Fca, utili record ma il titolo crolla per le stime sul 2019
Titolo in calo del 12,21%: le stime sul cash flow mettono in dubbio i target Nel 2018 utile netto rettificato in crescita del 34% a 5 miliardi di euro
Fca chiude il 2018 con risultati record, ma in Borsa il titolo crolla (-12,21%), complici stime per il 2019, soprattutto sul fronte del cash flow industriale, che insinuano dubbi tra gli addetti ai lavori su una possibile revisione dei target del piano quinquennale presentato a giugno. Il gruppo ha archiviato il 2018 con un utile netto adjusted in crescita del 34% a 5 miliardi di euro e un utile netto in aumento del 3% a 3,6 miliardi di euro (+41% a parità di cambi di conversione).
Fca chiude il 2018 con “risultati record”, ma in Borsa il titolo crolla (-12,21%), complici stime per il 2019, soprattutto sul fronte del cash flow industriale, che insinuano dubbi tra gli addetti ai lavori su una possibile revisione dei target del piano quinquennale presentato a giugno.
Il gruppo guidato da Mike Manley ha archiviato il 2018 con un utile netto adjusted in crescita del 34% a 5 miliardi di euro e un utile netto in aumento del 3% a 3,6 miliardi di euro (+41% a parità di cambi di conversione). I ricavi netti sono stati pari a 115,4 miliardi di euro, in aumento del 4% (+9% a parità di cambi di conversione) con maggiori volumi, migliori prezzi e mix. Le consegne globali complessive sono state pari a 4.842.000 veicoli, in aumento di 102 mila unità. L’ebit adjusted è stato pari a 7,3 miliardi di euro, in rialzo del 3% (+9% a parità di cambi di conversione), con margine in calo al 6,3%. Risultato record negli Stati Uniti, dove l’ebit ha raggiunto i 6,2 miliardi di euro (+19%) con margine all’8,6%, mentre in Emea è pari a 0,4 miliardi di euro, in calo del 45% con un secondo semestre debole. Risultati in diminuzione in Asia, soprattutto per la debole performance in Cina, dove anche Maserati ha subito un impatto significativo.
La liquidità netta industriale alla fine dello scorso anno ha raggiunto quota 1,9 miliardi, dato che si confronta con l’indebitamento netto industriale di 2,4 miliardi di euro a fine 2017. «Il 2018 è stato un anno eccezionale per Fca con performance record» e «il 2019 sarà «una pietra miliare perché torneremo a distribuire un dividendo, non succedeva da un decennio», ha detto Manley nel corso della presentazione dei dei conti 2018. Tra i risultati raggiunti nel corso dello scorso anno, Manley ha citato l’accordo per la vendita di Magneti Marelli, operazione che «rafforza la nostra posizione e ci permette di distribuire il dividendo straordinario» agli azionisti, oltre a garantire il futuro alla società ceduta.
In questo quadro la casa italo americana ha indicato gli obiettivi per l’anno in corso dove si prevede di raggiungere un ebit adjusted di oltre 6,7 miliardi con margine maggiore del 6,1%, entrambi più alti rispetto al 2018 (6,7 miliardi di euro con margine al 6,1%) e un free cash flow industriale superiore a 1,5 miliardi di euro, «più basso rispetto al 2018 per maggiori investimenti ed esborsi per penali e altri costi in relazione alla definizione delle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa», spiega la società. Proprio questi due target, secondo gli addetti ai lavori, spiegano in parte le vendite che hanno colpito ieri il titolo in Borsa. L’ebit adjusted per il 2019 stimato dagli analisti era infatti compreso tra 7,1 e 8,6 miliardi di euro, invece sul fronte del free cash flow industriale - atteso per il 2019 sopra 1,5 miliardi di euro - nonostante investimenti e sanzioni Usa, il dato si confronta comunque con una cassa netta industriale che nel 2018 ha raggiunto i 4,4 miliardi. Da qui i timori, sul mercato, che i target del piano industriale di giugno possano essere rimessi in discussione. Fca ha però chiarito che la guidance per il 2020 non cambia. Il direttore finanziario, Richard Palmer, ha confermato la guidance per il prossimo anno. «Se dovesse cambiare qualcosa vi faremo sapere», ha detto. «Per il 2019 sono abbastanza fiducioso che raggiungeremo i risultati», ha aggiunto Manley. Il manager ha ammesso che ci sono delle questioni da sistemare, dei problemi sui quali il gruppo sta lavorando, ma sono in arrivo nuovi lanci di prodotti e questo lo rende «abbastanza fiducioso».