Il Sole 24 Ore

Aimo, Nadia & company

A me mi piace. Coppia nella vita e nella gestione di un luogo storico della ristorazio­ne milanese, hanno lasciato il comando a due giovani chef, Alessandro Negrini e Fabio Pisani

- Davide Paolini

Aimo e Nadia Moroni, coppia nella vita e nella gestione di un locale (Il luogo di Aimo e Nadia)

che ha caratteriz­zato la ristorazio­ne milanese nonchè italiana per lunghi anni, a cominciare dal 1962, quando era trattoria di una ancora periferia. Aimo, conosciuto come il grande esperto dei mercati generali, ricercato come guida dai suoi clienti che volevano imparare a fare la spesa e a riconoscer­e le qualità degli ingredient­i. Questo toscano che sapeva tutto di verdure, carni, pesce, salumi, quando presentava un piatto a base di vitello sanato o di scamponi del Mar Ligure o di pomodoro o di fiori di zucca affascinav­a con un racconto erotico-sentimenta­le attraverso l’apoteosi del territorio di provenienz­a, del sapore, della succulenza, della forma dell’ingredient­e.

Nadia, discreta, mai protagonis­ta in sala, ma sempre presente in cucina a comandare la brigata, abile a mettere a punto piatti di verace tradizione italiana; pietanze leggibili, semplici ma di sostanza che valorizzav­ano appunto quegli ingredient­i che Aimo, ogni giorno sceglieva.

Una cucina che è rimasta sempre tale, integra, contempora­nea nonostante le mode nel tempo della nouvelle cuisine, della nueva cocina spagnola e infine nord europea. Un’impostazio­ne senza soluzione di continuità da quando nelle cucine ne Il Luogo di Aimo

e Nadia hanno preso il comando nel

2012 (ma già presenti dal 2005), due chef, Fabio Pisani, pugliese e Alessandro Negrini, valtelline­se, provenient­i da esperienze in Italia e all’estero, che si sono conosciuti nelle cucine del Pe

scatore della famiglia Santini.

Una coppia che collabora in perfetta simbiosi, così come, a suo tempo, Aimo e Nadia, grazie anche alla direzione di Stefania Moroni; un lavoro di squadra che poi trova riscontro anche nei nuovi locali, recentemen­te aperti a Milano.

Alessandro e Fabio hanno introdotto ne Il Luogo di Aimo e Nadia, appena rinnovato nel look, la loro cultura e personalit­à ma hanno altresì mantenuto i valori della famiglia Moroni a cominciare dalla ricerca di qualità degli ingredient­i, base da cui poi creare piatti nuovi o conservare nel menu proposte storiche, a cominciare dallo spaghetto al cipollotto.Un piatto che è

diventato un must, riuscendo a mettere in rilievo l’imprinting della cucina italiana: semplicità, veracità, sapore e

profumo, riproposto da decine di altri

locali, dove non viene mai citata la fonte, una furbata all’ italiana, così come succede alla passatina di ceci e gamberi di Fulvio Pierangeli­ni.

Si tratta di due ricette all’apparenza facili, ma la loro fama e diffusione, maggiore di tanti piatti creativi, attesta quale sia la strada del mangiar bene italiano.

Ebbene Alessandro e Fabio hanno portato una sola variazione al piatto, riconoscen­done così la validità nel tempo: lo spaghetton­e di grano duro del pugliese Benedetto Cavalieri in luogo dello spaghetto ma i dogmi di casa Moroni negli altri ingredient­i restano immutati, così come nella zuppa etrusca, altro must del ristorante.

La conoscenza di Alessandro e Fabio di prodotti dei loro territori d’origine ha facilitato l’introduzio­ne nel ristorante di nuovi ingredient­i nonché la realizzazi­one di ricette biregional­i quali il risotto con gli scamponi di Molfetta, pomodori pugliesi al filo. Sempre tra i piatti della coppia da segnalare i tortelli farciti di ossobuco di Fassone e midollo nel suo ristretto allo zafferano sardo e parmigiano o ancora le fettuccell­e di farina di grano (Carosella del Pollino) di Gerardo di Nola con selvaggina, castagne e funghi porcini. E ancora controfile­tto di Fassone di montagna in panure alla camomilla e cipolla di Tropea con carote all’aceto di lamponi.

Forse la sintesi tra passato e presente è il Menu Territori: 10 portate frutto di materie prime di fornitori di ieri e oggi del ristorante che, date le loro produzioni limitate, di volta in volta possono cambiare, tradotte poi dai cuochi in piatti inediti (esempi di proposte: cozza tarantina farcita di ricotta di bufala con cedro candito e farina di ceci; dentice del Mar Tirreno marinato al sale con aceto di lamponi e misticanza; trippa di stoccafiss­o Tagliapiet­ra con fagioli di Sorana; gnocchi di tarallo con ragù di agnello del Gargano al profumo di carvi selvatico; petto d’anatra affumicata allo zucchero di canna e miele con anice stellato; granita di mapo calabrese all’evo di Nocellara del Belice; Tiramisud).

Nel 2018 la famiglia Moroni, Pisani e Negrini hanno creato prima bistRo a Milano (via Bandello), una fascinosa bomboniera, un ambiente di classe (firmato Etro) di colori e stoffe, che incontra la creatività di Nostra Signora del design, Rossana Orlandi, con un’offerta di cucina libera, senza birignao, moderna di giovani chef dove è un continuo: colazione d’affari, pranzo in relax , cena romantica e cocktail fra amici . Un locale che segna una Milano metropolit­ana al passo con New York, Parigi, Londra, interprete di una tendenza di successo.

E sempre a Milano a fine 2018 è stata aperta la Caffetteri­a e Ristorante

Vòce in Piazza della Scala, un arioso lo

cale che dialoga con il Museo delle Gallerie d’Italia, una location perfetta per il visitatore colto della città, con un menu curato a prezzi corretti. Sine qua non

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Tradizione ed evoluzione Alessandro Negrini (a sinistra) e Fabio Pisani

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