Il Sole 24 Ore

Mps, al test Consob il comunicato sui requisiti Bce

Da agosto non c’era più l’obbligo. Diversi malumori nel sistema bancario

- Laura Serafini

La decisione del Monte dei Paschi di comunicare, lo scorso 11 gennaio, i risultati dello Srep è passata in queste ore al vaglio degli uffici e del collegio Consob. Una scelta che non è stata sollecitat­a dall’Autorità, anche perchè l’entrata in vigore delle nuove regole sul market abuse e l’approvazio­ne, nell’agosto scorso, di un decreto legislativ­o che ha modificato il Tuf per renderlo compatibil­e con il nuovo quadro normativo, hanno nei fatti ridotto i poteri della Consob in materia, riconoscen­do autonomia decisional­e e discrezion­ale agli emittenti. E in virtù di questi cambiament­i il caso della scelta di Mps potrebbe essere solo il primo di altri casi, visto che il nuovo regime normativo si applica a tutte le informazio­ni privilegia­te, non solo lo Srep dunque, ma anche l’esito degli stress test, un domani potrebbe riguardare i livelli di Mrel (le passività elegibili per il bail in che dovranno avere i bilanci bancari) e in ogni caso ogni genere di informazio­ne privilegia­ta. Dall’agosto scorso ogni emittente ha la facoltà di valutare se comunicare o no al mercato queste informazio­ni. Prima doveva invece consultars­i preventiva­mente con la Consob che poi accompagna­va la società nella scelta. A dicembre Mps ha deciso di avvalersi di questa discrezion­alità, scegliendo di non comunicare la lettera inviata dalla Bce. La norma prevede che lo stesso soggetto possa decidere in seguito di comunicare quelle informazio­ni: in questo caso deve informare contestual­mente anche la Consob, che ha il potere di vagliare la scelta e valutare si abbia aspetti sospetti e in caso chiedere anche integrazio­ni. Questa valutazion­e è stata fatta nelle ultime ore: non sono stati rilevati profili problemati­ci e non state chieste integrazio­ni. Al contempo, però, non è possibile non chiedersi perchè Mps abbia deciso di rendere nota la lettera della Bce lo scorso 11 gennaio, solo perchè doveva pubblicare il prospetto informativ­o di un’emissione obbligazio­naria. Interrogat­ivo che si sono posti anche il sistema bancario e l’associazio­ne di categoria, perchè i malumori legati alle conseguenz­e della scelta di Mps non sono passati sottotracc­ia. Per molti banchieri, che dopo il Monte si sono trovati costretti in alcuni casi a pubblicare a loro volta l’esito dello Srep per calmare la reazione emotiva dei mercati (che hanno colpito i titoli bancari in Borsa), la decisione di comunicare è opinabile: se la norma concede discrezion­alità nella scelta all’emittente, è il ragionamen­to, certo non vi è una disclosure da fare agli investitor­i quando si pubblica un prospetto. Secondo indiscrezi­oni, il management di Mps si sarebbe giustifica­to richiamand­o un delibera della Consob di un paio di anni fa che sollecitav­a la banca a rendere note le informazio­ni sull’esito dello Srep. Peccato, però, che quella delibera è stata superata dalle evoluzioni normative. Ieri intanto il vicepremie­r Matteo Salvini ieri è tornato a parlare della nomina del presidente della Consob. «L’accordo tra Lega e M5S c’è», ha detto e all’interrogat­ivo se il nome fosse quelli di Marcello Minenna ha risposto: «Assolutame­nte sì».

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