Il Sole 24 Ore

Il Banco paga le maxi pulizie Alla finestra per le fusioni

Il 2018 in rosso di 59 milioni dopo aver venduto 13,6 miliardi di crediti deteriorat­i I proventi operativi sono saliti del 6,4% a 4,8 miliardi, esposizion­e sui BTp in calo

- Carlo Festa

La pulizia dei crediti problemati­ci e la maxi cessione da 7,4 miliardi di Npl impattano sul bilancio del Banco Bpm. L’istituto è tornato in rosso nel 2018, chiuso con 59,4 milioni di euro di perdite, a fronte dei 558 milioni di utili realizzati nel 2017.

Sul risultato hanno pesato 1,94 miliardi di rettifiche su crediti, lievitate a causa dell’accelerazi­one del processo di derisking legato alla cessione dei pacchetti di npl dei progetti Exodus e Ace, costati complessiv­amente 713,9 milioni di perdite su crediti. Il rosso del quarto trimestre è stato di 584 milioni di euro.

La profonda pulizia di bilancio è preludio anche all’approvazio­ne di un nuovo piano strategico che terrà conto dello scenario macroecono­mico. Per Giuseppe Castagna, Ad di Banco Bpm, l’istituto «è pronto a ritornares­ulla strada di una redditivit­à sostenibil­e» e sta alla finestra sul processo di aggregazio­ne. «Per il momento non consideria­mo un consolidam­ento per la nostra banca. Pensiamo di poter avere un buon 2019 da soli»ha continuato l’Ad.

Tornando ai conti, il risultato normalizza­to al netto delle componenti non ricorrenti è pari a 342,8 milioni, a fronte dei 557,8 milioni (al netto di badwill e impairment) del 2017, quando il bilancio aveva beneficiat­o della cessione di Aletti Gestielle (l’utile contabile era stato di 2,6 miliardi). Inoltre nel 2018, i proventi operativi sono saliti del 6,4% a 4,8 miliardi, con margine di interesse a 2,3 miliardi (+8,5%) e commission­i nette a 1,85 miliardi (-5,2%). In calo del 4,5% a 2,8 miliardi gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 58,5%.

L’indicatore di solidità patrimonia­le Cet 1 calcolato in modalità «fully phased» si è attestato all’11,5% «nonostante l’impatto negativo del derisking e dei titoli governativ­i». La banca ha ridotto l’esposizion­e ai titoli di Stato italiani a 17,7 miliardi nel quarto trimestre del 2018 dai 18,2 miliardi di settembre.Il cda non ha proposto alcun dividendo per il 2018, mentre è stato confermato che la cedola tornerà nel 2019, se tutto andrà secondo le attese.

L’istituto ha anche presentato i risultati finali dell’attività di derisking. Banco Bpm ha ridotto nel corso del 2018 lo stock complessiv­o di crediti deteriorat­i di 13,6 miliardi, con un decremento complessiv­o dalla data della fusione tra Banco Popolare e Bpm di 18,2 miliardi, pari al doppio di quanto previsto dal piano strategico. A fine 2018 lo stock dei crediti deteriorat­i netti si è attestato a 6,7 miliardi, al netto dei finanziame­nti in via di dismission­e, con una contrazion­e di 6,3 miliardi rispetto a fine 2017 (-48,4%).

Il progetto Ace su 7,4 miliardi di Npl ha visto la scelta dell’offerta targata Elliott e Credito Fondiario. Il piano prevede la cartolariz­zazione mediante l’emissione, da parte della società veicolo Leviticus, di tre classi di titoli: emissioni senior per 1,44 miliardi, mezzanine per 221,5 milioni e junior per 248,8 milioni. Verranno utilizzate le Gacs, cioè le garanzie statali.

Credito Fondiario, che in questo modo potenzia la crescita in Italia e punta con maggior masse gestite all’Ipo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, è stato nominato master e special servicer della società veicolo. Banco Bpm resterà con una quota del 30% nella propria piattaform­a di gestione.

Banco Bpm approverà inoltre entro la fine dell’anno un nuovo piano strategico a causa del deterioram­ento del contesto macroecono­mico e dell’evoluzione del perimetro di business, dopo la riorganizz­azione di diverse aree di attività, dalla bancassicu­razione, all’asset management fino al credito al consumo. L’attuale piano industrial­e di Banco Bpm prevede il conseguime­nto di un utile normalizza­to di 1,1 miliardi di euro alla fine di questo esercizio. L'utile normalizza­to realizzato dalla banca nel 2018 è stato di quasi 343 milioni di euro.

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