg in questi giorni, riferendo che Bce favorisce le fusioni transfrontaliere per consolidare il sistema bancario europeo e per creare campioni bancari europei e non più nazionali. Supercampioni nazionali di rilevanza sistemica che corrono il rischio di trasformarsi in giganti d’argilla non sono certamente ben visti dai supervisori.
Che l’unione possa fare la forza, a livello domestico pur di proteggere il business locale da aggressori esterni e non perdere marchi nazionali, sembra invece che lo pensino in tanti a Berlino e Francoforte, stando a quanto riportato da Handelsblatt e FAZ: alcune correnti politiche, ma non necessariamente il ministro delle Finanze Olaf Scholz, alcuni esponenti della Bundesbank e dell’organo di vigilanza nazionale BaFin sembrano accarezzare l’idea che un’aggregazione tra DB e Commerzbank possa in prospettiva risolvere i problemi dei due istituti. Tuttavia le 23 conversazioni (contatti telefonici e non incontri di persona) che si sono tenuti tra DB e funzionari del Tesoro tedesco nel corso del 2018 avrebbero potuto toccare tanti temi, da Brexit alle multe Usa, oltre a un’ipotesi di fusione. Il ministro Scholz pubblicamente è freddo: per non dare l’idea di fare il burattinaio per quel 15% in Commerzbank.
La partita è aperta. Ufficialmente saranno le due banche a decidere, l’operazione deve nascere e maturarsi nel mercato. Entrambi gli istituti preferiscono arrivare a una discussione sulla fusione dopo aver messo in ordine casa propria . Tuttavia i punti di forza di Commerzbank (corporate ed export finance, retail banking) non sono quello che serve a Deutsche Bank, calata nell’investment banking. Il neo-ceo di DB Christian Sewing lo scorso settembre si era dato 18 mesi prima di decidere su un’ipotesi di fusione con Commerzbank ma forse non avrà tutto questo tempo a disposizione: sebbene vada fiero di aver domato i costi, la banca è ancora nel mirino per riciclaggio di denaro sporco ed elusione fiscale (DB sostiene di non aver consigliato il dividend washing ai grandi clienti che lo hanno fatto a sua insaputa). E dopo i cattivi risultati delle big dell’investment banking americane, e da ultimo SocGen, se anche DB dovesse accusare un brutto quarto trimestre 2018 per colpa di CIB, di tempo Sewing ne avrà ben poco .
FRANCOFORTE