May cerca una sponda tra i partiti
Lunedì 21 Theresa May presenterà il piano alternativo per Brexit dopo la clamorosa bocciatura da parte del Parlamento dell’accordo negoziato con la Ue. I deputati potranno votare le proposte della premier il 29 gennaio.
Le trattative con l’opposizione non stanno andando bene. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha rifiutato un incontro finché la premier escluderà in modo categorico la possibilità di un’uscita senza accordo.
La May ha risposto che «il Governo non ha il potere di escludere un no deal», che può essere evitato solo approvando l’accordo concordato con la Ue o revocando l’articolo 50 e annullando Brexit. «La mia porta resta aperta», ha scritto la premier esortando Corbyn a sedersi al tavolo delle trattative.
I leader dei partiti minori invece hanno incontrato la May: in seguito hanno dichiarato che è rimasta sulle sue posizioni – no a restare in un’unione doganale, no a un secondo referendum, no all’opzione Efta e così via – e che quindi non intende negoziare seriamente.
La posizione ufficiale del Governo è che non intende chiedere un rinvio di Brexit oltre il 29 marzo. La May, che continuerà gli incontri con deputati di vari partiti, ha fatto sapere che quest’anno, per la prima volta da quando è stata nominata premier, non andrà al World Economic Forum di Davos per concentrarsi sulla situazione politica britannica.