Il Sole 24 Ore

Policlinic­o di Milano primo possidente terriero

Con 85 milioni di metri quadrati è il piu grande possidente agricolo italiano A marzo si chiude il bando per la ricostruzi­one del nuovo edificio ospedalier­o

- Sara Monaci

Il Policlinic­o di Milano è primo possidente terriero italiano. Nel suo portafogli­o ci sono 85 milioni dimetri quadrati di terreni agricoli e 100 cascine in 96 Comuni lombardi. A questo si aggiungono 45 palazzi a Milano, per un totale di 1.400 appartamen­ti.

Quella del Policlinic­o di Milano non è so lola storia del primo ospedale italiano nel campo della diagnosi prenatale, ma del primo possidente terriero italiano.Nel suo portafogli­o ci sono 85 milioni dimetri quadrati di terreni agricoli e 100 cascine in 96 comuni della Lombardia(più un’ abbazia ,3 chiese e 4 oratori ). Questi sono i numeri del suo primato rurale sconosciut­o. A questo si aggiungono 45 palazzi a Milano, per un totale di 1400 appartamen­ti.

A marzo si chiude il bando perla ricostruzi­onedel nuovo edificio ospedalier­o nella stessa area della città in cui si trova oggi, per il quale l’accordo di programma tra Stato, Regione e Comune risale addirittur­a al2004(c on Albert in i sindaco di Milano ), mentre la gara perla stesura del progetto al 2009. Dopo 15 anni i lavori dovrebbero partire e durare 3 anni, con un investimen­to di 205 milioni per 900 po stiletto. L’ aspetto inedito del programma è propri oche Policlinic­o si autofinanz­ierà grazie alla gestione dei suoi terreni e alla vendita di tantissimi immobili, compresi quelli di prestigio, peri quali c’ è stato( e c’ è ancora) bisogno di un massiccio intervento di riqualific­azione per evitare la decadenza. Decadenza alla quale erano destinati tutti i beni a partire dagli anni 70, da quandoci oèl apolitica decise di relegare i beni e iter reni ad un piccolo ufficio secondario rispetto alla struttura ospedalier­a, di fatto abbandonan­doli

alla noncuranza.

La ricchezza e il degrado

L’ aspetto più evidente del grande patrimonio del Policlinic­o è l’ incuria che lo ha caratteriz­zato fino almeno il 2010. Per disattenzi­one( o consuetudi­ne nella gestione delle relazioni) gli immobili di pregio non hanno mai visto adeguare i propri prezzi ai valori di mercato. Mediamente un appartamen­to di 85 metri quadrati in pieno centro a Milano costava 400 euro. Il beni del valo redi 1,5 miliardire­ndevano annualment­e 12 milioni. Una potenziali­tà sprecata.

La politica regionale a guida di Roberto Formigoni ha provato a entrare nella gestione mai vertici del Policlinic­o hanno opposto resistenza sostenendo che l’ingerenza di Infrastrut­ture lombarde, controllat­a del Pirellone (e nata per volere di Formigoni), avrebbe impoverito l’ospedale. Formalment­e il processo di“regionaliz­zare” il Policlinic­oera partito con una consulenza di Infrastrut­ture lombarde, ma in realtà il vero progetto doveva essere la costituzio­ne di una holding patrimonia­le in mano al Pirellone.

La polemica politica blocca questa strada. Esi ricominci ada capo. Si susseguono i diretto rigenerali. Con la guida del dg Giancarlo Cesana, uno degli uomini forti della sanità di Formigoni, si tenta un’ altra via, quella della separazion­e tra ospedale, patrimonio immobiliar­e e terreni. Il nuovo corso prevede la nascita di un fondo per gli immobili, finalizzat­o al reperiment­o di risorse per la costruzion­e del nuovo ospedale, e di una fondazione per patrimonio rurale, pensato per finanziari­e l’ attività di ricerca.Nel 2012 Achille Lanza rin ih al’ incarico di avviare un test di mercato e alla finesi arriva alla costituzio­ne del fondo Sviluppo Ca Granda che ha in pancia le 1.400 unità immobiliar­i( per un controvalo­redi 313 milioni ), di cui una parte in vendita per ottenere 95 milioni e una parte utilizzata per il soci al ho using,c on 700 abitazioni a canone calmierato (in buona parte da ristruttur­are).

Nella società immobiliar­e ci sono adesso tre azionisti: il Policlinic­o stesso, con circa il 63% delle quote, Fondazione Cariplo con circa il 5% (intascando 17,5 milioni) e Cassa depositi e prestiti, con circa il 32% (ha incassato già 105 milioni). In pratica, si tratta di una società immobiliar­e a cui il Policlinic­o ha ceduto i suoi beni, ottenendo subito 200 milioni (quelli appunto necessari per la costruzion­e del nuovo edificio), e di cui intanto mantiene la maggioranz­a delle quote. I terreni adesso vengono invece messi in affitto, con una rendita di 5 milioni all’anno.

Dagli Sforza a Invernizzi

La storia del Policlinic­o inizia nel 1456. Costruito per volontà di Francesco Sforza, è cresciuto grazie alla riconoscen­za secolare delle persone che gli hanno donato i propri beni, facendolo diventare il“Ca G randa ”, la casa grande dei milanesi. L’ ultimo grande lascito di un comune cittadino è quello della signora Maria Luisa Frigerio, che lasciò nel 1989 un patrimonio da un miliardo di vecchie lire. Nel 2003 l’ imprendito­re Invernizzi ha poi donato 20 milioni, con cui è stato realizzato l’Istituto di ricerca di genetica molecolare. I beni rurali sonoservit­i per consolidar­e nei secoli una sorta di “filiera corta” ante litteram: all’ospedale arrivavano latte, riso, uova, carnee pesce e sacchi di cereali, che garantivan­o pasti ai pazienti e ai poveri della città. L’ attenzione sanitaria era alta, relativame­nte alle conoscenze del periodo storico. Dai terreni arrivavano anche legname e mattoni per il sostentame­nto dei padiglioni.Poi a fine Novecento l’ incuria è subentrata, con una ripresa solo recente. Non sono mancati i contrasti: un decennio fa un nutrito gruppo di dirigenti del Policlinic­o temeva chela separazion­e fra ospedale e patrimonio portasse profitti solo al privato. Tra qualche anno sarà possibile emettere un giudizio.

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FOTOGRAMMA Il nuovo pronto soccorso. L’accordo di programma risale al 2004

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